Caso Rai-Lévy, Anzaldi: “Damilano ha fatto semplicemente il giornalista”

Marco Damilano conduce Il cavallo e la torre su Rai3
Marco Damilano conduce Il cavallo e la torre su Rai3

di Marco Zonetti

Nella puntata di lunedì 19 settembre 2022 della sua striscia Il cavallo e la torre in onda su Rai3 in access prime time, Marco Damilano ha avuto ospite il filosofo e politologo francese Bernard-Henri Lévy, che ha letteralmente sparato a pallettoni su Matteo Salvini definendolo “patetico” e “ridicolo”. Ma non ha risparmiato strali anche contro Silvio Berlusconi, per aver definito il “criminale” Putin un “umanista” illuminato. Lévy ha citato la Storia francese chiamando in causa la vicenda del maresciallo Pétain e ha paventato recrudescenze fasciste in Italia, senza però citare Giorgia Meloni che ha detto di “non conoscere”. Il filosofo ha altresì deplorato l’elettorato quando compie scelte a suo dire errate, e all’obiezione di Damilano, secondo cui le scelte dei cittadini sono legittime, Lévy ha risposto seccamente che “non è vero, in quel caso gli elettori non sono legittimati”.

Il Centrodestra è partito ovviamente all’attacco, chiamando in causa i vertici Rai, invocando sanzioni e provvedimenti nei confronti di Damilano e annunciando un esposto all’AgCom. “Ma la presidente della Rai Marinella Soldi di fronte al colpevole silenzio dell’Ad Carlo Fuortes non ha nulla da dire?” domandano i parlamentari della Lega in Commissione di Vigilanza. “Cosa dice rispetto al gravissimo danno di immagine che questa violazione causa alla tv pubblica. Non prende le distanze da un giornalismo fazioso? Come può tollerare che la Rai, della quale e appunto presidente, offra a milioni di cittadini – costretti a pagare il canone in bolletta – un servizio ‘pubblico’ palesemente asservito ad una certa corrente politica?“.

Anche il Senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia, membro della Vigilanza, al Tempo ha sollecitato l’AgCom a intervenire contro la “sinistra televisiva che considera la Rai una sua dependance” e sottolineando il ricorso a una risorsa esterna come Damilano anziché valorizzare le professionalità interne alla Rai.

Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, prende invece le difese del giornalista. Su Facebook l’On. Anzaldi scrive: “Dopo le violazioni plurime che Agcom non ha sanzionato e gli esposti archiviati a ripetizione, ci vorrebbe davvero un’enorme faccia di bronzo a sanzionare Marco Damilano per violazione della Par Condicio“.

Precisando che: “Damilano ha fatto semplicemente il giornalista: ha invitato un grande intellettuale di caratura internazionale per parlare delle impressioni dall’estero in vista delle elezioni italiane. Difficile pensare che, anche alla luce del collegamento e della traduzione simultanea in diretta, avrebbe potuto comportarsi diversamente. Il format della trasmissione prevede un unico ospite e infatti il giorno dopo è avvenuto il bilanciamento con l’intervista ad un intellettuale di diversa area culturale”.

E ancora: “Un’eventuale sanzione Agcom contro Damilano sarebbe quindi incomprensibile, a maggior ragione avendo bilanciato il giorno dopo. Nei tg Rai, in particolare nelle prime settimane di campagna elettorale, abbiamo assistito a violazioni plurime e conclamate, senza che l’Authority abbia fatto nulla, e anzi ha dato alle tv un’ulteriore settimana per mettersi in regola, arrivando quindi di fatto alla fine della campagna senza più possibilità di riequilibrio”.

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