Ascolti Tv: La guerra fa bene a La7 e Mentana batte il record di presenza video

Mentana La7 ascolti tv
Enrico Mentana, Direttore del TgLa7

di Marco Zonetti 🖋️

Tra i vari “indotti” delle guerre del Terzo Millennio vi è anche quello dell’informazione televisiva veicolata dalle reti generaliste, costrette dai conflitti internazionali – almeno quelli più cruciali e più vicini – a stravolgere i palinsesti e a sostituire i consueti spazi d’intrattenimento con speciali e reportage dai fronti. Nell’àmbito mediatico italiano la rete più “avvantaggiata” in questo senso è senz’altro La7, la cui offerta è già costellata di programmi di approfondimento e talk show politici, risultando così più pronta e tempestiva – in caso di eventi straordinari, pensiamo all’emergenza Covid o alla corsa al Quirinale o alle crisi internazionali – rispetto agli altri canali generalisti, più ingessati e vincolati alle esigenze di palinsesto o alle catene di comando pantagrueliche come quelle della Rai che limitano la subitaneità di azione rendendola spesso pari a quella di un bradipo narcotizzato.

E’ in questa chiave, dunque, che vanno letti i dati Auditel pubblicati in un trafiletto del Corriere della Sera – il cui proprietario Urbano Cairo, va detto, è lo stesso di La7. Dati secondo i quali, per il canale televisivo della Gruppo Cairo Communication quello appena trascorso è stato il “miglior marzo di sempre”. Nelle 24 ore, “lo share è stato del 4.43% in crescita di un punto rispetto al marzo 2021”. Non solo: la guerra in Ucraina ha permesso a La7 di “posizionarsi al quarto posto assoluto, davanti a Rai2 (4.42%) e a Italia1 (4.29%)”. In prima serata, La7 si piazza invece al quinto posto delle reti generaliste, davanti a Rai2 e Rete4, nonché quarta al mattino prima di Rai2 e Italia1.

Da tali cifre, emerge un dato lampante: La7 ha ormai superato Rai2 che un tempo era leader per quanto riguarda l’informazione televisiva italiana. Dato a cui aggiungiamo quello del martedì sera, che vede il talk di La7 DiMartedì distaccare nettamente l’unico programma di approfondimento in prima serata della Rai, ovvero #Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer su Rai3. E che dire dell’Otto e mezzo (il programma più visto di La7) dell’inossidabile Lilli Gruber che, dal lunedì al venerdì, doppia costantemente Tg2 Post su Rai2? Del resto, è capitato più volte che, per esempio, le conferenze stampa di Mario Draghi riguardo alle misure anti-Covid fossero seguite in diretta dal canale di Cairo, con i canali Rai non pervenuti. “Perché pagare il canone se il servizio pubblico lo fanno le reti commerciali?” è il cavallo di battaglia del Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi.

Tornando alla tempestiva copertura degli eventi straordinari, La7 non per nulla è la patria delle “maratone Mentana”, al punto che Enrico Mentana nelle ultime sei settimane – tra edizioni serali e speciali – ha macinato oltre 137 ore in Tv. Un inquietante tour de force che evoca film come Non si uccidono così anche i cavalli?, nel quale il regista Sidney Pollack raccontava le sfiancanti maratone di ballo dell’America durante la Grande Depressione. 

Andando però controcorrente rispetto ai dati trionfali snocciolati dal Corriere della Sera, c’è da dire che il fenomeno della “Maratona Mentana”, divenuta ormai un eponimo, riesce a calamitare magistralmente l’attenzione dei media e a creare notevole fermento sui social, ma non brilla certo per quanto riguarda gli ascolti, assestandosi nel caso di quelle pomeridiane su una media del 3% di share. Non esattamente un plebiscito, insomma.

E se il gioco già non funziona a meraviglia per l’originale, figuriamoci per i suoi epigoni. Il manifesto tentativo di “mentanizzarsi” da parte della Direttrice del Tg1 Monica Maggioni non ha infatti giovato all’Ammiraglia Rai. In onda praticamente 24 ore su 24 e inserite in ogni trasmissione televisiva di Rai1, le “maratone Maggioni” hanno finito per indebolire, specie in fascia mattutina, la Prima Rete e lo stesso Tg1, battuti entrambi dalla concorrenza di Canale5. Ennesimo segno che i telespettatori italiani perdonano quasi tutto, ma non la sovraesposizione – e il presenzialismo. 

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