di Marco Zonetti 🖋️
Da anni sottolineiamo come i talk show televisivi, per la maggior parte, impieghino ormai sempre piĂą gli stessi opinionisti a parlare degli stessi argomenti negli stessi salotti. E da tempo, suffragati da testimonianze come quelle di Michele Santoro, evidenziamo come i dati di ascolto delle suddette trasmissioni siano sempre piĂą calanti, se non a picco.
A parte alcune realtĂ come Otto e mezzo di Lilli Gruber su La7, che – pur avendo perduto terreno – si mantiene sempre a livelli piuttosto alti, il resto dei talk show conosce una stagione piuttosto triste. Ospite di un approfondimento di Enrico Mentana, qualche mese fa il suddetto Santoro aveva per esempio sottolineato come i talk del giovedì sera, slot che un tempo ospitava quelli da lui condotti e che arrivavano anche al 30% di share, oggi arranchino per raggiungere un misero 2%. RealtĂ sottolineata recentemente anche da Giovanni Minoli.
Commentando le cifre dei talk politici pubblicate da T.P.I., talk ormai “saturati dai virologi chiamati a parlare di Covid-19”, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) commenta: “Il crollo di ascolti dei talk non può sorprendere: ormai i telespettatori assistono ogni settimana alle solite compagnie di giro che discutono sempre sugli stessi temi, passando da una rete all’altra. Il servizio pubblico invece di distinguersi ha deciso di copiare il modello della tv commerciale, arrivando a pagare gli opinionisti come avviene nella tv privata, peraltro sempre gli stessi“.
L’allusione è soprattutto ad Andrea Scanzi, firma del Fatto Quotidiano e ospite fisso pagato a #Cartabianca su Rai3, nonchĂ© oggetto di un’interrogazione dello stesso On. Anzaldi. Che conclude: “Il risultato è un adeguamento al ribasso, talk trasformati in pollaio, nessun contributo serio all’informazione. Si fatica a comprendere perchĂ© su questo l’Ad Fuortes non sia ancora intervenuto”.