Bonus Partita Iva, Anzaldi: “Inps dica chi sono i deputati e non spari nel mucchio”

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Michele Anzaldi, Italia Viva

Chi sono i 5 deputati del Bonus Partita Iva? Michele Anzaldi (Iv) va contro corrente: “Fare trasparenza e non gettare discredito su tutto il Parlamento”

Bonus Partita Iva, chi sono i cinque deputati che hanno chiesto il bonus di seicento euro? La notizia data questa mattina da Repubblica ha scatenato un putiferio in una sonnacchiosa domenica d’agosto.

Ad accorgersi di tutto, la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, organismo istituito ad hoc dal presidente Pasquale Tridico. Il fatto in sé non presupporrebbe una condotta illegale, ma senz’altro del tutto inopportuna e riprovevole.

Nella fattispecie, richiedere il Bonus Partita Iva che – durante l’emergenza Covid-19 – andava a portare un aiuto (minuscolo, peraltro) ai lavoratori messi in ginocchio dalla pandemia è quanto mai iniquo. Specie partendo da uno stipendio non esattamente da fame. Per i deputati si parla di 12.439 euro netti mensili, senza le varie agevolazioni. E per certi conduttori televisivi tale cifra viene ampiamente superata.

Ma, mentre è scattata la caccia al furbetto e molti parlamentari di diversi schieramenti cavalcano il crucifige generale, un altro deputato, Michele Anzaldi di Italia Viva va contro corrente.

“Invece di creare casi mediatici” dichiara su Facebook, “e dare notizie in esclusiva ad un solo giornale, l’Inps faccia davvero trasparenza sui deputati che avrebbero percepito i 600 euro per le Partite Iva“.

“Tridico mandi una comunicazione ufficiale. Faccia una conferenza stampa insieme al Governo aperta a tutti i giornalisti. Dica quale è il buco nella legge e quanti redditi alti hanno percepito il bonus, invece di sparare nel mucchio gettando discredito sull’intero Parlamento.

“Chi ha preso quei soldi non doveva prenderli, chi glieli ha dati doveva segnalare subito il problema. Chi ha scritto il decreto avrebbe dovuto evitare questo rischio, che può riguardare un deputato come un manager o qualche altra figura professionale.

Basta con la semplice e continua ricerca di visibilità e con il discredito di massa“, conclude il deputato e Segretario della Vigilanza Rai.