Di Maio: dal “non viviamo di politica” al libro sull’amore per la politica (edito da Berlusconi)

Luigi Di Maio nuovo libero

di Marco Zonetti

Lontanissimi i tempi in cui i “meravigliosi ragazzi” del M5s, i “semplici cittadini”, quelli dei “due mandati e poi a casa”, quelli del “nun so’ politica!” gridato nelle borgate come fece la Senatrice Paola Taverna, poi divenuta finanche Vicepresidente del Senato, sbandieravano ai quattro venti il loro slogan “non viviamo di politica”.

Inventato ad hoc per Virginia Raggi il “mandato zero” così da darle modo di candidarsi (con insuccesso, ma tant’è) per un terzo mandato in Campidoglio (il primo da consigliera comunale, il secondo da sindaca), ecco che per gli esponenti del M5s il principio del “non viviamo di politica” diviene sempre più labile, avvicinandosi inesorabilmente alla sepoltura nel cimitero dei valori pentastellati abbandonati via via, dove spiccano fra le tante lapidi gli slogan “mai nei talk show”, “mai alleanze con gli altri partiti”, “mai al Governo con il partito di Bibbiano” e così via.

Sembra trascorsa un’era geologica, infatti, da quel video della primavera 2019 nel quale – con fiero cipiglio – Luigi Di Maio puntava il dito contro il “partito di Bibbiano”, ovvero il Pd, con cui giurava di allearsi giammai. “Partito di Bibbiano” con cui qualche mese più tardi lo stesso Di Maio e i grillini governavano d’amore e d’accordo, e del quale a tutt’oggi sono ancora alleati a Palazzo Chigi, oltre che alle elezioni in alcuni comuni.

Lo stesso Luigi Di Maio, che ora annuncia trionfante l’uscita del suo nuovo libro Un amore chiamato politica edito da Piemme, pubblicando perfino in bella vista sui suoi profili social ufficiali di Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale il link Amazon al quale acquistarlo. Sembra di essere finiti in un universo parallelo: uno dei principali esponenti di un movimento che si vantava di non vivere di politica scrive un libro nel quale professa il suo amore per la politica facendolo pubblicare dalla Piemme che appartiene al Gruppo Mondadori presieduto da Marina Berlusconi, figlia dell’acerrimo nemico Silvio Berlusconi, e addirittura pubblicizzandolo sui suoi profili social ufficiali di rappresentante delle Istituzioni. Se solo qualche anno fa tutto ciò sarebbe parso fantascienza, oggi è una esilarante – e al tempo stesso avvilente – realtà.

Per giunta, la possibilità di prenotare la fatica letteraria del Ministro degli Esteri online su Amazon, ha fatto inalberare Aldo Addis, Presidente vicario dell’Ali, l’associazione librai italiani. “Ma un Ministro della Repubblica può pubblicare il link per pre-ordinare il proprio libro su Amazon?” ha tuonato Addis, “Dimenticandosi delle migliaia di librerie italiane dove è possibile prenotare qualsiasi libro, compreso il suo? Quelle stesse librerie che, pagando le tasse in Italia, garantiscono il pagamento degli stipendi pubblici, compresi quelli dei ministri…“.

Frattanto, il 2023 è vicino e con esso le prossime elezioni politiche. Vedremo se Di Maio terrà fede al suo principio e se ne andrà a casa al termine del suo secondo mandato. O se, ripresentandosi in Parlamento, l'”amore chiamato politica” che gli ha ispirato la stesura di un libro rivelerà la sua vera natura di “amore chiamato poltrona”.