di Marco Zonetti 🖋️
In altri tempi e in un altro Paese il servizio di Gaetano Pecoraro delle Iene riguardo al caso degli opinionisti in Rai, e più specificamente alla vicenda del docente della Luiss Alessandro Orsini, avrebbe scatenato un putiferio mediatico. Invece, nel silenzio generale, nel suddetto servizio del programma di Italia1 sono state udite testimonianze illustri che fanno alquanto riflettere e che, se corrispondenti al vero, getterebbero una livida luce sullo stato dell’informazione pubblica italiana.
In primis le parole del giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi, presenza fissa remunerata a #Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer su Rai3. Interpellato nel servizio delle Iene sulla questione degli ospiti pagati nei talk Rai, Scanzi ha risposto: “Io sono in una posizione scomoda e non mi va di dire nulla pubblicamente, anche perché francamente saranno anche cazzi miei…. saranno anche cazzi miei se vengo pagato e quanto vengo pagato, se non fossi uno dei pagati la farei anche l’intervista ma non mi va perché sono in mezzo a vari fuochi, la Rai, Il Fatto Quotidiano, eccetera, quindi qualsiasi cosa dico mi massacrano e viene anche addosso a me… e anche dico mezza cosa poi verrebbe strumentalizzata. E io diciamo che ho degli imperativi dall’alto nei posti dove ho dei contratti per cui tutto sommato è meglio se non apro bocca“.
A parte che, se e quanto viene pagato Scanzi – nel caso si tratti della Rai – non sono solo “cazzi suoi” ma anche degli italiani che pagano il canone, quindi è del tutto lecito interrogarsi su quali siano i suoi compensi. Ma poi che genere d’imperativi, e da parte di chi? Dei vertici Rai? Di Bianca Berlinguer? Di La7, dov’è contrattualizzato nel programma Otto e mezzo di Lilli Gruber? Dalla direzione del Fatto? Mistero, il giornalista delle Iene non gli ha chiesto delucidazioni. Alla domanda specifica sul caso Orsini, il giornalista del Fatto ha invece risposto: “Se lo difendo è comunque una difesa di partito perché lui fa parte del Fatto Quotidiano; se lo difendo poco s’incazza il Fatto, se lo difendo troppo s’incazza la Rai, son proprio nel mezzo”.
Essendo attualmente al vaglio della Vigilanza una proposta per regolamentare gli ospiti dei talk del servizio pubblico, Le Iene ha dato quindi spazio a due esponenti della Commissione: al Segretario Michele Anzaldi (Iv), che fra le altre cose ha ricordato il compenso pattuito per Orsini nel contratto con #Cartabianca poi rescisso dalla Rai (2.000 euro a puntata per sei puntate, ovvero 12.000 euro); e al Deputato del Pd Andrea Romano, colui che più di ogni altro si è scagliato contro Orsini, definendolo qualche settimana fa “pifferaio della propaganda di Putin”, e che nel programma di Italia1 ha ribadito la sua contrarietà alla contrattualizzazione del docente della Luiss.
Istanze rifiutate categoricamente da Angelo Guglielmi, Direttore storico di Rai3 interpellato dalle Iene, secondo il quale la Commissione di Vigilanza Rai è il male assoluto – in sintonia con Aldo Grasso, rilanciato da Dagospia – poiché organo che legittima l’ingerenza della politica sulla Rai. Al punto che, dietro la proposta contenuta nella risoluzione al vaglio della Commissione, secondo la quale è necessario garantire il pluralismo nei talk show si celerebbe – a detta di Guglielmi – l’espediente di salvaguardare quello dei partiti, “cosa inaccettabile”. Per lo storico Direttore di Rai3, insomma, “La Vigilanza deve sparire!”.
Sempre in chiave “antipolitica”, il servizio del programma di Italia1 ha quindi intervistato Carlo Freccero, già Direttore di Rai2, che ha stigmatizzato – al pari di Toni Capuozzo, anch’egli interpellato dalle Iene – il pensiero unico dominante in base al quale vengono “in un modo molto subdolo” messe a tacere le voci dei “dissidenti” come Orsini. Freccero ha poi sottolineato come il Tg1 di Monica Maggioni abbia “soppresso” i titoli di testa del notiziario per sostituirvi “la copertina unica, che è per emozionare, sedurre, far passare un’idea sola, ecco questo è un esempio di come la libertà di espressione venga occultata da tecniche di propaganda”.
A sentire invece il parere affidato alle Iene da un alto dirigente Rai che ricopre una posizione apicale e che ha preferito restare anonimo (e del quale pareva di percepire un lieve accento toscano), Bruno Vespa – che ha ribadito a Repubblica di non voler categoricamente invitare Orsini – non lo vuole in trasmissione perché “gli sta sul cavolo quello che dice”. Il dirigente ha parlato poi delle ospitate che in Rai sono contrattualizzate per un pacchetto di 6,8,10 puntate, accanto però agli ospiti fissi, una situazione di “giungla” che viene cavalcata dalla politica. Secondo l’anonimo pezzo grosso Rai, infatti, “si fa il caso di Orsini ma non si fanno altri casi che magari fanno più comodo, tipo Porta a Porta che fa uso di ospiti fissi, come Antonio Polito che percepisce un gettone”.
Il dirigente si è poi indirettamente riferito alle rivendicazioni di Bianca Berlinguer sulla libertà del conduttore di scegliersi gli ospiti che meglio crede. “Sì certo, ma se questo ospite è scelto per creare polemiche e non aggiungere altro, come per esempio Corona a #Cartabianca, questa cosa va a incidere sulla linea editoriale del Servizio Pubblico, che invece dovrebbe un po’ discostarsi dalla ricerca della provocazione, anche con delle voci discordanti come quella di Orsini”. E a quel punto il dirigente poi ha sganciato la bomba: ovvero che, a suo parere, il docente della Luiss non è finito nel mirino per i 2.000 euro a puntata, bensì per motivi politici. E quali potrebbero essere questi “motivi politici” li ha illustrati in tutta semplicità Freccero: Orsini andrebbe contro al “racconto atlantista del Governo italiano” e quindi va zittito.
Le Iene hanno anche parlato con il diretto interessato, mandando in onda solo uno stralcio della conversazione telefonica intrattenuta con il docente della Luiss. “Io sono napoletano, a Napoli si chiama il Cappottone” ha tuonato Orsini. “Io sono isolato, sono minoritario, e quindi mi fanno il Cappottone, in quella che io chiamo l’orgia illiberale, tutti contro uno. Che è una cosa che mi fa schifo perché è umanamente immorale che tu mi fai 99 contro uno. Ed è proprio un discorso di umanità che queste cose non si fanno, capito? Adesso loro vogliono portare avanti questa cosa contro di me, e allora fate, fate” – Alessandro Orsini conclude lanciandosi in una profezia che avrebbe fatto impallidire Cassandra – “ché, se le cose prendono la piega che secondo me prenderanno, vedrà quanti italiani verranno sulle mie posizioni”. Siamo tutti avvisati.