Bonus Partita Iva: sanzionare conduttore Tv che lo ha chiesto

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Bonus Partita Iva, scoppia lo scandalo in una sonnacchiosa domenica di agosto. Chi sono i cinque deputati e il conduttore Tv che hanno richiesto i 600 euro destinati ai liberi professionisti vessati dal lockdown?

Ad accorgersi di tutto, la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, organismo istituito ad hoc dal presidente Pasquale Tridico. Il fatto in sé non presupporrebbe una condotta illegale, ma senz’altro del tutto inopportuna e riprovevole. Quanto alla peculiare “tempestività” della notizia da parte di Tridico e dell’Inps, ne abbiamo parlato a diffusione qui.

Caccia ai sei “furbetti

Intanto, in Parlamento, vari leader ed esponenti dei diversi schieramenti hanno chiesto a gran voce l’identità dei cinque “furbetti” auspicandone le dimissioni. Ma una sanzione sarebbe doverosa anche nel caso del misterioso giornalista/conduttore televisivo, a maggior ragione se in forza alla Rai e quindi pagato dal Servizio Pubblico.

Sia nel caso dei parlamentari, sia nel caso di conduttori Tv, specie se dovesse trattarsi di un dipendente del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, si tratta di figure chiamate a dare il buon esempio al prossimo.

Bonus Partita Iva per “nababbi”

E nella fattispecie, richiedere il bonus partita iva che – durante l’emergenza Covid-19 – andava a portare un aiuto (minuscolo, peraltro) ai lavoratori messi in ginocchio dalla pandemia è quanto mai iniquo. Specie partendo da uno stipendio non esattamente da fame. Per i deputati si parla di 12.439 euro netti mensili, senza le varie agevolazioni. E per certi conduttori televisivi tale cifra viene ampiamente superata.

Da quale recondito recesso della mente può scaturire l’idea di chiedere un bonus di 600 euro quando se ne guadagnano mensilmente molti ma molti di più? Al solo pensiero si rimane sgomenti.

Oltre la beffa, il danno

Si riuscirà mai a scoprire l’identità dei “magnifici sei”, e – in tal caso – verranno presi provvedimenti equi e sanzionatori di tale vergognosa condotta? Ci auguriamo che – nel caso in cui il giornalista e conduttore televisivo incriminato si scoprisse essere una figura Rai – Viale Mazzini prenda severe misure.

Così come Mediaset, aggiungiamo. Anche solo per il danno d’immagine all’azienda. Già gravissimo nell’ambito privato, figuriamoci in quello pubblico.

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