De Filippi “assalta” Rai3. Il Papa sceglie Mediaset. A Viale Mazzini comanda ancora qualcuno?

Fabrizio Salini Viale Mazzini Rai
Che fine ha fatto l’Ad Fabrizio Salini?

di Marco Zonetti

Chi si fosse sintonizzato su Rai3 domenica 10 gennaio 2021, in prima serata, avrebbe provato la straniante sensazione di essere finito in un universo parallelo con Maria De Filippi, volto Mediaset, alle redini della Terza Rete Rai. La rete un tempo era ritenuta quella “di nicchia”, “della Sinistra illuminata”, finita in mano a colei che ha inventato – fra le altre prodezze – Uomini e Donne, il programma più disprezzato dagli intellettuali italiani. A quando un talk show pomeridiano con Tina Cipollari e Gemma al posto di Geo? si è chiesto chi osservava interdetto la De Filippi al timone di Che tempo che fa con tanto di simil-busta di C’è posta per te nel programma di maggior ascolto di Rai3 nonché uno dei più costosi del Servizio Pubblico.

Maria De Filippi s’impossessa dello studio di Che tempo che fa

Aberrante da parte di Fabio Fazio, la celebrazione in pompa magna del volto numero uno della concorrenza, dopo che la sera precedente De Filippi aveva doppiato negli ascolti Rai1 e Carlo Conti. Aberrante lasciarle addirittura in mano la conduzione del programma (Fazio era seduto ai margini come un ospite qualunque). Poco prima, intervistando Letizia Moratti, lo stesso Fazio aveva rimarcato il grande successo di Sanpa su Netflix (piattaforma streaming privata concorrente di RaiPlay). Netflix che nel programma di Rai3 è promossa praticamente ogni settimana. Il faraonico programma di Rai3 diviene dunque preziosissima vetrina per la concorrenza, anche quella che straccia negli ascolti l’Ammiraglia Rai.

Il Consigliere di Amministrazione Rai in quota Dipendenti Riccardo Laganà su Twitter ha stigmatizzato così quanto accadeva in prima serata su Rai3: “Non gradisco e non comprendo la finalità di ciò che sta andando in onda su Rai3 a Che Tempo che fa con elogio di illustre conduttrice Mediaset. Parodia e pubblicità di un noto programma concorrente del sabato sera che sottrae ascolti. Quale la linea editoriale Rai?“.

Ma siamo solo all’inizio. Contemporaneamente, su Canale5 andava in onda l’intervista in esclusiva mondiale a Papa Francesco, un colpaccio del Tg5 di Clemente J. Mimun. E Rai1? E il Tg1? Perché il santo Padre ha scelto Mediaset e non la Rai? Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi ha commentato: “L’intervista di Papa Francesco in esclusiva mondiale al Tg5 è un vero schiaffo alla Rai, che a differenza di Mediaset ha pure una costosa struttura dedicata, Rai Vaticano. Perché continuare a pagare il canone? Con questi vertici il servizio pubblico ha toccato il punto più basso“.

Quella stessa Rai che, come ha più volte segnalato il Segretario Anzaldi, ha ormai abdicato al ruolo di Servizio Pubblico a favore della concorrenza. Basta fare qualche esempio recentissimo. Sanpa incentrato su una mole colossale di documenti Rai, lo abbiamo già citato, è prodotto da Netflix; Il delitto Mattarella è andato in onda su Sky; il documentario su Pompei era prodotto in Francia; quello “inedito” su Eduardo era stato pochi giorni prima trasmesso su Sky Arte. E che dire del tutorial sessista della spesa sexy a Detto Fatto, che ci ha resi lo zimbello in tutto il mondo? Per non parlare della Rai sottomessa a Palazzo Chigi con le immagini dei Tg autoprodotte dai collaboratori di Giuseppe Conte, una messinscena “che non ha uguali in Occidente” (sempre l’On. Anzaldi), in barba a un dispiego mastodontico di giornalisti e tecnici pagati dal canone. Senza contare, il 6 gennaio scorso, I soliti ignoti su Rai1 anziché la copertura giornalistica dell’assalto al Campidoglio di Washington.

Alla luce di tutto questo, ma potremmo fare ancora una miriade di esempi, c’è ancora qualcuno ai vertici di Viale Mazzini? Dov’è l’Amministratore Delegato grillino Fabrizio Salini? Occorre, come ci dicono tanti funzionari e dirigenti Rai esasperati, allertare Chi l’ha visto? L’ultima volta che è stato avvistato aveva tessuto lodi sperticate del suddetto documentario su Pompei, che poi si è scoperto essere stato acquistato dalla Francia. Dopodiché, desaparecido. E’ evidente che la Rai non ha più una linea editoriale (per dirla con il Consigliere Laganà), ma è altrettanto evidente che è totalmente allo sbando, in balia del vento e delle tempeste. E spesso anche solo di una timida brezza.

E se qualcuno osasse obiettare che la situazione è colpa degli spettri di crisi di Governo, rispondiamo che la situazione in Rai era pressoché la stessa anche molti mesi fa, come dimostrano gli innumerevoli disastri collezionati in questi tre anni. E che lo è, in fondo, fin dal momento in cui si è insediato questo CdA. Che è ora di mandare a casa, al più presto (perché è già tardi), prima – davvero – di distruggere per sempre e irrimediabilmente il Servizio Pubblico che il mondo ci invidiava e di cui questi vertici non sono mai stati degni.

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