di Antonio Facchin
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Rielaborazione in chiave antropologica del romanzo di fantascienza più letto al mondo – l’omonimo del giornalista scientifico ed ecologo Frank Herbert (1965) – Dune di Denis Villeneuve ne è l’ultima trasposizione cinematografica. Il racconto di un mondo, quello descritto, dal quale trasse ispirazione George Lucas per Star Wars, e Christopher Nolan per Interstellar; e che già tentarono di trasporre sullo schermo sia Alejandro Jodorowsky negli anni Settanta – senza poi arrivare a un buon fine – che David Lynch nel 1984, con un prodotto non all’altezza della sua cinematografia per le assidue ingerenze di Dino De Laurentiis, il produttore di allora.
Dune racconta la lotta tra due famiglie per il controllo dell’universo e di una sostanza psicotropa, la spezia, presente sul pianeta Arrakis, capace di sublimare le doti psichiche umane. La trama ruota attorno a Paul Atreides che, con spirito messianico e doti da veggente, condurrà la sua famiglia sull’ambìto pianeta: una infinita distesa di sabbia preziosa, assolutamente inospitale. Così, tra gli eterni conflitti che hanno accompagnato la storia del genere umano, e più di un’eco di spiritualismo new-age, Villeneuve – da luoghi e tempi immaginari – sposta via via la riflessione su tematiche contemporanee ed eminentemente terrene come lo sfruttamento coloniale, l’esercizio del potere, il rapporto tra uomo e natura (tantopiù se ostile) e, infine, la possibilità di coesistenza e cooperazione tra etnie diverse. Offrendo allo spettatore un’esperienza di raro coinvolgimento emotivo.
Il film più premiato del 2022
Vincitore di 6 Oscar su 10 nomination, Dune è stato il film più premiato del 2022 nel mondo. Attualmente nelle sale cinematografiche con il sequel (in attesa di girare la terza e ultima parte di cui Denis Villeneuve ha già pronta la sceneggiatura) il film vanta 7,5 milioni di euro d’incasso, una sceneggiatura di pregio per la quale Villeneuve fu nominato agli Oscar, la fotografia di Greig Fraser e la colonna sonora di Hans Zimmer (entrambe premiate). E un cast di stelle tra cui spicca un amletico Timothée Chalamet, una carismatica Rebecca Ferguson, nel ruolo di Lady Jessica, madre e mentore di Paul, e un’enigmatica Zendaya.