I film Tv di lunedì 28 settembre: Una pura formalità, C’era una volta il West, Il petroliere, L’intrusa

Tra i film Tv di lunedì 28 settembre, ecco le nostre scelte di oggi. Una pura formalità di Giuseppe Tornatore. C’era una volta il West di Sergio Leone. Il petroliere di Paul Thomas Anderson. L’intrusa di Leonardo Di Costanzo.

Cine34, 21.10

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Roman Polański  e Gerard Depardieu in Una pura formalità

Una pura formalità (1994) di Giuseppe Tornatore. Con Gerard Depardieu, Roman Polański, Sergio Rubini, Nicola Di Pinto, Paolo Lombardi, Maria Rosa Spagnolo, Tano Cimarosa,

Di quale delitto si è macchiato il misterioso uomo (Depardieu) che corre sotto l’acqua nei boschi e che l’ispettore (Polański) sottopone a un interrogatorio da incubo? Ha assassinato lo scrittore Onoff, come tuona l’ufficiale di polizia? O invece è innocente e vittima di un errore giudiziario, come il malcapitato va insistendo? O vi è addirittura una terza, inquietante, ipotesi?

Abilità, mestiere, passione

“Caricato come una molla, di forte tensione drammaturgica, abilmente sospeso tra realtà e visione onirica, il film di Tornatore denota chiaramente una lunga e sofferta maturazione fatta di lavoro a tavolino in fase di sceneggiatura e poi di un’attenta regia con la macchina da presa mobile e nervosa, sì da supplire all’angustia della scena, e poi ancora di un lavoro di fino sugli attori, richiamati al massimo della concentrazione e dell’impegno. Insomma, un film che rivela l’abilità, il mestiere, la passione di una vecchia razza di metteurs en scène che sembrava scomparsa” (Enzo Natta). Depardieu è doppiato da Corrado Pani; Polański da Leo Gullotta. Nomination Palma D’Oro a Cannes a Giuseppe Tornatore. Qui una scena.

RaiMovie, 21.10

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C’era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Con Henry Fonda, Charles Bronson, Jason Robards, Claudia Cardinale, Gabriele Ferzetti, Frank Wolff

Sweetwater, un pezzo di terra vicino a Flagstone (un’immaginaria città del West). Il terreno del vedovo di origini irlandesi Brett McBain (Wolff), sul quale egli vive con i figli, è al centro di un conflitto poiché ospita l’unica fonte d’acqua della regione. Morton (Ferzetti), un avido magnate delle ferrovie, vuol impossessarsene e invia il suo sicario Frank (Fonda) a convincere McBain ad andarsene. Ma il sicario ammazza lui e i suoi figli. Sicuro che nessuno più possa reclamare l’appezzamento, il magnate rimane stupefatto quando in città sopraggiunge Jill (Cardinale), una prostituta di New Orleans che si dichiara la seconda moglie del defunto Brett. Essendo legittima proprietaria del terreno, la donna finisce nel mirino di Morton e di Frank. In aiuto di Jill spuntano il misterioso “Armonica” (Bronson), un pistolero così soprannominato perché suona l’armonica a bocca e che ha vecchi conti da saldare con Frank; e il bandito Cheyenne (Robards), che il sicario vuol incastrare facendolo incriminare per gli omicidi dei McBain.

Canto funebre sulla morte del West

“Su un soggetto scritto dal regista con Dario Argento e Bernardo Bertolucci e sceneggiato con Sergio Donati, è una sorta di antologia del western in negativo in cui si ricorre ai suoi più scalcinati stereotipi. 3 attori americani di scuole diverse e il più famoso dei 3 (Fonda) scelto contro la parte. Il set non è più l’Andalusia, ma la Monument Valley di John Ford. In un film ricco di trasgressioni, Leone dilata madornalmente i tempi drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere. Sotto il segno del titanismo si tende al teatro d’opera e alla sua liturgia. Dall’epica del treno, della prima ferrovia transcontinentale, si passa alla trenodia, al canto funebre sulla morte del West e dello spirito della Frontiera. Come in Sam Peckinpah” (IlMorandini). Colonna sonora dell’immancabile sodale di Leone, Ennio Morricone. Time lo ha annoverato fra i cento migliori film del secolo. Claudia Cardinale è doppiata da Rita Savagnone. Qui il trailer. Qui le nostre recensioni di Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo.

La7, 21.15

daniele day-lewis il petroliere paul thomas anderson

Il petroliere (There Will Be Blood, 2007) di Paul Thomas Anderson. con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Dillon Freasier, Kevin J. O’Connor

Nel 1898, Daniel Plainview (Day-Lewis) cerca l’argento per trovare invece il petrolio, diventando un magnate. Da quel momento consacra la sua esistenza alla ricerca del profitto. Commette un omicidio, respinge un orfano che ha cresciuto come un figlio, riversa tutta la sua rabbia e il suo livore sul predicatore ciarlatano Eli Sunday (Dano), che l’ha seguito come un’ombra funesta per tutta la vita.

“Tratto dal romanzo di Upton Sinclair Oil! del 1927, Il petroliere […] è un film che si richiama al filone epico del cinema americano, quello che raccontava la frontiera dura e selvaggia, in cui dettava legge il più forte e arrogante. Lo fa in maniera cruda, a tratti spettacolare, con qualche pausa narrativa di troppo pagata alla bravura del protagonista. Ciononostante – tra ruvidi paesaggi, sperdute fattorie, pozzi e trivelle – il regista regala sprazzi di grande cinema, permettendosi persino il lusso di un inizio con quindici minuti privi di dialoghi. In ultima analisi, Anderson racconta la storia del male che si insinua inesorabilmente in un uomo, distruggendolo interiormente. Nell’ascesa del cinico protagonista – metafora delle brutture del capitalismo americano delle origini – si coglie il dramma di una vita incapace di trovare un senso e che non sa riscattarsi” (Gaetano Vallini). Incetta di premi per Daniel Day-Lewis, fra cui l’Oscar come Miglior Attore Protagonista. Qui il trailer.

Rai5, 22.10

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Valentina Vannino è Maria ne L’intrusa

L’intrusa (2017) di Leonardo Di Costanzo. Con Raffaella Giordano, Valentina Vannino, Marcello Fonte, Martina Abbate

Alla periferia di Napoli, Giovanna (Giordano) gestisce con passione “La Masseria”, un centro di accoglienza creando intorno a sé una comunità solidale, dove i bambini possono crescere e giocare dopo la scuola senza rischiare di finire nel giro della camorra. Un giorno, al centro arriva un’intrusa: Maria (Vannino), madre di due bambini e, a insaputa di Giovanna, moglie di un camorrista che per motivi misteriosi ha bisogno di nascondersi. Quando si scopre la verità, e i genitori dei ragazzi del centro iniziano a diffidare di Maria e della figlia Rita (Abbate), Giovanna sarà costretta a compiere una difficile scelta.

Una storia fatta di voci e volti veri

Ne “L’intrusa non si ha mai la sensazione di censure, e la violenza, quando non la si vede, la si sente e percepisce molto chiara e forte; ma non così forte da coprire le emozioni di ogni giorno e la bellezza che, inevitabilmente, la vita riesce a offrire, anche in un difficile quartiere di periferia, dove l’intrusa potrebbe essere la camorra, ma anche chi, pur essendo dalla parte del bene, non vuole rischiare di accogliere chi cerca di cambiare. Recitato in parte in lingua italiana e in parte in dialetto, il film riesce ad essere compreso soprattutto attraverso la mimica, l’espressione e la gestualità degli interpreti, che sono lasciati alla loro veridicità, esprimendosi in dialetto originale, forse difficile, ma che non farà di loro dei personaggi da fiction di prima serata, che spesso si esprimono in un  dialetto italianizzato il cui unico effetto è la non credibilità. Invece Di Costanzo, ancora una volta, ci ha regalato una storia fatta di voci e volti veri. Da vedere” (Maria Capozzi).

Il successo a Cannes

Presentato con grande successo alla Quinzaine de réalizateurs, la storia de L’Intrusa “è forte perché è dura, e perché come nella vita non ci sono “i buoni” e “i cattivi”. Ma prodigiosa è la realizzazione, sembra realtà catturata, i bambini (“presi dalla strada”, come usa dire, come quasi l’intero cast) interferiscono tra loro con una naturalezza mai vista, che in realtà, ci ha spiegato Di Costanzo, è improvvisazione “guidata” e provata” (Teresa Marchesi). Nomination Nastro D’Argento per la Migliore Sceneggiatura a Leonardo Di Costanzo, Maurizio Braucci e Bruno Oliviero. Qui il trailer.

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