di Marco Zonetti
Sabato 9 ottobre 2021, l’edizione delle 20.00 del Tg1 diretto da Giuseppe Carboni ha dato ampio risalto e dedicato vari servizi all’assalto alla sede romana della Cgil perpetrato dai manifestanti No Green Pass, assalto che ha portato all’arresto di dodici persone fra le quali Giuliano Castellino e Roberto Fiore, leader del movimento politico neofascista Forza Nuova.
Nel servizio di Roberta Ferrari, il cui video pubblichiamo integralmente qui sotto, vengono utilizzate diverse sequenze riprese sul canale Telegram “Guerrieri per la libertà”, facente capo a un gruppo no vax finito nel mirino delle forze dell’ordine nel settembre scorso, quando i suoi partecipanti preparavano armi per una manifestazione no Green Pass a Roma, “con l’obiettivo di provocare disordini e condizionare l’operato del governo” come scriveva Il Riformista. Che precisava: “A coordinare le indagini la procura di Milano, che ha delegato la Digos e il compartimento di polizia postale, con le perquisizioni effettuate nei confronti di soggetti residenti a Milano, Roma, Bergamo, Reggio Emilia, Venezia e Padova”, poi indagati per istigazione a delinquere aggravata.
Nelle chat che hanno allertato gli inquirenti “si parlava anche di utilizzare esplosivi in manifestazioni di no Green Pass o ancora la volontà di fare ‘casino’ nelle manifestazioni in programma l’11 e il 12 settembre nella Capitale”.
Come da video qui sopra, al Tg1di sabato 9 ottobre in prima serata, un’edizione seguita quella sera da 4.905.000 spettatori, il logo del canale Telegram “Guerrieri per la libertà” campeggiava in lunghe sequenze (e non in un semplice “frame” come alcune fonti di stampa hanno riportato), tanto da sembrare una sorta di pubblicità al gruppo stesso.
VigilanzaTv ha un parere al Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), che ci ha risposto: “Il servizio del Tg1 ha finito per regalare un prolungato spot visto da quasi cinque milioni di spettatori a un canale estremista. C’erano mille modi per apparentare quanto accaduto sabato scorso a Roma con i contenuti delle chat finite al vaglio degli inquirenti, e invece è stato scelto proprio il più efficace per la propaganda che sta alla base dei condannabili fatti avvenuti sabato 9 ottobre. Se invece di quel canale si fosse trattato di un’azienda privata, sarebbe stata pubblicità a carico della Tv di Stato. In questo caso, è anche peggio, poiché il Servizio Pubblico pagato dai contribuenti ha fatto una proficua promozione a un gruppo nel mirino delle forze dell’ordine, alcuni esponenti del quale sono indagati per istigazione a delinquere aggravata. Un altro esempio, grave, di sciatteria dell’informazione Rai pagata dai contribuenti”.
E il Segretario della Vigilanza conclude: “Siamo passati dalla precisione e dalla correttezza giornalistica della gestione Maggioni, che ha fatto scuola nel mondo riguardo ad attentati e rapimenti dell’Isis, alla gestione confusionaria e raffazzonata di oggi. E dire che basterebbe copiare dalle Tv commerciali che in questi errori non incappano.”