Agorà, Anzaldi: “Collaboratore di Travaglio fa propaganda senza contraddittorio”

Luca Sommi ad Agorà Weekend

di Marco Zonetti 🖋️

Domenica 8 maggio 2022, su Rai3 ad Agorà Weekend condotto da Giusy Sansone, era ospite fra gli altri il giornalista e scrittore Luca Sommi. Che è soprattutto il conduttore – assieme ad Andrea Scanzi e Marco Travaglio – di Accordi e Disaccordi in onda sul Nove e prodotto da TvLoft, branca televisiva della SEIF, Società Editoriale Il Fatto. Lo scorso venerdì 6 maggio, Sommi ha peraltro presentato l’ultimo libro della Senatrice del M5s Barbara Floridia, Sottosegretaria all’Istruzione, assieme al Presidente grillino Giuseppe Conte e al sociologo Domenico De Masi, considerato vicino al Movimento al punto da averne scritto parte del programma elettorale.

Interpellato ad Agorà Weekend dalla Sansone riguardo alla guerra russo-ucraina, Sommi ha chiamato in causa il Presidente del Consiglio Mario Draghi, sostenendo che quest’ultimo non riferisce in Parlamento prima della sua imminente visita al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il motivo secondo il giornalista? “Draghi non ha una politica da proporre, non ha un piano politico da proporre. Va a sentire le istruzioni che gli darà il Presidente americano per poi riportarle qui”. E ancora: “Molto grave che sia scomparsa la parola negoziato… stiamo tutti assistendo a un’escalation che non sapremo dove ci porterà”. La padrona di casa Giusy Sansone non ha minimamente eccepito sulle parole di Sommi, ed è passata a dare la parola all’inviato Marc Innaro.

Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, ha in seguito pubblicato sui social il video delle dichiarazioni del conduttore di Accordi e Disaccordi, corredandolo con il seguente commento: “Ad Agorà Weekend su Rai3 propaganda cinque stelle spacciata per analisi giornalistica: il collaboratore di Travaglio, Luca Sommi, attacca Draghi senza alcun contraddittorio né giornalistico, né politico. Questo è servizio pubblico? Il Parlamento ha già votato la cessione di armi all’Ucraina lo scorso 1° marzo, quasi all’unanimità e con il voto anche dei gruppi M5s. Perché nessuno lo ha ricordato al giornalista Sommi? “.

E ancora: “L’ulteriore richiesta di Conte al Governo di riferire in Parlamento è una mossa di pura polemica politica, perché non può esserci nessun nuovo voto su una materia sulla quale il Parlamento si è già espresso. La risoluzione approvata a marzo, infatti, vale fino al 31 dicembre, come ha ricordato di recente in un’intervista al Corriere anche il collega del Pd Enrico Borghi, membro del Copasir e responsabile Sicurezza del Partito Democratico. Conte non conosce quello che il suo partito vota, oppure sparge fake news con il semplice obiettivo di indebolire Draghi e il governo?”.

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