di Marco Zonetti 🖋️
Come ha fatto notare il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) in una lettera-esposto inviata all’AgCom con tema Par Condicio, nella competizione per le prossime elezioni del 25 settembre 2022 sono emersi quattro concorrenti principali: Centrosinistra, Centrodestra, Terzo Polo, Movimento Cinque Stelle.
Il leader del Terzo Polo Carlo Calenda ha proposto qualche giorno fa un confronto televisivo tra i quattro leader dei suddetti schieramenti lanciando il guanto della sfida a Enrico Letta, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Una proposta avallata da Matteo Renzi, che ha commentato: “Vediamo chi ci sta”, e bocciata dal Segretario Nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che ha commentato: “La cosa che fa pensare non è che Calenda proponga un confronto tra vari leader per le prossime elezioni. È che pensi di essere lui uno dei leader“. E ancora: “Consiglierei più modestia, e magari più rispetto della par condicio da parte di tutte le emittenti, che in questi mesi spesso in modo immotivato e con una sua strabordante presenza hanno celebrato Calenda come il centro del mondo politico…”.
Michele Anzaldi ha replicato ribattendo: “Non lo decide Fratoianni come si applica la Par Condicio ma la legge: il contraddittorio tra leader è previsto dalle norme e Calenda rappresenta una delle 4 coalizioni in campo. Se il Pd intende sottrarsi al confronto per la prima volta nella sua storia lo dica chiaramente”. E infatti l’AgCom dà torto al segretario nazionale di Sinistra Italiana. Nell’articolo 7 della delibera dell’Autorità Garante per le Comunicazioni relativa alla campagna elettorale per le consultazioni del 25 settembre prossimo leggiamo infatti: “Qualora le emittenti nazionali private intendano trasmettere trasmissioni dedicate al confronto tra i capi delle forze politiche devono assicurare una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti. Il principio delle pari opportunità tra gli aventi diritto può essere realizzato, oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto”. Essendo Calenda a capo del Terzo Polo, la sua richiesta di un confronto televisivo con gli altri tre leader appare non soltanto legittima ma altresì suffragata dalla Legge.
Gli sfidanti di Calenda hanno però glissato, e non sono stati certo i primi a farlo nel corso degli anni. L’ultimo confronto televisivo in ordine di tempo in una campagna per le elezioni politiche lo si è visto infatti nel lontano 2006 tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Non vi fu un confronto Tv tra leader nel 2008 (Walter Veltroni non chiamava neppure per nome Berlusconi definendolo “il leader del principale partito di opposizione”, figuriamoci affrontarlo in un duello televisivo), né nel 2013 né tantomeno nel 2018 malgrado l’allora Segretario del Pd Renzi avesse sfidato più volte l’allora capo politico del M5s Luigi Di Maio.
E nel 2022? Analizziamo la situazione dei quattro possibili protagonisti del duello.
Più volte si è detto che a Letta e Meloni conviene “polarizzare” la campagna elettorale tra Pd e Fratelli d’Italia, testa a testa nei sondaggi, togliendo i riflettori agli altri. Essendo data per possibile vincitrice, la Meloni ha tutto da perdere da un confronto, specie se un conduttore imparziale dovesse metterla di fronte a domande su temi economici (Fornero, Flat Tax e così via), o per citare un tema cardine per VigilanzaTv, sulla Rai del futuro (informazione, taglio agli sprechi, canone, ottimizzazione delle risorse, conflitti d’interesse, etc.). Letta, dal canto suo, pare di fatto “subire” mediaticamente Calenda, a maggior ragione da quando quest’ultimo lo ha rinnegato stracciando l’accordo siglato tra Pd e Azione.
Quanto a Conte, non soltanto sta affrontando una lacerante crisi interna al suo partito ma è anche stato due volte Presidente del Consiglio negli ultimi anni quindi molte problematiche che stanno affrontando in questo periodo gli italiani sono ascrivibili anche ai suoi governi. E’ difficile dunque che si esponga mediaticamente contro altri leader.
Oltre al fatto che, secondo gli esperti di comunicazione, in un duello di fronte alle telecamere il vantaggio è sempre di colui o colei che si trova meno avanti nei sondaggi. Ovvero dello stesso Calenda, che tant’è vero è l’artefice della proposta. Quest’ultimo incalzerà i tre rivali sottolineandone la paura di affrontarlo sotto i riflettori? La Rai ha intanto annunciato che, la sera del 7 e del 15 settembre, il Tg1 e la Direzione Approfondimento organizzeranno due serate speciali con un dibattito elettorale televisivo secondo un format prestabilito, “soggette alla formalizzazione delle liste elettorali e alla disponibilità delle stesse a partecipare”. Vedremo quindi chi accetterà e chi invece si sottrarrà. In ogni modo, VigilanzaTv continuerà a monitorare il rispetto della Par Condicio e la copertura mediatica di quest’anomala campagna elettorale.