Film Tv martedì 20 ottobre. Gioventù bruciata. I bambini di Cold Rock. Intimacy. Chiamami col tuo nome

Film Tv martedì 20 ottobre 2020, ecco, le nostre scelte di oggi. Gioventù bruciata di Nicholas Ray. I bambini di Cold Rock di Pascal Laugier in prima visione Tv. Intimacy – Nell’intimità di Patrick Chéreau. Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.

Iris (Canale 22), 17.05

film tv 20 ottobre 2020
James Dean in Gioventù bruciata

Gioventù bruciata (Rebel Without a Cause, 1955) di Nicholas Ray. Con James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo, Dennis Hopper, Corey Allen

Jim Stark (Dean), adolescente ribelle in contrasto con la famiglia benestante e la società, stringe amicizia con la vicina di casa Judy (Wood) e con John soprannominato Plato (Mineo), un nuovo compagno di scuola altrettanto travagliato. Jim diventa l’idolo di Plato che gli si affeziona quasi morbosamente, e si fa coinvolgere da Buzz (Allen), capo di una piccola banda e fidanzato di Judy, a partecipare a una “corsa del coniglio”. Una prova di coraggio che consiste nel lanciarsi a folle velocità con la macchina gettandosi fuori prima che cada in uno strapiombo sul mare. La tragedia è in agguato.

film tv martedì 20 ottobre 2020
Natalie Wood, James Dean e il regista Nicholas Ray sul set di Gioventù bruciata

“Film che, dopo La valle dell’Eden, impose definitivamente James Dean come mito di una generazione […] Un classico, allora in anticipo sui temi, che non ha smesso di emozionare. Battezzò una generazione di attori che, Wood a parte, si bruciò in fretta. Dean morì il 30 settembre di quello stesso anno e Mineo non si levò più di dosso il cliché del ribelle triste” (Paolo Mereghetti). Qui una scena.

Rai4 (Canale 21), 21.20, Prima Tv

Film Tv martedì 20 ottobre 2020
Jessica Biel ne I bambini di Cold Rock

I bambini di Cold Rock (The Tall Man, 2012) di Pascal Laugier. Con Jessica Biel, Jodelle Ferland, Stephen McHattie, William B. Davis

A Cold Rock, ex cittadina mineraria nella zona Nordoccidentale del Pacifico, molti bambini scompaiono misteriosamente senza lasciare traccia. La gente del luogo è convinta che siano portati via da un uomo alto e scuro. L’infermiera vedova Julia Danning (Biel) non crede alla superstizione e s’impegna a tenere uniti i suoi concittadini terrorizzati. Fin quando, una sera, anche lei assiste al rapimento del figlio. E il rapitore è un uomo alto e scuro.

Nel suo primo film in inglese, il regista francese Pascal Laugier abbandona lo splatter di Martyrs per costruire la metafora di una lotta di casse in chiave horror combinando assieme suggestioni cinematografiche diversissime tra loro. Un film divisivo, impossibile da incasellare in una precisa categoria, ma decisamente non banale. Qui il trailer.

Cielo (Canale 26), 23.15

Intimacy
Mark Rylance e Kerry Fox in Intimacy – Nell’intimità

Intimacy – Nell’intimità (Intimacy, 2000) di Patrick Chéreau. Con Mark RylanceKerry FoxTimothy SpallAlastair Galbraith

Jay (Rylance) e Claire (Fox) s’incontrano ogni mercoledì dalle due alle quattro. In un complice e reciproco silenzio sulle rispettive esistenze, i due si appagano in appassionati amplessi, nello squallido appartamento di lui, su un materasso sfatto, o sul pavimento. Il tacito rapporto fisico e niente più procede a gonfie vele fin quando Jay, forse per desiderio di possesso, non decide di pedinare Claire per scoprire la sua vita “al di fuori di lui”. E “la curiosità uccise il gatto”, come dice il proverbio.

“Come Una relazione privata (1999), ma così diverso: più crudele, impietoso, verboso, tortuoso. Più aggressivo e non soltanto per le scene esplicite e crude di sesso. Il tema di fondo non è l’erotismo, ma la possibilità di comunicazione tra due esseri e due sessi. La direzione degli attori è, anche in questo suo 8° film (il 1° in inglese), l’atout di Chéreau che sta addosso con la cinepresa ai due protagonisti con amorosa furia. Orso d’oro a Berlino e premio per la neozelandese Fox – Un angelo alla mia tavola” (IlMorandini). Qui una scena.

RaiMovie (Canale 24), 23.30

Chiamami col tuo nome Timothée Chalamet Luca Guadagnino film tv martedì 20 ottobre 2020

Chiamami con il tuo nome (Call Me by Your Name, 2017) di Luca Guadagnino. Con Timothée ChalametArmie HammerMichael StuhlbargAmira Casar

1983, provincia lombarda. L’estate dei diciassette anni di Elio (Chalamet), l’amato figlio unico dei coniugi Perlman (Stuhlbarg e Casar) – una colta coppia di filantropi italo-franco-americani di origini ebree – scorre monotona tra libri e musica, qualche pedalata, un tuffo in piscina. Fino all’arrivo di Oliver (Harmer), procace ricercatore americano in trasferta per sei settimane di studio, nella villa d’epoca del professor Perlman, cultore di scienze dell’antichità. Elio, introverso e spesso chino su spartiti musicali di cui è esperto conoscitore, all’inizio non tollera i modi e il carattere espansivo di Oliver. E sembra non subire quel fascino che conquista gli altri, genitori compresi, seppur costretto dalla buona educazione a condividere con l’ospite spazi e quotidianità. Eppure, tra dotte dissertazioni, contrasti e sensi di colpa, Elio finirà per scoprirsi innamorato, ricambiato, di Oliver e i due vivranno un’intensa storia d’amore, con il placet dei sensibili e discreti Perlman. Per un caso fortuito, prima che la trasferta di Oliver giunga al termine, i due amanti riusciranno a trascorrere una felice convivenza per qualche giorno, lontano da tutti. Ma l’idillio non sarà eterno.

Chiamami col tuo nome
Luca Guadagnino
Timothéee Chalamet

Dialogo fra corpi e corrispondenza d’anime

Dopo A bigger splash, Luca Guadagnino torna a raccontare un arrivo a sorpresa che sconvolge l’apparente equilibrio di un ménage affettivo. Mettendo in scena una raffinata rappresentazione del dialogo fra due corpi e di una corrispondenza d’anime; unione la cui sensualità è espressa in maniera convincente dalla recitazione istintiva di Timothée Chalamet.

Il regista porta sullo schermo la sceneggiatura del maestro James Ivory, tratta dal romanzo omonimo di André Aciman, sottolineandone le suggestioni poetiche. Che raggiungono il loro climax in un confronto nel quale un “insospettabile” personaggio confessa l’inconfessabile. Il rammarico per aver evitato, nonostante le occasioni, di vivere quella stessa esperienza che giudica straordinaria, nel bene e nel male.

“Quello che colpisce e affascina in queste vicende è l’assoluta mancanza di scabrosità o compiacimento, è la delicatezza con cui Guadagnino fa muovere la macchina da presa, quasi esitante di fronte ai corpi che si spogliano: una volta si concede anche una «anacronistica» panoramica dal letto alla finestra aperta sugli alberi, quasi fossimo in un pudico film hollywoodiano degli anni Quaranta. Ma è proprio qui la forza di Chiamami col tuo nome. Nella voglia di cercare dolcezza e rassicurazione dove invece si potrebbe trovare scandalo e peccato. Per questo il film va al di là della «storia d’amore»” (Paolo Mereghetti).

Somewhere in Italy

Ma la pellicola non sorvola sulle convenienze sociali che avvelenano i rapporti umani quando c’è in ballo quello che somewhere in Italy (per parafrasare una didascalia del film) resta evidentemente un tabù sociale per qualcuno, visti i recenti fatti di cronaca.

Pur rispecchiando una realtà elitaria, e per l’appunto al di là dell’iniziazione di Elio e della storia d’amore alla base del racconto, Chiamami col tuo nome sottolinea in fondo come la Cultura faccia la differenza: l’ignoranza, ovvero la misconoscenza, dell’altro nutre sempre, principalmente e inevitabilmente la paura. Quella che si trasforma in omofobiatrans-fobiamisoginiarazzismo. Almeno fino al momento in cui, grazie alla cultura e alla conoscenza, ci rendiamo conto che il “diverso” è meno spaventoso – e più affine a noi – di quello che sembra. Oscar per la Miglior Sceneggiatura Non Originale a James Ivory e candidatura per il Miglior Film, per il Miglior Attore Protagonista a Timothée Chalamet e per la miglior canzone a Sufjan Stevens (Mystery of Love). Qui il trailer.

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