Film Tv 4 febbraio. Eastwood-Lance Black-Di Caprio = J. Edgar

Film Tv venerdì 4 febbraio 2022. Tra i migliori film in prima serata sui principali canali del digitale terrestre c’è J. Edgar, con Leonardo Di Caprio diretto da Clint Eastwood. Cinquant’anni di storia degli Stati Uniti d’America raccontati da un ormai anziano J. Edgar Hoover, l’uomo che “rivoluzionò” i metodi di dossieraggio dell’FBI , alle prese con la conoscenza di sé, del suo rapporto con le due donne della sua vita, e con un’omosessualità repressa.

Iris (canale 522) 21.00

J. Edgar (biografico, USA, 2011) regia di Clint Eastwood. Con Leonardo Di Caprio, Naomi Watts, Armie Hammer, George Lucas, Judi Dench, Geoff Pierson, Gunner Wright, Jeffrey Donovan, Geoff Stults, David A. Cooper, Dermot Mulroney, Jessica Hecht, Adam Driver

Film Tv 4 febbraio. Eastwood-Lance Black-Di Caprio = J. Edgar
La recensione di VigilanzaTv
Leonardo Di Caprio è J. Edgar Hoover

America, Anni Venti. J. Edgar Hoover (Di Caprio), giovane animato da un viscerale anticomunismo e da una smodata ambizione – fomentata da una madre autoritaria e possessiva (Dench) – diventa capo dell’FBI grazie al Presidente Calvin Coolidge. Ossessionato dalla sicurezza del Paese, dichiara subito una guerra senza quartiere contro bolscevichi, radicali, gangster e delinquenti di ogni sorta. E per quarantotto anni, e otto presidenze degli Stati Uniti d’America, il direttore federale diventa uomo potentissimo grazie ai suoi dossier “confidenziali” raccolti e meticolosamente archiviati da Helen Gandy (Watts), fedele segretaria che a lui preferì sposarne la causa; il tutto ben celato sotto una reputazione irreprensibile e, soprattutto, inattaccabile.

Naomi Watts è Helen Gandy

Nonostante il profondo legame che ebbe con Clyde Tolson (Hammer), il collaboratore con cui visse un amore platonico (almeno a suo dire) e che assumerà il ruolo di primo piano che era stato di sua madre, alla sua morte. Edgar detterà dunque a un biografo vita e imprese: la rivoluzione investigativa e la creazione dell’FBI com’è oggi, la cattura di John Dillinger e George R. Kelly, noti criminali dell’epoca, e le indagini lecite sui rapitori del figlio di Lindbergh. Ma anche le tante indagini illecite usate per ricattare nemici reali e supposti; fino alla “deportazione” dei comunisti e quanto ordito ai danni degli attivisti del movimento per i diritti civili di Martin Luther King.

Armie Hammer è Clyde Tolson

“Costruito dallo sceneggiatore Dustin Lance Black con continui salti temporali tra i suoi ultimi anni di vita (morì nel 1972) e i momenti salienti della sua carriera passata, il film accenna all’invasività e all’uso spesso ricattatorio delle informazioni che raccolse in cinquant’anni di «investigazioni», ma finisce per approfondire soprattutto i suoi rapporti con le donne e la sua (sempre negata) omosessualità. Così rischia di scivolare in una ambiguità non sempre ben controllata: la cupezza che impregna il film, dove il buio (reale) e le zone d’ombra (metaforiche) dominano su tutto, restituisce l’idea di un Paese molto lontana dagli ideali democratici dell’american way of life, ma più con rassegnazione che con un vero spirito critico. Resta comunque il «mistero» di un personaggio dalle tante contraddizioni,  cui Di Caprio offre tutta la forza della propria bravura” (Mereghetti).

«Ormai il vecchio Eastwood non sbaglia più un film anche se deve condividere la buona (ri)uscita di questo bio-pic con lo sceneggiatore Dustin Lance Black, già Oscar per Milk (2008), e con DiCaprio (che ha il nome prima del titolo e se lo merita) che incarna per mezzo secolo J. Edgar Hoover (1895-1972), famoso e famigerato primo capo dell’FBI sotto otto presidenti USA. È un film labirintico, complesso e ambiguo come il suo protagonista, omosessuale represso che quasi mai trova il coraggio di chiamare le emozioni con il loro nome: il rapporto con il braccio destro Clyde Tolson (Hammer), durato decenni sino alla morte, è raccontato come un amore mai veramente vissuto.

Uno dei tanti meriti dello script di Black è di condensare in due ore e un quarto mezzo secolo di storia, “assecondato da Eastwood, regista amante della messa in scena a lenta maturazione. È una qualità che ha sempre avuto; ora che ha 81 anni [nel 2011], può permettersi di governarla a briglia sciolta” (P. Cherchi Usai). Lo fa attraverso la biografia di un uomo che dal 1935 rivoluzionò i servizi investigativi in un periodo di preoccupante crescita del crimine organizzato e che, nello stesso tempo, ossessionato dalla minaccia del comunismo, accumulò dossier segreti sulla vita privata di molti, da Eleanor Roosevelt a Martin Luther King» (Il Morandini).

«Clint Eastwood gira in costume una vicenda politica “contemporanea”. Dentro una biografia emotivamente riservata e reticente, dietro una relazione a proprio agio negli interni, dove l’imbarazzo e la crescente attrazione divengono palpabili, dove un fazzoletto si fa vettore emotivo e fisico di una passione intercettabile, l’autore americano dimostra l’acume politico del suo cinema. Un cinema alla ricerca di un bagliore di innocenza nel cuore nero dell’America» (Marzia Gandolfi per Mymovies).

«Ennesimo capolavoro dell’autunno eastwoodiano, J. Edgar è una seduta spiritica: il grande libro dei morti di Clint s’arricchisce di una pagina fondamentale, dove si affronta di petto il cuore di tenebra che ha dato vita a Dirty Harry. In una vertigine dove la memoria si ripiega su se stessa e la verità diventa indistinguibile dalla realtà. Il gesto filmico tocca vette d’inaudita libertà» (Film Tv).

Il trailer del film

Clint Eastwood sul set

Fonti

FilmTv ©1993-2021 Tiche Italia s.r.l.

Paolo Mereghetti, Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021 © 2020 by Paolo Mereghetti, Baldini+Castoldi s.r.l., Milano

Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini su www.mymovies.it

www.youtube.com

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