di Marco Zonetti
Per un increscioso caso di “ubiquità”, ieri sera il leader del M5s Giuseppe Conte presenziava a Porta a Porta su Rai1 (registrato) e, nello stesso istante, su La7 in diretta a Piazza Pulita intervistato da Corrado Formigli. Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, ha così commentato sui suoi profili social “Ore 22.45 di giovedì 22 settembre, a 24 ore dal silenzio elettorale, Conte in onda contemporaneamente sia su Rai1 sia su La7: questa è la Par Condicio sulla quale dovrebbe vigilare l’Agcom? La peggiore campagna elettorale di sempre per rispetto del pluralismo”.
A tal proposito, qualche ora prima l’On. Anzaldi aveva scritto su Facebook quanto segue: “Questa campagna elettorale registra il più grande fallimento mai visto dell’Agcom nella tutela del pluralismo: da settimane l’Authority chiede riequilibri a tutti i tg, indiscriminatamente, senza peraltro chiarire bene chi abbia sbagliato e su cosa, e da settimane non cambia nulla“.
Precisando che: “Gli ordini alle emittenti sono stati totalmente disattesi e ormai la campagna è finita. Siamo arrivati a tre giorni dal voto e ancora tutti i tg sarebbero fuori legge: in una situazione del genere è evidente che l’Authority ha totalmente mancato lo svolgimento della propria funzione ed è stata completamente inefficace. Dopo le delibere di ieri qualunque altro presidente e componente del collegio dei commissari avrebbe rassegnato le dimissioni”.
E ancora: “Per questo, dopo l’imbarazzante sanzione di ieri, una pagina nera per la libertà d’informazione addirittura decisa a maggioranza e neanche all’unanimità (contraria la commissaria Giomi), l’amministratore delegato Rai Fuortes e la presidente Soldi dovrebbero impedire a Marco Damilano di prestarsi al “mea culpa” in diretta chiesto dall’Agcom, dovrebbero impedirgli di leggere il messaggio imposto dall’Authority finché non verrà detto in modo trasparente cosa il conduttore avrebbe dovuto fare nell’intervista a Bernard-Henry Lèvy. L’Ad Fuortes dovrebbe chiedere all’Agcom di dire in maniera trasparente, e non fumosa come nella delibera, cos’altro Damilano avrebbe dovuto fare, oltre a dare la parola il giorno dopo ad un professore di area culturale opposta rispetto all’intellettuale francese”.
Michele Anzaldi prosegue poi: “Dopo il voto credo sia urgente che il Parlamento valuti se e come intervenire su questo collegio di commissari gravemente inadeguato. Le percentuali attribuite dai tg alle coalizioni e liste principali in questa campagna elettorale sono state completamente sballate, non c’è stata alcuna vera parità, il Terzo Polo è stato gravemente danneggiato: invece di attribuire spazi paritari a destra, sinistra, Terzo polo e M5s (25% ciascuno) sono stati seguiti criteri sconosciuti e arbitrari, stabiliti in maniera oscura e non comprensibile dall’Authority stessa ma senza che siano stati comunicati pubblicamente. Chi ha stabilito che il Movimento 5 stelle avesse il triplo del tempo dato a Calenda? Chi ha stabilito che il centrodestra avesse quasi il 50%? Nell’ultima settimana del monitoraggio abbiamo rivisto in Rai addirittura l’asse gialloverde, con Tg1, Tg2 e Tg3 che hanno dato a Conte più spazio di parola di tutti i leader e al secondo posto Salvini“.
E “l’ubiquità” di Giuseppe Conte ieri sera è stata infine il sigillo ufficiale apposto sui gravi squilibri sopra rilevati.