di Marco Zonetti
Proseguono sui social gli strascichi mediatici della bomba sganciata da Dagospia qualche giorno fa nel pubblicare un comunicato della RSU, Rappresentanza Sindacale Unitaria, riguardo a presunti comportamenti di Myrta Merlino, conduttrice del programma mattutino di La7 L’Aria che tira. Secondo i sindacati, il “volto di rete frequentemente adotta nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda, e condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale e né di tipo etico”.
La RSU, conclude il comunicato, “esprime la sua ferma contrarietà nei confronti del comportamento della conduttrice ed auspica che dopo questa formale segnalazione vengano finalmente adottate le necessarie misure da parte dei vertici aziendali al fine di ripristinare il corretto rapporto individuo – Azienda e di ristabilire il giusto clima lavorativo, ad oggi deteriorato”.
Come abbiamo riferito sopra è stato il sito diretto da Roberto D’Agostino a rendere di dominio pubblico il caso – le cui responsabilità in questione sono ancora tutte da dimostrare, beninteso – ma fra i giornali che hanno rilanciato la vicenda si riscontra un’assenza del tutto eclatante, data la rilevanza del quotidiano in questione. Se il sito de La Repubblica ha pubblicato un articolo per poi cancellarlo – e il motivo è un altro mistero in sé – il suo illustre rivale non ha infatti scritto un rigo al riguardo. Parliamo del Corriere della Sera, la cui versione online ha per esempio dedicato una gallery di otto pagine otto al commento di Ballando con le Stelle ma neanche una parola sul caso Merlino, a differenza di altre testate come ad esempio Il Fatto Quotidiano, che ha invece dedicato ampio spazio alla questione.
Molti commentatori in rete si sono domandati il perché di questo silenzio da parte del primo quotidiano italiano su una vicenda che chiama in causa una delle più note conduttrici televisive del panorama mediatico italiano. E viene in mente un’unica ragione plausibile: ovvero che La7 e il Corriere condividono lo stesso proprietario, Urbano Cairo, e che quindi si sia preferito non dare visibilità al comunicato sindacale che invece tanto interesse ha destato in rete e su altri organi di stampa.
La domanda è la seguente: qualora fossero state tirate in ballo Eleonora Daniele e Antonella Clerici (Rai1) o Federica Panicucci e Barbara Palombelli (Canale5), “rivali” della Merlino in fascia mattutina, o un qualunque conduttore o una qualsiasi conduttrice della concorrenza, Il Corriere avrebbe seguito la stessa linea del silenzio? Non possiamo saperlo. Sta di fatto però che, se davvero quello che è considerato il più rilevante organo d’informazione italiano ha applicato tale “filtro” alla vicenda, la situazione assume connotati piuttosto inquietanti. Non tanto per la questione Merlino che è tutta da dimostrare, bensì per i criteri di newsworthiness, ovvero di selezione delle notizie, adottati dai quotidiani italiani. Specie quelli ritenuti più autorevoli.