di Marco Zonetti 🖋️
La scomparsa di Catherine Spaak, che ha ulteriormente intristito il lungo weekend pasquale già appesantito dalla guerra in Ucraina, ha rievocato il ricordo dell’appuntamento televisivo del sabato, quando in seconda serata su Rai3 tre donne e un uomo misterioso (fra i quali anche Giulio Andreotti e Bettino Craxi), che disvelava la propria identità soltanto alla fine, s’incontravano nel salotto dell’attrice, ovvero nella trasmissione Harem andata in onda con grande successo per quindici edizioni, dal 1988 al 2002.
Harem che il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, ricordando la Spaak, ha definito “emblema di vero servizio pubblico”, e che rappresenta di fatto uno dei programmi più imitati (perlopiù male, se non malissimo) nella televisione italiana. Ultima copia in ordine di tempo, ma in versione virile, Ciao Maschio condotto da Nunzia De Girolamo il sabato in seconda serata su Rai1 con ascolti assai meno lusinghieri dell’originale, con tre uomini protagonisti e, al posto dell’uomo misterioso, altri maschi en travesti, prima Drusilla Foer e poi le Karma B, più valenti della conduttrice secondo Aldo Grasso, rilanciato da Dagospia.
E se il critico del Corriere della Sera definiva il programma della Spaak “femminile ma non femminista”, descrivendo una puntata di Ciao Maschio ha utilizzato la parola “insignificante”, spiegando che il termine si riferiva “al fatto che i tre maschi intervistati, l’ex-campione di pugilato Patrizio Oliva, l’attore Giovanni Scifoni e Michele Mirabella, medico honoris causa (sono solo note informative), sembravano adolescenti che si ritrovano attorno a un falò estivo per descriversi con tre aggettivi, per rivolgersi domandine pruriginose nascoste nei bigliettini, per marzulleggiare con De Girolamo“.
A parte i confronti impietosi tra originale e copie, non esiste conduttrice nostrana che non abbia espresso il desiderio di “rifare Harem“, perfino Antonella Clerici – come rivelò la stessa Spaak in un’intervista a Franco Bagnasco su Oggi – progetto che tuttavia non andò mai in porto.
Ma per quale motivo un programma così imitato e tanto rimpianto fu cancellato? Fu una decisione politica? E chi fu, soprattutto, a impugnare la mannaia che, di fatto, stroncò anche la carriera televisiva di Catherine Spaak? Lo ha raccontato quest’ultima più volte: Paolo Ruffini, attuale Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e Direttore di Rai3 dal 2002 al 2009. Che, al suo arrivo al timone della Terza Rete, disse semplicemente a Catherine: «Non intendo più fare Harem: punto, senza aggiungere altro, né arrivederci, né grazie’. Il perché? Lo rammentò la diretta interessata in una conferenza stampa nell’ottobre 2002: “Chiedetelo a lui. In questi 15 anni sono cambiati sette-otto direttori di rete e non ho mai avuto problemi. Sono allibita da questo trattamento, ma la politica, in questo caso, non c’entra niente… La mia trasmissione non ha mai dato fastidio. Era un’ isola tranquilla, lo è sempre stata e otteneva uno share medio del 10%». In seconda serata, aggiungiamo. Cifre che oggi, se raggiunte o anche solo sfiorate in prime time su Rai3 (non parliamo poi di Rai2…), sono considerate un successo strepitoso.
E lascia stupiti che, per usare le parole della stessa Catherine, un programma simbolo della “Tv pacata, non urlata” in contrapposizione con “quella volgare e isterica che va in onda oggi” – ovvero le “grida a pagamento” sottolineate dall’On. Anzaldi – sia stato cancellato sostituendolo con un programma sportivo non da un becero dirigente quanto invece da quel Paolo Ruffini che, nel corso del suo mandato (2002-2009), ha inventato programmi di successo quali Che tempo che fa, Ballarò, Parla con me e così via.
In ogni modo, dopo la cancellazione decisa e annunciatale dall’allora Direttore di Rai3 “con un mezzo sorrisetto”, sempre secondo l’attrice, e dopo essere stata “messa alla porta dalla Rai”, colei che era stata musa di Alberto Lattuada ci riprovò su La7 con Il sogno dell’angelo, che raccontava “di luoghi misteriosi, leggende e soprattutto di angeli”. Ma la nuova avventura non ottenne il riscontro di Harem e andò in onda una sola stagione. Dopodiché, per la Spaak si chiuse per sempre il capitolo della conduzione sul piccolo schermo.
Catherine ebbe un’altra sgradevole esperienza con un celebre dirigente televisivo, poi entrato in politica e quindi nelle istituzioni. No, non parliamo di Silvio Berlusconi, bensì dell’attuale Sindaco di Bergamo Giorgio Gori che, ai tempi, era a capo della società di produzione Magnolia. Intorno al 2005, come raccontò a Oggi, la Spaak allora sessantenne e munita di varie idee che aveva nel cassetto, una soprattutto, si presentò a Gori. Questi le disse: “Niente male, l’idea è carina, non mi dispiace, lei è ancora una bella donna, ma vuole che sia sincero? È troppo vecchia”.
Per Catherine fu un affronto, “Avevo sessant’anni, ma non mi pareva di essere così disastrata. Poi, quante in tv lavorano dopo i 60 anni?”. L’attrice/conduttrice salutava però “senza rancori” Ruffini e Gori, che dal canto loro non hanno espresso – ancora almeno – pubblicamente cordoglio per la sua scomparsa. L’ultimo tweet del Sindaco di Bergamo è un ricordo della giornalista Giusi Ferré, che ci ha lasciati qualche giorno fa.