Anzaldi a Malagò: “Lo Ius Soli sportivo c’è già per volere del Pd di Renzi. Ora occorre Ius Culturae”

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Il Presidente del Coni Giovanni Malagò e l’On. Michele Anzaldi (Iv)

Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva e Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, risponde alle parole del Presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha deplorato l’assenza dello Ius Soli sportivo dopo la vittoria e il record storico di Marcell Jacobs nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo 2020. In un intervento sull’Huffington Post, l’On. Anzaldi ricorda come in realtà lo Ius Soli sportivo ci sia già e sia “stato introdotto nel 2017 grazie ad una norma voluta dal Pd di Matteo Renzi e varata dal Governo Gentiloni, una norma che ha permesso di tesserare nelle federazioni i figli di immigrati che siano nati in Italia“.

La norma nacque per la vicenda della Tam Tam Basket di Castel Volturno, “meritoria iniziativa voluta dal coach Massimo Antonelli che ha permesso di salvare dalla strada tanti ragazzi in una realtà davvero difficile, spesso all’onore delle cronache per altri tipi di notizie”. Michele Anzaldi ricostruisce quindi la storia della squadra giovanile di basket, nata nella città in provincia di Caserta caratterizzata da “forte disagio sociale e con la più alta incidenza di extracomunitari in Italia, quasi tutti di provenienza africana e con problemi d’inserimento”. Squadra giovanile radunata da “un uomo eroico, uno di quelli che non ha mai smesso di indossare la divisa sportiva, Massimo Antonelli, allenatore ed ex campione di pallacanestro”, che ha deciso di “utilizzare l’amore per lo sport per innescare un meccanismo di inclusione e riscatto”.

E tuttavia, i ragazzi, pur nati e cresciuti in Italia, venivano reputati stranieri e quindi impossibilitati a iscriversi al campionato. “Fino a quando il ministro per lo Sport Luca Lotti” racconta ancora il Deputato di Italia Viva, “poco prima di Natale 2017, annuncia che nella Legge di Bilancio il governo avrebbe inserito la norma ribattezzata “Tam Tam”, che ha consentito a tutti i figli di stranieri, capaci di dimostrare la frequenza scolastica nella scuola italiana, di praticare qualsiasi tipo di sport senza alcuna limitazione. Una norma che ha salvato lo sport di ben 500mila ragazzi in tutta Italia e, nel caso della Tam Tam, ha permesso a 60 ragazzi di crescere in una realtà difficile come Castel Volturno senza che nessuno di loro sia caduto nelle maglie delle criminalità”.

Grazie insomma alla ‘Legge Tam Tam’, illustra l’On. Anzaldi, “tanti giovani hanno potuto fare sport come i loro coetanei, senza essere discriminati. E’ giusto ricordare che se qualcosa è stato fatto lo si deve al centrosinistra, mentre i 3 anni di Governi Conte non hanno portato nessun progresso su questo fronte“. Per il deputato di Iv: “Resta ancora molto da fare. Il passaggio successivo, però, non è certamente quello di creare una nuova discriminazione con lo “Ius Soli” solo per atleti nazionali. Quello che serve è lo Ius Culturae. Giovani che frequentano gli asili, le scuole, i licei in Italia, come la nostra atleta del disco Daisy Osakue o la pallavolista portabandiera olimpica Paola Egonu, nate da genitori nigeriani, non devono certamente attendere i 18 anni per diventare a tutti gli effetti italiani, lo sono già”.

E ancora: “Ogni bambino che va a scuola in Italia deve essere considerato pienamente uguale a tutti i suoi compagni di classe perché è proprio la frequenza scolastica a creare identità e integrazione. Fatto lo Ius Soli sportivo grazie al centrosinistra, ora dobbiamo approvare lo Ius Culturae. Di certo non possiamo pensare che la cittadinanza sia un premio che si vince come se fosse una gara olimpica, la cittadinanza per chi vive e va a scuola in Italia deve essere un diritto. Mi auguro che su questo il presidente Draghi possa dare una svolta, addirittura valutando di mettere la fiducia. Sono sicuro che la stragrande maggioranza degli italiani lo appoggerebbe“.  

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