Film Tv sabato 17 ottobre con Gilliam, Fellini, Stone

Film Tv sabato 17 ottobre 2020, ecco le nostre scelte di oggi. L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam. I Vitelloni e di Federico Fellini. JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone.

Iris, 16.30

film tv sabato 17 ottobre 2020 l'esercito delle 12 scimmie
Brad Pitt Bruce Willis ne L’esercito delle 12 scimmie

L’esercito delle 12 scimmie (1995) di Terry Gilliam. Con Bruce WillisBrad PittMadeleine StoweChristopher PlummerDavid Morse

Nel 2035 la popolazione terrestre, decimata da un’epidemia che nel 1997 ha ucciso cinque miliardi di persone, vive nel sottosuolo. L’ergastolano James Cole (Willis), in cambio della grazia, viene inviato indietro nel 1996 con la speranza di trovare un antidoto al morbo che ha ridotto in ginocchio l’umanità. E la cui diffusione tutti gli indizi attribuiscono a un folle gruppo animalista, “L’esercito delle 12 scimmie”, che avrebbe diffuso la malattia per liberare il pianeta dal “cancro dell’uomo”.

Per un malfunzionamento della macchina del tempo, Cole finisce prima nel 1917 e poi nel 1990, ed è rinchiuso in manicomio. Qui incontra uno strano paziente, l’animalista Goines (Pitt) figlio di un epidemiologo (Plummer), e la psichiatra Kathryn Railly (Stowe). Riuscirà grazie al loro aiuto ad approdare finalmente nell’epoca giusta e a salvare l’umanità? Il sogno di morte che continua a ossessionarlo getta un’ombra funesta sulla riuscita della sua missione.

Inquietanti lungimiranze

Ispirato al cortometraggio La Jetée di Chris Marker con richiami alla Donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, il settimo film del visionario Gilliam nel 2020 è tornato quanto mai in auge, e in maniera inquietante, con lo scoppio della pandemia del coronavirus.

Paragonato più volte a Blade Runner (con il quale condivide la sceneggiatura di David Peoples), secondo Roger Ebert, “è una celebrazione della follia e del destino, con un eroe che cerca di prevalere contro il caos della sua condizione, e che si rivela inadeguato. Tale visione è fredda, oscura, cupa […] e nel film è resa magistralmente, e più si conosce di cinema (specie sul lato tecnico), più è probabile che lo si ammiri. Un intrattenimento più cerebrale che sensoriale”. Meritata candidatura all’Oscar come Miglior Attore Protagonista a Brad Pitt, che dimostrò finalmente di non essere soltanto bello ma anche un attore convincenteQui una scena del film.

RaiStoria (Canale 54), 17.00

film tv 17 ottobre 2020 i vitelloni
La locandina de I Vitelloni

I vitelloni (1953) di Federico Fellini. Con Alberto SordiFranco FabriziFranco InterlenghiLeopoldo Trieste

Storia di cinque perdigiorno in una cittadina romagnola dell’Adriatico che potrebbe essere Rimini. Figli della ricca borghesia, trascorrono il tempo nell’ozio più sfrenato e vagheggiando sogni di gloria. Solo uno di loro, alla fine, riuscirà ad andarsene.

“Fellini fa col suo 2° film e mezzo uno scanzonato omaggio, distaccato ma non troppo, alla Rimini della sua adolescenza, reinventata sul litorale tirrenico, vicino a Ostia. Leone d’argento a Venezia, 3 Nastri d’argento (regia, produzione e Sordi). Fabrizi è doppiato da Nino Manfredi e Trieste da Adolfo Geri” (IlMorandini). Qui la scena più celebre.

RaiStoria (Canale 54), 21.15

film tv 17 ottobre
La locandina di

di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Rossella Falk

In crisi esistenziale e creativa, alle prese con un film da fare, il regista Guido (Mastroianni), combattuto tra una moglie rassicurante e borghese e la procace amante, fa una sorta di mobilitazione generale di emozioni, affetti, ricordi, sogni, complessi, bugie.

“Un misto tra una sgangherata seduta psicanalitica e un disordinato esame di coscienza in un’atmosfera da limbo (F. Fellini). La masturbazione di un genio (D. Buzzati). Una tappa avanzata nella storia della forma romanzesca (A. Arbasino). Una costruzione in abisso a tre stadi (C. Metz). Un Ben Hur del cinema d’avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con La dolce vita.

Personaggi memorabili e sequenze d’antologia

Personaggi memorabili e sequenze d’antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l’amante, con l’ambiente di lavoro e gli estranei, con i guru della Chiesa e della Critica, col passato e l’avvenire, con sé stesso. “L’enfer c’est les autres”, aveva detto Sartre. Fellini ribalta l’affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. 2 Oscar: costumi (Pietro Gherardi), miglior film straniero. 7 Nastri d’argento: film, produttore, soggetto, sceneggiatura, S. Milo, musiche (N. Rota), fotografia (G. Di Venanzo) (IlMorandini). Qui una scena.

La7, 21.15

film tv jfk
Kevin Costner in JFK – Un caso ancora aperto

JFK – Un caso ancora aperto (JFK, 1991) di Oliver Stone. Con Kevin Costner, Donald Sutherland, Sissy Spacek, Jack Lemmon, Michael Rooker

L’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy visto con gli occhi del procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison (Costner). Che sospetta l’esistenza di un complotto ordito dalla Cia e da Lyndon Johnson.

“Smisurato film di denuncia, che mescola sequenze d’archivio e ricostruzioni in stile documentario sceneggiato dal regista e Zachary Sklar a partire dai libri di Jim Garrison e Jim Marrs. Non sempre chiarissimo, ha avuto il merito di scuotere l’opinione pubblica, dimostrando che il cinema non è solo un giocattolo […] Il vero Jim Garrison appare nella parte del suo avversario di allora, Earl Warren. Stone è uno dei buzzurri nel bar che esultano alla morte di Kennedy. Due Oscar: miglior fotografia (Robert Richardson) e montaggio (Joe Hutshing e Pietro Scalia)” (Paolo Mereghetti). Qui una scena.