Caso Meloni-De Luca, risponde Anzaldi: “Utilizzo spregiudicato di risorse pubbliche”

Fabrizio Alfano, capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, attende in posizione strategica di riprendere - nel video divenuto virale - la battuta di Giorgia Meloni a Vincenzo De Luca a Caivano
Fabrizio Alfano, capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, attende in posizione strategica di riprendere – nel video divenuto virale – la battuta di Giorgia Meloni a Vincenzo De Luca a Caivano

di Marco Zonetti

Per un insulto contro Giorgia Meloni sfuggitogli in una conversazione “rubata” da una telecamera nascosta a Palazzo Montecitorio, il governatore campano Vincenzo De Luca fu attaccato da tutti, persino da Bruno Vespa in veste di difensore ufficiale della premier. All’epoca, il già segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi twittò: “È più grave il dileggio della premier Meloni espresso in visita ufficiale contro un presidente di Regione (‘vada a lavorare!’), che protesta a Palazzo Chigi con decine di sindaci, o l’insulto rubato alla Camera da una telecamera nascosta, in un luogo dove le riprese sono vietate?”

Oggi, dopo il blitz a Caivano in cui la premier ha restituito la “stronza” al governatore, abbiamo deciso di chiedere a Michele Anzaldi cosa ne pensi dell’exploit meloniano, anche in termini comunicativi. 

“Ho trovato questa vicenda sconcertante” ci dice Anzaldi, “non tanto per l’insulto, cui oramai purtroppo siamo da anni abituati nella politica italiana, quanto perché come hanno rivelato testate come VigilanzaTv, Repubblica, Dagospia, questo trappolone contro il governatore De Luca era stato accuratamente preparato e studiato a Palazzo Chigi, con tanto di personale della presidenza del Consiglio che si sarebbe prestato alla sceneggiata”. 

Trova più grave questo dell’atteggiamento incivile? 

“Se in un comizio o in un faccia a faccia televisivo un leader decide di attaccare con l’insulto, lo troverei poco edificante ma oramai sappiamo che può accadere. Se però la strategia dell’insulto viene usata in un appuntamento ufficiale e istituzionale, in un contesto ‘protetto’ dove i giornalisti non erano ammessi, in un luogo dove ci sono solo cameramen ufficiali e addetti stampa delle istituzioni, allora si crea un problema di utilizzo spregiudicato di risorse pubbliche. E su questo mi aspetterei dall’opposizione interrogazioni, esposti, richieste di chiarimento in sede ufficiale. Una cosa sono le dirette Facebook colorite di De Luca, un’altra è una cerimonia ufficiale dove la premier in persona organizza tranelli contro altre istituzioni, una deriva mai vista”. 

Crede, a parte tutto, che però sia stata una mossa efficace? 

“Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad una svolta ancora più populista e polarizzante della Meloni, che cerca in tutti i modi lo scontro con il Pd e la sinistra. Probabilmente pensa che gli possa giovare in termini di voti, e lo scopriremo tra dieci giorni, però il costo per le istituzioni rischia di essere alto: se litighi con tutti, enti locali ma anche altri governi europei, per un pugno di voti in più, magari riesci a distanziare ancora di più Salvini, ma poi sarà ancora più difficile portare a casa dei risultati concreti quando ci sarà da trattare e trovare compromessi. Da quasi due anni Giorgia Meloni è presidente del Consiglio, non è più un leader di opposizione, sembra però che non se ne sia accorta”.

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