Di Marco Zonetti
Il caso Dazn, broadcaster che si è aggiudicato i diritti di trasmissione delle partite di calcio A (in esclusiva per sette partite su dieci), e dei suoi disservizi continua a infiammare il dibattito pubblico, dopo l’ennesimo “flop” di giovedì 23 settembre, quando un blackout ha oscurato per mezz’ora le partite Torino Lazio e Sampdoria-Napoli. Un’altra macchia nel curriculum non esattamente intonso di Dazn per quanto riguarda la messa in onda del calcio in Italia. Un’altra macchia che ha scatenato un putiferio tra i club di Serie A, poi esteso alle istituzioni, e che ha spinto il broadcaster all’annuncio di un rimborso agli spettatori danneggiati. Ma il problema sussiste, è evidente, e potrebbe ripresentarsi in futuro.
Molti si domandano, per giunta, come mai la Rai abbia abdicato al suo ruolo di Servizio Pubblico per quanto riguarda la trasmissione delle partite di serie A di calcio, e sull’argomento ha risposto Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai e Deputato di Italia Viva, interpellato su Radio Cusano Campus nel corso della trasmissione L’Italia s’è desta, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti.
L’On. Anzaldi ha commentato: “La Rai ha nel contratto di servizio che deve seguire anche lo sport. Se si comincia ad alzare sempre di più i costi, se i giocatori e le società vogliono guadagnare sempre di più, alle aste si arriva a delle cifre di fronte a cui il Servizio Pubblico si deve fermare e lì subentrano altri soggetti. Dopo che la Rai perde l’asta quei soldi offerti non è che tornano agli italiani, rimangono nelle casse della Rai. In questa situazione alla Rai conviene perdere le gare per i diritti tv“.
E precisa: “Se in questo campo entrano dei player internazionali con fondi infiniti come Amazon è chiaro che non ce la fai. Ma se quello che vince, vince solo con dei soldi e fa fuori anche un colosso come Sky, forse ci si dovrebbe chiedere come ha fatto a farla fuori… Hanno detto che avrebbero usato la rete e non il satellite, a quel punto bisognava andare a verificare se quella rete c’è davvero, e che non ci fosse lo sapevano tutti, anche quegli studenti in DAD che dovevano seguire le lezioni da casa lo sapevano. Per far assegnare i diritti del campionato di calcio alla Rai bisogna fare in modo che i costi siano più contenuti“.
E ancora: “Quando la Rai ha perso i diritti per la Nazionale di calcio, solo io ho gridato allo scandalo. Adesso la filosofia che domina è che chi ha i soldi compra, si gestisce privatamente tutto, è l’impero dei soldi, questo andazzo va avanti da anni e nessuno dice niente. Adesso che stanno arrivando piccoli nodi al pettine perché c’è un problema di rete tutti gli italiani scoprono che non funziona”.