Alessandro Orsini scende in politica? “Voglio creare un Paese più libero”

Alessandro Orsini
Il Professor Alessandro Orsini ospite a #Cartabianca su Rai3

di Marco Zonetti 🖋️

Da opinionista televisivo a politico, magari anche a Ministro. Sulla scia di Maria Vittoria Brambilla o Renata Polverini, la cui carriera istituzionale iniziò proprio nello studio di un talk show, ecco che anche il Professore di Sociologia del Terrorismo Internazionale Alessandro Orsini si esprime già da futuro leader.

Ospite d’onore del quarto incontro della Commissione Du.Pre (Dubbio e Precauzione), come racconta l’agenzia Dire, il docente della Luiss accusato di essere “pifferaio della propaganda di Putin” e al quale è stato recentemente stracciato il contratto a #Cartabianca, programma al quale ha partecipato lo stesso gratuitamente in aperta sfida a “Mamma Rai” che con lui è stata matrigna, ha snocciolato una sorta di manifesto programmatico di fronte alle “persone molto belle” che hanno sfidato il traffico del sabato romano per andare ad ascoltarne le dissertazioni nel quartiere Testaccio della Capitale.

Nel suo trascinante discorso, Orsini si è definito un “guerriero, forgiato nello scontro e nella lotta“, asserendo di non aver paura “dei poteri forti” che potrebbero colpirlo. “Io non ho paura di Draghi, dei suoi ministri, non ho paura di tutti i parlamentari e di tutte le università che mi attaccano. Non sono una vittima, sono un guerriero della cultura e continuerò a parlare tutti i giorni”.

E udendo le parole accorate di Orsini, pareva proprio di assistere a una discesa in campo pre-elettorale. “L’obiettivo che perseguo è una comunità politica che discuta di qualsiasi argomento liberamente, senza violenze e minacce, che non si faccia corrompere da offerte economiche. Le emozioni e i sentimenti sono un buon collante, ma se vogliamo raggiungere degli obiettivi non dobbiamo lasciarci sopraffare. Non bastano gli sfoghi, serve una strategia. Dobbiamo studiare le mosse per raggiungere l’obiettivo“.

E per attirare folle adoranti non v’è modo migliore che fare ricorso a una sana dose di vittimismo e di gridare alla persecuzione politica: “Sono stato aggredito, intimidito, minacciato, spaventato, assediato, ma non bisogna essere emotivi perché dobbiamo fronteggiare e contrattaccare delle forze potentissime. Faccio tutto questo per formare il mio Paese, perché io sono riconoscente allo Stato per quello che ha fatto per me, per aver pagato i miei studi”. E ancora: “Io vivo per la famiglia. Ho una macchina scassata, faccio una vita semplicissima. Che mi vogliono togliere? Provo tristezza per questi poverini“.

Nel manuale dell’aspirante leader di partito, un’altra preziosa tattica è quella dell’autoesaltazione: “Il mio caso è paradigmatico. Io un estremista? Ho inventato un modo nuovo di fare sanzioni per salvare la vita dei bambini”. 

E simile a un grillino dei primordi, non manca neppure l’attacco ai giornalisti che – a suo parere – non gli rispondono nel merito. “Mi danno dell’incapace e incompetente: sono disumani, degli sciacalli a cui non interessa della vita dei bambini. Pensate abbia paura di Maurizio Molinari? Dei poteri forti? Molinari, che mette sulla mia bocca parole che non ho mai detto. Io rido di Molinari, lo trovo grottesco. Se perdo il lavoro torno a fare il cameriere, so fare tutto, so pulire i bagni. Pensate che io abbia paura di Fontana? Che distorce tutto quello che dico. Repubblica e Corriere mi hanno chiesto un’intervista, ho detto di no”.

L’indomito Professore ribadisce più volte il suo coraggio: “Chiedo ai miei volgari calunniatori cos’altro devo fare per farvi capire che non ho paura di nessuno? Devo forse insultare Draghi o tutti i suoi ministri? Non capite che questo è il senso profondo della vita di uno studioso? È l’esempio pedagogico che un professore deve dare agli studenti”.

Infine, come ci si aspettava, il manifesto viene annunciato per davvero. Un manifesto “per la pace con cinque proposte a Draghi per uscire da questo inferno. Esiste un’alternativa alla politica del governo che sta facendo scelte deleterie che spazzeranno via tante aziende italiane e porteranno un’ondata di disoccupazione. Con un’interpretazione alternativa tu rendi il governo criticabile, così si crea un Paese libero“. Puntualizzando che: “Oggi ci sono battaglie e guerre nel mondo della cultura. Voglio cogliere le opportunità strategiche che la guerra in Ucraina offre al nostro Paese. Voglio creare un Paese più libero”. Il Paese è avvertito. 

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