Anzaldi: “Rai chieda scusa a Calenda e chiarisca uso dei social con USIGRai”

Il Condirettore della Tgr Carlo Fontana e il leader di Azione Carlo Calenda
Il Condirettore della Tgr Carlo Fontana e il leader di Azione Carlo Calenda (Ph. Dagospia)

di Marco Zonetti 🖋️

Sui social media infuria in queste ore un caso politico-mediatico dovuto a un post pubblicato su Facebook da un dirigente Rai, il condirettore della Tgr Carlo Fontana, post nel quale viene chiamato in causa il nonno di Carlo Calenda per criticare l’operato del leader di Azione.

“Indovinello” scrive Fontana. “Come si chiamava il famoso regista nonno di Carlo Calenda? Luigi Comencini. Che sceneggiato diresse per la Tv? ‘Le avventure di Pinocchio’. Ecco: tutto torna”. Allusione neanche troppo velata a una presunta tendenza di Calenda a dire bugie? Era questo il significato del post? Chissà. Sta di fatto che il politico non ha gradito e, su Twitter, ha ripubblicato il post di Fontana corredandolo con la seguente replica: “Una cortesia, so che questo posto è diventato un immondezzaio, so che ci sono persone legittimamente arrabbiate per la scelta fatta. Lasciate stare i nonni. Ognuno è responsabile per se stesso. Buon divertimento”. “La scelta fatta” è ovviamente la rottura dell’alleanza con il Pd.

Nel corso della giornata, l’USIGRai ha stigmatizzato il post di Fontana sottolineando come “Non è tollerabile che chi lavora nel servizio pubblico utilizzi social, dibattiti pubblici o qualsiasi altro mezzo per colpire o al contrario spalleggiare questo o quel politico”.

Le parole utilizzate dall’USIGRai ci hanno riportato alla mente la famigerata risoluzione sull’uso dei social da parte dei dipendenti e giornalisti Rai, mai applicata – come del resto quella sugli agenti. E per restare in tema, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), che fu uno dei principali fautori della suddetta risoluzione, è intervenuto su Twitter commentando così l’episodio: “La Rai chieda subito scusa a Calenda e chiarisca con Usigrai come i giornalisti devono usare i social. C’è una risoluzione della Vigilanza rimasta inapplicata. Troppi incidenti e ancora di più troppi messaggi privati che riceviamo e meriterebbero esposti a Ordine dei giornalisti”.