2021 anno di Dante Alighieri: l’uomo che fondò la lingua italiana

Domenico di Francesco detto di Michelino – Dante e i tre Regni, 1465. Firenze, Santa Maria Novella

Solo pochi giorni ci separano dal 2021, un nuovo anno indubbiamente carico di aspettative. Il 2021 celebra anche il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri anche se, a differenza di quanto accaduto nel 2020 con Raffaello, non ci lasceremo cogliere di sorpresa. Tutto è pronto (e già partito, e ne abbiamo trattato qui) per ricordare il padre della lingua italiana. Con una lunga serie di importanti iniziative che si terranno a Firenze, sua città natale, a Verona, nella quale ha scritto l’ultimo canto della Divina Commedia, e a Ravenna, dove giace dal 14 settembre 1321.

Dante, Firenze e l’Accademia della Crusca

Come l’Accademia della Crusca illustra sul suo sito: “Nella sola città di Firenze, patria di Dante, gli eventi saranno più di cento, distribuiti lungo tutto l’arco del 2021. Sono in programma iniziative di carattere scientifico, giornate di studi e convegni, ma anche progetti culturali di ampio respiro e dedicati a un pubblico vasto: mostre, esposizioni, concerti, produzioni teatrali e cinematografiche, cicli di incontri, performance di teatro e danza e una lettura integrale della Divina Commedia”.

“Sono anni che, presso l’Accademia, è attivo il progetto del Vocabolario dantesco. Il gruppo di ricerca, presieduto da Paola Manni, lavora da anni alla realizzazione di uno strumento che, avvalendosi delle metodologie della lessicografia informatica, accoglie l’intero patrimonio lessicale depositato nelle opere di Dante. Il progetto, ancora in corso, è in ogni caso già aperto alla libera consultazione in rete all’indirizzo www.vocabolariodantesco.it.”

E la pagina del sito conclude annunciando la pubblicazione di un “libro elettronico che verrà pubblicato e distribuito gratuitamente dall’Accademia in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo… in attesa dell’apertura del Museo della lingua italiana, di cui da pochi mesi il governo italiano ha avviato la realizzazione”.

Firenze – Dante © 2020 Massimo Sestini

Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo

Programmato recentemente in prima serata su RaiStoria – con un apprezzabile riscontro di pubblico – su RaiPlay, è disponibile per tutti il docu-film di Alessandro Barbero Alighieri Durante, detto Dante. Documento nel quale l’ormai celebre medievalista social un po’ per caso, un po’ per dote (come abbiamo già raccontato), narra i primi trentasei anni di vita dell’illustre fiorentino. Giovanni Boccaccio, primo biografo di Dante, assieme a Dino Compagni, Leonardo Bruni, Giovanni e Filippo Villani e Jacopo di Pandolfino – per buona parte cronisti dell’epoca –  “assistono” Barbero, come Virgilio nell’Inferno e Purgatorio dantesco, a rendere “lieve” il racconto della vita di un uomo distintosi per meriti civili, oltre che letterari.

E che ha vissuto in prima fila da cittadino di Firenze sia sul campo di battaglia (di Campaldino), sia da “inviato” a Roma presso un mal disposto papa Bonifacio VIII. Non potendo più rientrare in patria da quel momento, scrisse in esilio la Commedia, compendio dello scibile umano dell’epoca, che diventerà Divina per ammissione dello stesso Boccaccio.

Ma Alessandro Barbero – da docente in costante dialogo con i giovani qual è – in Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo illustra anche la storia di un giovane che “gioca” a scriver versi d’amore da cantare in gara con i coetanei come un rapper fa al giorno d’oggi. E per quanto il parallelo sia arduo, Barbero riesce a renderlo pertinente. Grazie alla collaborazione di Davide Savelli e alla regia di Graziano Conversano.

La battaglia di Campaldino nel nuovo saggio di Alessandro Barbero

Sempre a proposito di Alessandro Barbero, è dell’ottobre scorso l’uscita per i tipi di Laterza del suo nuovo saggio Dante, in cui, da cultore di arte bellica qual è, lo storico e medievalista racconta la battaglia di Campaldino calandosi nei panni dell’insigne cavaliere. Sulle orme dell’umanista aretino Leonardo Bruni che nel 1436 ne scrisse in una Vita di Dante, a rappresentare entrambi i due eserciti schierati. Ma questa è solo una pagina di quello che è, di fatto, un ritratto a tutto tondo del Sommo Poeta.

La Divina Commedia: un monumento dell’immaginazione

L’immaginazione è una delle peculiarità umane. La capacità d’immaginare è alla base della produzione culturale fin dal momento in cui l’uomo ha iniziato ad articolare e comunicare il suo pensiero. Ed è anche alla base del progresso scientifico. Si deve infatti alla curiosità, ma anche alla capacità d’immaginare l’esito di un esperimento, se Galileo rivoluzionò la scienza. Per non parlare poi della capacità immaginativa di Leonardo da Vinci. E quella di Giambattista Vico che nel Settecento ci invitò coi suoi Princìpi di Scienza Nuova a immaginare l’origine della conoscenza. Frutto, a sua volta, dell’immaginazione dell’uomo dei primordi. Scrivendo, a partire da questo concetto, l’opera filosofica che ha dato vita alla filosofia del linguaggio e alla semiotica, la scienza dei segni e della comunicazione, nel senso più ampio dell’espressione.

Non siamo abituati a considerarla sotto questo profilo, ma non esiste opera letteraria al mondo che abbia donato migliore espressione alla capacità immaginifica umana della Divina Commedia: un vero e proprio “monumento” dell’immaginazione, l’architettura del mondo ultraterreno. E nello stesso tempo un autentico atto d’amore per l’umano genere, nel senso platonico dell’espressione. Il tutto, nonostante la Divina Commedia fosse un’opera ben ancorata alla realtà del suo tempo, nella quale l’autore non esitò a “mettere alla berlina”, con gran coraggio, alcuni potenti concittadini donando loro, nello stesso tempo, l’immortalità.

Paolo e Francesca in un’illustrazione di Gustave Doré

L’Inferno, la cantica più popolare

Con le dovute scuse a Beatrice, l’Inferno è per certo la cantica della Divina Commedia più popolare. In considerazione anche del fatto che più si sale verso l’Empireo, più difficile diventa l’interpretazione testuale di un compendio filosofico e teologico qual è la Divina Commedia. Un’opera che, scritta in volgare (che è ben altro dall’italiano moderno) nel rispetto di un rigido schema metrico, e pervasa da una fitta rete di simbolismi e corrispondenze interne che ne fanno un capolavoro stilistico assoluto, non risulterebbe facilmente comprensibile al lettore al primo approccio, se non ci si avvalesse delle versioni commentate a uso dei licei.

E a tal proposito è interessante A riveder le stelle. Il poeta che inventò l’Italia di Aldo Cazzullo, pubblicato recentemente da Mondadori, che è una rilettura post-liceale dell’Inferno. Un “prezioso manuale di sopravvivenza dantesca” che racconta “il viaggio immaginario di Dante scena per scena, rendendo a noi lo stesso servizio che Virgilio rese a lui”, come ne ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere della Sera. Alla stregua, aggiungeremmo, di quello che anche Roberto Benigni, tra il 2006 e il 2013, ha reso ai nostri insegnanti spiegando alla lettera buona parte dei canti dell’Inferno con rara passione, sensibilità e capacità di coinvolgimento.

Ritorno all’italiano

E poi c’è chi, come Antonio Natali, critico d’arte noto per essere stato direttore delle Gallerie degli Uffizi, auspica che il 2021 diventi un anno English-free, invitando a limitare la scelta di tutte quelle espressioni inglesi che ormai pervadono la lingua italiana. Sostituendole, dove possibile, con l’italiano. Lasciando da parte, almeno per il prossimo anno, il carattere di massima sintesi e di duttilità della lingua più parlata al mondo. Una provocazione condivisibile che tuttavia deve fare i conti con l’evoluzione dell’italiano e con il concetto di “lingua in uso”, caro all’insigne linguista Tullio de Mauro. Nella consapevolezza che, di molti termini tecnici moderni, come quelli informatici, non esiste traduzione dall’inglese. Hanno provato a tradurli i francesi. Ma speriamo si siano fermati a ordinateur. 

Antonio Facchin

Per chi fosse interessato agli eventi, invitiamo alla consultazione del programma delle numerose iniziative fiorentine; il programma degli eventi veronesi è in allegato sulla pagina del sito del Comune di Verona. Quanto a Ravenna, il programma è qui .

Fonti

Tullio de Mauro, La fabbrica delle parole. Il lessico e problemi di lessicologia, © 2005, Istituto Geografico de Agostini/UTET

Tullio de Mauro, introduzione a Jürgen Trabant, La scienza nuova dei segni antichi. La sematologia di Vico, © 1996, Laterza

Accademia della Crusca, L’Accademia della Crusca e le celebrazioni del 2021: anno dantesco

Artribune, L’anno di Dante: English-free year

Corriere della Sera, Massimo Gramellini, Dante, il viaggio dall’inferno all’Italia. Il nuovo libro di Aldo Cazzullo

Dante Alighieri in Treccani

Domenico di Francesco in Treccani

Divina Commedia in Treccani

RaiPlay, Alighieri Durante, detto Dante

RaiPlay, Dante Alighieri

Rai Ufficio Stampa, Alessandro Barbero racconta “Alighieri Durante, detto Dante”

Comune di Verona, Dante 2021. Presentato il programma veronese per le celebrazioni per il 700° anniversario della morte del sommo poeta

Laterza, Dante. Il nuovo libro di Alessandro Barbero

Mondadori, A riveder le stelle di Aldo Cazzullo

Wikipedia, Tutto Dante

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