Ascolti Tv: lo speciale Tg1 su Ratzinger ritarda Amadeus, che però batte Panicucci

Laura Chimenti al timone dello Speciale Tg1 sulla morte di Papa Ratzinger
Laura Chimenti al timone dello Speciale Tg1 sulla morte di Papa Ratzinger

di Marco Zonetti

La morte di Joseph Ratzinger, Papa emerito, ha rivoluzionato i palinsesti televisivi dell’ultimo giorno dell’anno, e in primo luogo quello di Rai1 che ha lasciato spazio a vari speciali nell’arco della mattinata, del pomeriggio e della serata di ieri. Il notiziario diretto da Monica Maggioni ha anche occupato lo spazio immediatamente successivo al discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con uno speciale sempre dedicato alla scomparsa di Benedetto XVI, condotto da Laura Chimenti, che ha fatto partire in ritardo L’anno che verrà condotto da Amadeus. Ben quaranta minuti dopo Capodanno in musica condotto da Federica Panicucci su Canale5.

Malgrado la partenza tardiva, Amadeus ha però vinto nettamente la serata con una media di 5.032.000 spettatori e il 36.9% di share, mentre Capodanno in Musica ha totalizzato 3.001.000 spettatori con uno share del 20.9%, in crescita rispetto al 2021.

Da notare un dettaglio non trascurabile: su Rai1 il messaggio di fine anno del Presidente Mattarella ieri sera è stato visto da 4.994.000 spettatori, quando invece l’anno scorso a seguirlo erano stati in 6.336.000. Quasi un milione e mezzo di spettatori in meno sulla rete ammiraglia Rai rispetto al 31 dicembre 2021, quando il Paese era ancora vincolato dalle restrizioni dovute al Covid. Del resto, basti pensare che, a fine 2020 in piena pandemia, il messaggio del Capo dello Stato attirò ben 7.443.000 spettatori su Rai1.

Ma confrontiamo anche il riscontro del discorso di Mattarella sulle altre reti. Ieri su Canale5 il Capo dello Stato è stato visto da 2.915.000 spettatori, su Rai2 da 625.000, su Rai3 da 819.000. L’anno scorso a seguirlo su Canale5 furono in 3.591.000, su Rai2 847.000, su Rai3 1.129.000. Un evidente calo generale di individui all’ascolto rispetto al 2021, ma perfettamente in linea con le cifre del 2019, ovvero dell’era pre-covid. Un piccolo segnale di ritorno alla normalità.