Allarme talk show: i “filtri D’Urso” cancellano i connotati delle conduttrici

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Bianca Berlinguer
Lilli Gruber, Veronica Gentili, Barbara Palombelli, Bianca Berlinguer

di Marco Zonetti 🖋️

Barbara D’Urso ne è stata pioniera e antesignana: le luci abbaglianti e i “filtri bellezza” applicati alle telecamere sono divenuti ormai un must delle sue trasmissioni, sui quali lei stessa ama scherzare. Segreti rubati al cinema americano degli anni d’oro di Hollywood, quando attrici over 50 come Joan Crawford o, nelle serie Tv anni ’80 come Dynasty, Joan Collins, venivano riprese con accorgimenti – spesso artigianali nell’era pre-digitale – tali da farle apparire più giovani e sfumarne rughe, difetti e segni d’invecchiamento, riducendo la nitidezza dell’immagine e creando una più affascinante aura “flou”. Il celebre “effetto calza” utilizzato anche da Silvio Berlusconi nel celebre video della “discesa in campo” nel quale annunciava il suo ingresso in politica nel 1994.

Espedienti che almeno in Italia, prima di essere usati dal Cavaliere, erano rimasti circoscritti al mondo dell’intrattenimento senza invadere quello della politica e delle trasmissioni televisive impegnate. E invece, da qualche tempo a questa parte, soprattutto nei talk show di approfondimento, quelli che chiameremo i “filtri D’Urso” la fanno da padroni, superando di gran lunga perfino gli effetti speciali ai quali fa ricorso Barbarella.

Se la resa dell’immagine della telecamera che riprende Lilli Gruber a Otto e mezzo – illuminata da un’esplosione nucleare come ebbe a dire Luciana Littizzetto – è visibilmente meno nitida rispetto a quelle puntate sui suoi ospiti, la conduttrice del programma di La7 risulta però avere ancora qualche caratteristica umana rispetto ad altre colleghe i cui connotati sono invece direttamente cancellati.

Due occhi, due narici, una bocca e niente più, come l’indimenticato Deejay X di Superclassifica Show al quale almeno restava la sfera stroboscopica al posto del viso, a differenza di certe conduttrici di talk show completamente piallate dai filtri. Neppure un redivivo Schliemann riuscirebbe infatti a riportare in superficie le vestigia di un lineamento sui volti delle anchorwomen che, chiamate a discettare di guerra o di pandemia o di massimi sistemi della politica, finiscono per ipnotizzare il telespettatore che non crede ai suoi occhi nel vedere – dopo essersi spellato invano le mani sul telecomando credendo in un difetto del televisore – le padrone di casa dei salotti politici trasformate in maschere mono-dimensionali prive di qualunque caratteristica umana, con effetti speciali che farebbero impallidire Avatar di James Cameron.

L’esito, già esilarante di per sé, è esponenzialmente enfatizzato nel momento in cui la conduttrice in questione si collega con un ospite e i due volti vengono accostati. Sono infatti ormai oggetto di culto i collegamenti di #Cartabianca tra Mauro Corona, del quale viene impietosamente sbattuto in video ogni poro, rossore, ruga, pelo ispido, e Bianca Berlinguer pesantemente photoshoppata e illuminata d’immenso (e da ogni artificio tecnico che la civiltà tecnologica abbia mai prodotto). Una sorta d’incontro tra il nonno alpinista di Bernadette e la madonna di Lourdes, insomma.

Stessa musica per Barbara Palombelli, che trasformata in eterea ed evanescente silfide a Stasera Italia crea non pochi scompensi ai suoi ospiti apparendo – grazie ai filtri – trent’anni più giovane di persone che hanno almeno vent’anni meno di lei. “L’effetto Lourdes” ha contagiato anche una conduttrice come Veronica Gentili, che si affida a piene mani agli stessi trucchi della Palombelli e della Berlinguer malgrado non abbia ancora compiuto quarant’anni. E se quindi il ricorso ai filtri non è appannaggio solo delle donne più mature, non è neanche esclusivamente prerogativa del sesso femminile visto che anche un maschio alfa di Destra come Nicola Porro utilizza gli stessi stratagemmi nel suo programma Quarta Repubblica, nel quale anch’egli non è esente dall’apparire evidentemente “piallato”.

Sì, la cancellazione dei lineamenti delle conduttrici e dei conduttori dei talk show italiani introduce senz’altro un significato tutto nuovo al concetto di “trasparenza del giornalista”. Peccato non sia proprio quello in cui avevano confidato i telespettatori.