Film Tv 24 ottobre 2020. Ecco le nostre scelte di oggi. Coraggio… fatti ammazzare di Clint Eastwood. Minority Report di Steven Spielberg. Carnage di Roman Polański. 8½ di Federico Fellini. Pane e tulipani di Silvio Soldini. La guerra dei mondi di Steven Spielberg. Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam. Il sospetto di Alfred Hitchcock.
Iris (Canale 22), 10.10
Coraggio… Fatti ammazzare (Sudden Impact, 1983) di Clint Eastwood. Con Clint Eastwood, Sondra Locke, Bradford Dillmann, Paul Drake
Tutti vorrebbero spedire in pensione Harry Callaghan (Eastwood), che continua a fare strage di criminali. Ma questa volta trova pane per i suoi denti: la pittrice Jennifer Spencer (Locke) che, per vendicarsi del branco che violentò lei e la sorella anni prima, conficca ai suoi aguzzini un proiettile nei genitali e uno in testa.
Quarto film della saga di “Dirty Harry”, dopo Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo; Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan e Cielo di piombo, ispettore Callaghan. L’antieroe torna per la prima volta con la regia di Eastwood e assume tutta un’altra caratura visionaria (e un insolito penchant più violento del solito). Entrata nel mito la battuta con cui l’ispettore Callaghan minaccia i rapinatori: “Dovrete fare i conti con noi tre… Con Smith, Wesson e me” (qui la scena). “Apologo reazionario e noir gotico”, secondo Paolo Mereghetti. Sondra Locke (scomparsa nel dicembre 2018) era fidanzata con Eastwood.
La7, 14.10
Minority Report (2002) di Steven Spielberg. Con Tom Cruise, Max Von Sydow, Colin Farrell, Samantha Morton
Washington, 2054. Grazie all’infallibile potere di tre mutanti detti pre-cog(gnitivi), i delitti vengono previsti prima che siano commessi e i colpevoli preventivamente arrestati. Quando il comandante dell’unità pre-crimine John Anderton (Cruise) viene indicato come prossimo autore di un assassinio, l’uomo si convince che qualcuno abbia intenzione d’incastrarlo. Diventa a quel punto cruciale il “minority report” , ovvero il rapporto di minoranza di un pre-cog discordante da quello degli altri due. Rapporto che significherebbe la salvezza per Anderton. L’uomo rapisce dunque la pre-cog Agatha (Morton), dimostrando così che nessun sistema è perfetto e che l’innocente è spesso costretto a sovvertire le regole per scagionarsi. Ma ci riuscirà?
“Dopo Blade Runner e Total Recall, è almeno il 5° film esplicitamente tratto dalla narrativa di Philip K. Dick, anche se il racconto breve The Minority Report (1956) fornisce soltanto una traccia alla sceneggiatura di Scott Frank e Jon Cohen. Sembra un’angosciosa parabola totalitaria sul nostro prossimo futuro. Lo è nelle poche pagine di Dick, ma non in questo film da 100 milioni di dollari che graffia meno di quel che appare. Gli elementi eversivi originali sono sostituiti dalla sagacia nel “fare cinema”, dall’uso dei 480 effetti speciali (in assoluto, il film più tecnologico di Spielberg), dalle citazioni filmiche e letterarie, dalle opposizioni binarie (libero arbitrio/predestinazione, visione/cecità, stasi/movimento), dalla competenza luministica di Janusz Kaminski” (IlMorandini). Qui il trailer.
Iris (Canale 22), 17.00
Carnage (2011) di Roman Polański. Con Christoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly, Kate Winslet, Elvis Polański, Eliot Berger.
In una lite al parco, Ethan (Berger), figlio undicenne dei “democratici” Alan e Penelope Longstreet (Reilly e Foster) colpisce al volto con un bastone il coetaneo Zachary (Polański), figlio degli “agiati” Michael e Nancy Cowan (Waltz e Winslet). I genitori dei ragazzi, due coppie di Brooklyn, decidono d’incontrarsi in un appartamento per risolvere la diatriba in tutta civiltà. Gli iniziali convenevoli si trasformeranno presto in battibecchi velenosi, per poi sfociare in un autentico gioco al massacro nel quale ciascuno è vittima e al tempo stesso carnefice.
Tratto dalla pièce di Yasmina Reza Il dio del massacro, autrice con Polański della sceneggiatura del film. “Nonostante l’origine teatrale, non si pensa nemmeno per un momento di essere davanti a un palcoscenico: lo scontro fra due coppie newyorkesi che finisce per svelare i limiti di una cultura e di un’educazione, è raccontato da Polański (e dal suo montatore Hervé de Luze) come una partita a scacchi […] per raccontarci l’altra faccia del perbenismo. E soprattutto la faccia del grande cinema” (Paolo Mereghetti). Elvis Polański, che interpreta il giovane Zachary, è il secondo figlio del regista e di Emmanuelle Seigner. David di Donatello e Nomination per il Leone d’Oro a Venezia per il regista. Qui il trailer.
RaiStoria (Canale 54), 17.05
8½ di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Rossella Falk
In crisi esistenziale e creativa, alle prese con un film da fare, il regista Guido (Mastroianni), combattuto tra una moglie rassicurante e borghese e la procace amante, fa una sorta di mobilitazione generale di emozioni, affetti, ricordi, sogni, complessi, bugie.
“Un misto tra una sgangherata seduta psicanalitica e un disordinato esame di coscienza in un’atmosfera da limbo (F. Fellini). La masturbazione di un genio (D. Buzzati). Una tappa avanzata nella storia della forma romanzesca (A. Arbasino). Una costruzione in abisso a tre stadi (C. Metz). Un Ben Hur del cinema d’avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con La dolce vita.
Personaggi memorabili e sequenze d’antologia
Personaggi memorabili e sequenze d’antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l’amante, con l’ambiente di lavoro e gli estranei, con i guru della Chiesa e della Critica, col passato e l’avvenire, con sé stesso. “L’enfer c’est les autres”, aveva detto Sartre. Fellini ribalta l’affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. 2 Oscar: costumi (Pietro Gherardi), miglior film straniero. 7 Nastri d’argento: film, produttore, soggetto, sceneggiatura, S. Milo, musiche (N. Rota), fotografia (G. Di Venanzo) (IlMorandini). Qui una scena.
RaiMovie (Canale 24), 21.10
Pane e tulipani (2000) di Silvio Soldini. Con Licia Maglietta, Bruno Ganz, Marina Massironi, Antonio Catania, Giuseppe Battiston
Durante una gita a Paestum organizzata da una ditta di venditori di pentole ed elettrodomestici, la casalinga pescarese di origini napoletane Rosalba (Maglietta) viene “dimenticata” in autogrill. Fra varie peripezie finirà a Venezia dove – complice l’amicizia con il timido cameriere Fernando (Ganz) – penserà di poter cambiare vita.
“Soldini (aiutato nella sceneggiatura da Doriana Leondeff) continua a raccontare la fatica di vivere e la voglia di non farsi schiacciare dalle convenzioni. Ma questa volta con i tempi della commedia malinconica «alla Kaurismaki»” (Paolo Mereghetti). “Sotto il segno di una leggerezza che non esclude la profondità, S. Soldini approda alla commedia e al successo: ottimi incassi e 9 premi David di Donatello, 5 Nastri d’argento, 9 Ciak d’oro, premio Flaiano. Distribuito in tutto il mondo. 2° incasso di tutti i tempi nella storia del cinema svizzero, più spettatori in Germania che in Italia” (IlMorandini). Celebrata interpretazione di Licia Maglietta. Musiche di Giovanni Venosta. Qui il trailer.
Iris (Canale 22), 23.15
Frantic (1988) di Roman Polański. Con Harrison Ford, Emmanuelle Seigner, Betty Buckley, Yorgo Voyagis, Alan Ladd
Il dottor Richard Walker (Ford) e sua moglie Sondra (Buckley) sono a Parigi per una conferenza. Giunti nella loro camera d’albergo si accorgono che una delle valigie è stata scambiata e telefonano all’aeroporto per risolvere il disguido. Ma poco dopo, mentre Richard sta facendo la doccia, moglie e valigia scompaiono nel nulla. L’unica che può aiutarlo a ritrovare Sondra viva – che si scopre essere stata rapita – è Michelle (Seigner), una ragazza che arrotonda trafficando droga e che ha portato in Francia la valigia scambiata per sbaglio all’aeroporto con quella dei Walker. Richard e Michelle si ritroveranno catapultati in un intrigo internazionale, scoprendo che la valigia non conteneva droga. Bensì qualcosa di molto più pericoloso.
Film hitchcockiano adrenalinico e “frenetico” come vuole il titolo (che ricorda Frenzy). Regista e interpreti in gran forma, e frizzante l’alchimia tra il compassato Ford, everyman trascinato in un intrigo criminoso, e la sulfurea Seigner. Intrigante anche la discesa all’inferno del protagonista, costretto a lasciare l’oasi dorata della sua vita borghese per inoltrarsi nei meandri di una Parigi notturna, torbida e pericolosa. Colonna sonora di Ennio Morricone. Qui il trailer originale.
Spike (Canale 49), 23.30
La guerra dei mondi (War of the Worlds, 2005) di Steven Spielberg. Con Tom Cruise, Dakota Fanning, Justin Chatwin, Tim Robbins, Miranda Otto
Brooklyn. Il gaglioffo Ray (Cruise), padre divorziato, ospita a casa sua per un weekend i figli adolescenti Rachel (Fanning) e Robbie (Chatwin) che vivono con la madre (Otto) e con i quali è ai ferri corti. Poco dopo nella zona si scatena una strana tempesta di fulmini e tutte le auto e i macchinari tecnologici del quartiere smettono di funzionare. Non solo: dalle viscere della terra emerge di lì a poco uno strano e gigantesco tripode. Mentre Ray e gli abitanti del circondario osservano sbigottiti la comparsa dell’immane marchingegno, quello inizia a incenerire qualunque essere umano gli capiti a tiro. Impossessatosi dell’unica auto funzionante, Ray fugge con i due figli tentando di portarli in salvo dalla madre. Ma lo attende una scoperta agghiacciante: il tripode spuntato dal nulla non solo è di origine extraterrestre, ma è anche uno degli innumerevoli comparsi in tutto il mondo per sterminare il genere umano. Un’autentica guerra di mondi. Ma anche una guerra personale di Ray contro i propri limiti e contro l’ostilità dei due figli che, malgrado il loro rancore nei suoi confronti, egli è determinato a proteggere a ogni costo dall’invasione aliena.
Il regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo e di E.T., film nei quali gli alieni erano benevoli e venivano in pace, rispolvera il racconto di H. G. Wells e lo riadatta alla realtà americana post-11/9, raccontando la paura verso il nemico “esterno” con l’espediente della metafora dell’invasione aliena. Traumatizzanti scene di distruzione di massa e ritmo serratissimo, specie nella prima parte. Finale divisivo. Qui il primo contatto con gli alieni.
Iris (Canale 22), 01.35
Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas, 1998) di Terry Gilliam. Con Johnny Depp, Benicio Del Toro, Ellen Barkin, Tobey Maguire
1971: il giornalista Raoul Duke (Depp) parte da Los Angeles per Las Vegas con il suo avvocato, il “dottor Gonzo” (Del Toro) a bordo di una decapottabile rossa, lo “Squalo”. Nascondendo nel bagagliaio tutte le droghe e gli alcolici possibili e immaginabili. Raoul e Gonzo si ritroveranno protagonisti delle più assurde e “sballate” avventure.
Tratto dal romanzo Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson, “con il suo decimo film Gilliam tenta di dare una dimensione audiovisiva – senza indulgere alla nostalgia – a uno dei più stravaganti romanzi in cui, da Jack Kerouac a William S. Burroughs e Allen Ginsberg, la beat generation diede voce letteraria alla controcultura, all’esperienza visionaria della droga, all’energia vitale e antistituzionale degli anni ’60. Accoglienze divise fin dal Festival di Cannes 1998 (premio per il contributo artistico) […] J. Depp con il cranio rasato conferma il suo talento con un esercizio inventivo di recitazione eccentrica” (IlMorandini). Qui il trailer.
Rai3, 02.40
Il sospetto (Suspicion, 1941) di Alfred Hitchcock. Con Joan Fontaine, Cary Grant, Cedrick Hardwicke, Nigel Bruce, Dame May Whitty
Lina McLaidlaw (Fontaine), timida e ricca ereditiera, incontra in treno il playboy Johnnie Aysgart (Grant), che la conquista per la sua spregiudicatezza. Temendo di restare zitella a vita e sentendosi inadeguata e sminuita in famiglia per il suo carattere arrendevole, Lina accetta contro il parere dei genitori la proposta di matrimonio di Johnnie e lo sposa senza pensarci troppo. Ben presto si accorge che il marito è uno spendaccione che racconta una marea di bugie. Quando Beaky (Hardwicke), socio in affari di Johnnie, muore in circostanze misteriose, in Lina sboccia il fiore oscuro del sospetto. Possibile che, oltre a essere immaturo e inaffidabile, Johnnie sia anche un potenziale assassino determinato a ucciderla per ereditare i suoi averi?
Il fiore oscuro del sospetto
Film di gran classe che incontrò diversi problemi di lavorazione, soprattutto per quanto riguarda il finale (Hitchcock ne aveva in mente un altro che però cozzava contro il codice Hays). In ultima analisi resta uno dei cult del regista britannico. Joan Fontaine vinse l’Oscar per la Miglior attrice protagonista – unica interprete premiata dall’Academy per un film di Hitch – ma era in realtà un apprezzamento tardivo per il suo ruolo in Rebecca. Intramontabile la scena di Cary Grant che sale le scale con il bicchiere di latte (avvelenato?) per la moglie. Per rendere più enfatico il tutto, il regista fece inserire una lampadina accesa nel bicchiere così che restasse illuminato anche nelle zone d’ombra. Qui la sequenza. Il doppiaggio italiano fu effettuato in loco da un drappello di attori nostrani in “soggiorno forzato” in Spagna durante la Seconda Guerra mondiale, utilizzando per risparmiare doppiatori non professionisti nei ruoli minori. Risultato: un disastro. Come nel caso, fra gli altri, di Volto di donna e L’ombra del dubbio, anch’essi doppiati in Spagna con un approssimativo lavoro da denuncia.