Lucia Azzolina, Ministra dell’Istruzione, definisce Bella Ciao “parte del patrimonio culturale italiano nonché canto che diffonde valori universali”.
Fabio Rampelli: “Inno divisivo. Evitare diffusione di visione politicizzata”
Le parole della Azzolina sono in risposta all’interrogazione di Fabio Rampelli (FdI), vicepresidente della Camera dei Deputati. Secondo il quale l’inno partigiano è divisivo poiché “rappresenta una parte politica ben definita, purtroppo protagonista anche di violenze efferate e ingiustificate, anche nei confronti di civili, preti, donne e bambini“.
L’On. Rampelli chiedeva inoltre alla Ministra Azzolina di “adottare le iniziative di competenza per evitare la diffusione di una visione politicizzata della storia nelle scuole. Evitando che sia altresì consentito un indottrinamento delle nuove generazioni“. Nonché di “dare indirizzi, per quanto di competenza, ai dirigenti scolastici per distinguere la festa della Liberazione dall’inno dei partigiani, divisivo ed evocatore di violenze storicamente accertate“.
Lucia Azzolina: “Valori universali di opposizione a guerre ed estremismi”
Lucia Azzolina ha dunque risposto che “Bella Ciao è parte del patrimonio culturale italiano, noto a livello internazionale, tradotto e cantato in tutto il mondo. Un canto che diffonde valori del tutto universali di opposizione alle guerre e agli estremismi“.
La risposta di Michele Anzaldi e Gian Mario Fragomeli
Alle parole della Azzolina hanno risposto con una nota congiunta l’On. Michele Anzaldi (Iv) e l’On. Gian Mario Fragomeli (Pd).
“Siamo contenti che ci sia stato anche da parte del governo un riconoscimento ufficiale al valore della canzone Bella Ciao, canto nazionale e popolare per la democrazia e la repubblica, la rinascita di un popolo”.
“Proprio da qui era partita la nostra proposta di legge per il riconoscimento ufficiale della canzone Bella Ciao e il suo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado. Bella Ciao è una canzone che segna la rinascita di un popolo, un popolo che torna libero contro ogni forma di dittatura e totalitarismo. Per questo va superata l’etichetta di canzone divisiva, ma ha invece l’obiettivo di unire”.
Canto di libertà e democrazia
E ancora: “Ci dispiace se non tutti si riconoscano nei valori fondanti della Repubblica ed abbiano ancora voglia di etichettare la canzone Bella Ciao come una canzone di parte, perché non lo è e in tutti i Paesi del mondo è riconosciuta come canto di libertà, democrazia e repubblica. Il nostro testo di legge va nella direzione giusta proprio per superare questi pregiudizi ormai quasi inesistenti ma a cui una parte politica ancora si attacca”.