Aumento canone. Anzaldi: “Questa Rai non merita un euro in più”

Michele Anzaldi canone Rai Matteo Renzi
Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai

L’ipotesi dell’aumento del canone Rai dopo la bocciatura Ue della Legge Gasparri suscita le critiche del Segretario della Vigilanza Michele Anzaldi

L’aumento del canone Rai torna alla ribalta nel dibattito pubblico. Secondo le indiscrezioni del quotidiano La Repubblica dopo la bocciatura Ue della Legge Gasparri, potrebbe infatti riaprirsi il discorso relativo al canone. Che il Governo vorrebbe dirottare tutto su Viale Mazzini, aumentando gli introiti Rai di almeno 400 milioni.

L’obiezione di Michele Anzaldi

Un’ipotesi che suscita la feroce critica del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi.

“Davvero a Palazzo Chigi pensano che la decisione di dare ancora più soldi alla Rai avrebbe i voti in Parlamento?” dichiara il Deputato renziano all’Ansa. “Basta vedere cosa e’ successo al dl Covid, con decine di M5s che non hanno votato la fiducia e io stesso che sono stato assente”.

“Il governo – prosegue l’On. Anzaldi – farebbe bene a smetterla con continue forzature. Dare più canone alla Rai significa togliere altre risorse alle tv locali, già pesantemente in crisi per la situazione generale. E poi questa Rai non si merita neanche un euro in più, visti i risultati.”

La peggiore Rai di sempre

“Questa e’ la peggiore Rai di sempre” continua il Segretario della Vigilanza. “Non fa informazione, e quella poca che c’e’ e’ faziosa e squilibrata, come ha ravvisato più volte l’Agcom con sanzioni senza precedenti. E poi e’ la Rai degli sprechi, dei privilegi a conduttori e agenti“.

L’aumento del canone è uno schiaffo ai cittadini

“Giusto ridurre la pubblicità alla Rai” propone Anzaldi. “Forse eliminarla del tutto per togliere alibi a tanti sprechi e privilegi, ma pensare di aumentare il canone e’ davvero inaccettabile. Uno schiaffo ai cittadini e una concorrenza sleale alle imprese private che oramai si sono quasi totalmente sostituite alla Rai nel fare informazione. Si pensi a La7 o al ruolo insostituibile delle tv regionali”.

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