di Marco Zonetti 🖋️
Mentre Rai1 scalda i motori per l’Eurovision 2022 in programma a Torino dal 10 al 14 maggio prossimi, la DR, ovvero la televisione pubblica danese, ha riferito che il “sole cinetico” che campeggia in tutta la sua imponenza sul palcoscenico della kermesse non sarà utilizzato durante le 40 esibizioni previste.
Secondo le dichiarazioni della DR, la grandiosa struttura metallica a forma di sole – che quest’anno costituisce l’elemento portante del palcoscenico della competizione canora europea condotta da Mika, Laura Pausini e Alessandro Cattelan – “non è in grado di ruotare come previsto”, e “la Rai ha annunciato dietro le quinte di non avere il tempo di correre ai ripari prima della messa in onda”.
Tre giorni prima dell’inizio delle prove, la European Broadcasting Union ha diramato il seguente annuncio: “In occasione dei collaudi tecnici a Torino, la squadra di produzione ha riscontrato alcuni problemi relativi alle tempistiche necessarie a sistemare il “sole” nelle diverse combinazioni nell’intervallo fra un’esibizione e l’altra. In concerto con la Rai, dunque, si è convenuto che il sole resterà nella stessa posizione durante tutte le 40 esibizioni, al fine di garantire un’equa competizione a tutte le nazioni partecipanti”. EBU non ha fornito ulteriori delucidazioni riguardo ai problemi scenografici.
Problemi che, sempre stando al comunicato della DR, hanno imposto a diverse delegazioni – fra cui per l’appunto la Danimarca – di apportare modifiche alle loro esibizioni e coreografie. In altri termini, il “sole cinetico” – che consta di sette archi distinti in grado di ruotare in maniera indipendente l’uno dall’altro – sarà visto in movimento solo nelle aperture e negli intervalli della kermesse e non durante le esibizioni vere e proprie, come invece avrebbe dovuto.
Il sito Eurovisionin.com approfondisce illustrando che “Il posizionamento del sole deciso dalla produzione ha privilegiato il lato con le luci e non quello con lo schermo LED”, penalizzando così le delegazioni che, nell’ambito della loro esibizione, avrebbero voluto utilizzare il LED o ambedue le configurazioni. Inoltre,”alcune delegazioni, ad esempio quelle della seconda semifinale o i big5, hanno avuto maggior tempo per rivedere la propria performance e correre ai ripari. C’è chi ha dato tutta l’importanza alle luci, chi si è portato uno schermo led (Israele) o chi invece ricorrerà ad inquadrature più ravvicinate per ignorare il sole”.
Se la valente scenografa Francesca Montinaro sostiene che gli imprevisti sono parte del mestiere, che l’importante è trasformarli in opportunità e che il bilancio dev’essere fatto al termine dell’Eurovision, ci sfiora qualche interrogativo. Quanto è costata una scenografia – splendida, ma tant’è – che, per problemi tecnici, non verrà utilizzata come invece avrebbe dovuto? I costi ricadono anche sul contribuente italiano? Sarebbe interessante saperlo.