Conte si schiera con Macron (ma a rielezione avvenuta). Valanga d’insulti

di Marco Zonetti 🖋️

L’ex idolo delle folle Giuseppe Conte, Presidente non Presidente del Movimento Cinque Stelle, non ne azzecca ormai una. Messo sempre più in ombra dal rivale Luigi Di Maio, che durante la crisi ucraina sta profittando in sommo grado della sua posizione di Ministro degli Esteri, l’avvocato del popolo inanella da tempo una figuraccia dopo l’altra perdendo consensi a destra e a manca, quando invece prima riusciva a calamitarli trasversalmente.

L’ultimo esempio è il suo tweet di congratulazioni a Emmanuel Macron, rieletto Presidente della Francia ai danni della sconfitta Marine Le Pen, tweet giunto piuttosto in ritardo rispetto alle altre dichiarazioni dei vari leader italiani – probabilmente frutto di lunghe riflessioni – e che è valso a Conte una gragnuola di mazzate da parte dei commentatori.

“Congratulazioni e buon lavoro al Presidente Emmanuel Macron per la riconferma alla guida della Francia. Le sfide sono molteplici ed è importante che non abbia vinto una destra di ispirazione xenofoba, che specula sui problemi senza essere capace di offrire soluzioni adeguate”. Queste le parole di Conte, forse dettategli da Rocco Casalino, che hanno fatto inalberare praticamente tutti. Dopo settimane nelle quali si è arrampicato con le unghie e con i denti su ogni specchio possibile e immaginabile per non prendere una posizione netta fra i due candidati alle presidenziali d’oltralpe, “Giuseppi” è infatti riuscito nel non facile cimento di ricevere ingiurie dai sostenitori di Macron e al tempo stesso gli insulti dei paladini di Marine Le Pen.

Perfino l’Fbi, infatti, avrebbe difficoltà a scovare un segno di benevolenza negli oltre 1300 commenti che, al momento, accompagnano il tweet in questione. Moltissimi gli ricordano che con la “destra di ispirazione xenofoba” ha governato lui dal 2018 al 2019 in qualità di Presidente del Consiglio del governo giallo-verde con vicepremier Matteo Salvini, firmandone finanche i decreti sicurezza. I più spietati allegano ai loro commenti le foto di Conte sorridente accanto al leader della Lega con tanto di cartelli @decretosalvini – sicurezza e immigrazione. Altrettanti gli rammentano l’exploit del M5s con i gilet gialli, le cui prodezze Conte commentava così: “Questa Ue è al canto del cigno. Piaccia o no i gilet gialli sono il nuovo”.

Sono numerose poi le accuse di opportunismo, secondo le quali Conte si sarebbe schierato con Macron soltanto a rielezione avvenuta e confermata, quando invece pochi giorni prima, ospite di Otto e mezzo, a domanda diretta di Lilli Gruber aveva risposto vagamente: “Darei indicazioni di voto se fossi il leader di un partito francese, ma sono il leader di un partito italiano“, attirandosi gli strali della stampa.

I sostenitori di Marine Le Pen, dal canto loro, non ci stanno a essere tacciati di “speculare sui problemi, senza essere capaci di offrire soluzioni adeguate”, e rispediscono al mittente tali parole rivolgendo la medesima accusa proprio a Conte e ai 5 stelle. “Parli di Rassemblement National ma in realtà ti riferisci a voi grillini” gli rimproverano diversi commentatori. Una marea di burloni, poi, gli chiede sarcasticamente di “uscire” il tweet che aveva già preparato anticipatamente nel caso avesse vinto la Le Pen.

Laddove una volta si leggevano perlopiù attestati di stima incrollabile e di affetto incondizionato, insomma, ora si dipanano invece centinaia e centinaia di attacchi più o meno virulenti, dai quali l’inesorabile declino di Conte, un tempo beniamino delle folle, trapela in tutta la sua irrefutabile evidenza. 

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