Luigi Di Maio (anche) a 90° Minuto
L’ospitata del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a 90° Minuto, assieme ad Andrea Scanzi, di cui abbiamo ampiamente trattato, ha suscitato dure reazioni nel Centrodestra – come abbiamo raccontato qui in esclusiva – ma anche nel Partito Democratico con il Capogruppo vicario alla Camera Michele Bordo e la Senatrice Valeria Fedeli, Capogruppo Pd in Vigilanza. Senza contare il Segretario della Commissione Michele Anzaldi (Iv).
La requisitoria di Giorgio Mulè
Per il Centrodestra ha preso la parola anche il Capogruppo di Forza Italia in Vigilanza Giorgio Mulè con una durissima requisitoria sulla presenza del Ministro degli Esteri pentastellato nella trasmissione di RaiSport. “Si dice, a ragione” esordisce l’On. Mulè, “che la Rai sia lo specchio del Paese. Ed è uno specchio in frantumi come dimostrano oramai i ripetuti casi di asservimento (per usare un eufemismo) nei confronti del potere“.
Violazioni costanti del pluralismo
Quindi, il Capogruppo forzista in Vigilanza elenca: “Si cominciò, dopo violazioni costanti del pluralismo, con una scandalosa intervista inginocchiata al premier Conte mascherata in prima serata da un approfondimento sulla Turchia e si è proseguito fino agli ultimi giorni con il caso Morra e oggi quello del ministro Di Maio, che invece di lavorare alla Farnesina per far rientrare i 18 pescatori siciliani va a Novantesimo Minuto a parlare di Maradona“.
Una grandissima pena
E ancora: “In mezzo c’è la sconcezza di un servizio pubblico che ha perso totalmente la sua missione oltre che la dignità come riconosce la stessa maggioranza parlamentare. Non ci sono più né aggettivi né parole di biasimo per un’azienda nella quale si è perso oramai ogni ancoraggio con la realtà. Una grandissima pena“. L’On. Mulè ha poi rincarato la dose con un tweet infuocato.
Non bastava vedere #DiMaio a @90minutoRai (per carità) dobbiamo subirci anche gli stracci che volano tra Pd e M5s per chi va più minuti in onda. Si prendono a “cazzotti” quelli che strillavano “fuori i partiti dalla Rai”… sarebbe divertente se non fosse ridicolo.
— Giorgio Mulè (@giorgiomule) December 13, 2020