Film Tv sabato 19 settembre 2020: Chiamami col tuo nome, Will Hunting, L’attimo fuggente, The Dreamers

Rai3, 21.20, prima visione Tv

Chiamami col tuo nome Luca Guadagnino stasera in Tv Film Tv sabato 18 settembre 2020

Chiamami con il tuo nome (Call Me by Your Name, 2017) di Luca Guadagnino. Con Timothée ChalametArmie HammerMichael StuhlbargAmira Casar

1983, provincia lombarda. L’estate dei diciassette anni di Elio (Chalamet), l’amato figlio unico dei coniugi Perlman (Stuhlbarg e Casar) – una colta coppia di filantropi italo-franco-americani di origini ebree – scorre monotona tra libri e musica, qualche pedalata, un tuffo in piscina. Fino all’arrivo di Oliver (Harmer), procace ricercatore americano in trasferta per sei settimane di studio, nella villa d’epoca del professor Perlman, cultore di scienze dell’antichità. Elio, introverso e spesso chino su spartiti musicali di cui è esperto conoscitore, all’inizio non tollera i modi e il carattere espansivo di Oliver. E sembra non subire quel fascino che conquista gli altri, genitori compresi, seppur costretto dalla buona educazione a condividere con l’ospite spazi e quotidianità. Eppure, tra dotte dissertazioni, contrasti e sensi di colpa, Elio finirà per scoprirsi innamorato, ricambiato, di Oliver e i due vivranno un’intensa storia d’amore, con il placet dei sensibili e discreti Perlman. Per un caso fortuito, prima che la trasferta di Oliver giunga al termine, i due amanti riusciranno a trascorrere una felice convivenza per qualche giorno, lontano da tutti. Ma l’idillio non sarà eterno.

Dialogo fra corpi e corrispondenza d’anime

Dopo A bigger splash, Luca Guadagnino torna a raccontare un arrivo a sorpresa che sconvolge l’apparente equilibrio di un ménage affettivo. Mettendo in scena una raffinata rappresentazione del dialogo fra due corpi e di una corrispondenza d’anime; unione la cui sensualità è espressa in maniera convincente dalla recitazione istintiva di Timothée Chalamet.

Il regista porta sullo schermo la sceneggiatura del maestro James Ivory, tratta dal romanzo omonimo di André Aciman, sottolineandone le suggestioni poetiche. Che raggiungono il loro climax in un confronto nel quale un “insospettabile” personaggio confessa l’inconfessabile. Il rammarico per aver evitato, nonostante le occasioni, di vivere quella stessa esperienza che giudica straordinaria, nel bene e nel male.

“Quello che colpisce e affascina in queste vicende è l’assoluta mancanza di scabrosità o compiacimento, è la delicatezza con cui Guadagnino fa muovere la macchina da presa, quasi esitante di fronte ai corpi che si spogliano: una volta si concede anche una «anacronistica» panoramica dal letto alla finestra aperta sugli alberi, quasi fossimo in un pudico film hollywoodiano degli anni Quaranta. Ma è proprio qui la forza di Chiamami col tuo nome. Nella voglia di cercare dolcezza e rassicurazione dove invece si potrebbe trovare scandalo e peccato. Per questo il film va al di là della «storia d’amore»” (Paolo Mereghetti).

Somewhere in Italy

Ma la pellicola non sorvola sulle convenienze sociali che avvelenano i rapporti umani quando c’è in ballo quello che somewhere in Italy (per parafrasare una didascalia del film) resta evidentemente un tabù sociale per qualcuno, visti i recenti fatti di cronaca.

Pur rispecchiando una realtà elitaria, e per l’appunto al di là dell’iniziazione di Elio e della storia d’amore alla base del racconto, Chiamami col tuo nome sottolinea in fondo come la Cultura faccia la differenza: l’ignoranza, ovvero la misconoscenza, dell’altro nutre sempre, principalmente e inevitabilmente la paura. Quella che si trasforma in omofobiatrans-fobiamisoginiarazzismo. Almeno fino al momento in cui, grazie alla cultura e alla conoscenza, ci rendiamo conto che il “diverso” è meno spaventoso – e più affine a noi – di quello che sembra. Oscar per la Miglior Sceneggiatura Non Originale a James Ivory e candidatura per il Miglior Film, per il Miglior Attore Protagonista a Timothée Chalamet e per la miglior canzone a Sufjan Stevens (Mystery of Love). Qui il trailer.

Tv8, 21.30

Will Hunting genio ribelle Robin Williams MatT Damon Ben Affleck stasera in tv sabato 19 settembre 2020

Will Hunting – Genio ribelle (Good Will Hunting, 1997) di Gus Van Sant. Con Matt Damon, Ben Affleck, Robin Williams, Minnie Driver, John Stellan Skarsgård

Will Hunting (Damon), orfano dei quartieri malfamati di Boston, è un ventenne che lavora nelle pulizie del Massachussets Institute of Technology e ha piccoli precedenti penali, ma è un genio della matematica. Se ne accorge il professor Lambeau (Skarsgård) del MIT, che lo manda dal dottor Sean Maguire (Williams) psicoanalista. Grazie al dottor Maguire, al suo miglior amico Chuckie (Affleck) e a una ragazza, Skylar (Driver), Will riuscirà a fare i conti con il proprio passato e a sfruttare il proprio talento.

“Una favola romantica che aggiorna i miti dell’american way of life, sceneggiata da Matt Damon e Ben Affleck, in cui lo sguardo del regista – imposto alla produzione da Williams – si vede soprattutto negli esterni di South Boston, negli incontri tra amici operai, nel loro girovagare senza meta, nonché nella capacità di frenare l’imbarazzante esuberanza dello stesso Williams. Il resto è grande (ma standardizzato) prodotto hollywoodiano, compreso il finale di (momentanea) ribellione” (Paolo Mereghetti). Oscar a Damon e Affleck per la Sceneggiatura, e a Williams come Miglior Attore Protagonista. Qui il trailer.

La7, 23.40

L'attimo fuggente società dei poeti estinti dead poets society robin williams film tv sabato 19 settembre 2020
Robin Williams ne L’attimo fuggente

L’attimo fuggente (Dead Poets Society, 1989) di Peter Weir. Con Robin Williams, Robert Sean Leonard, Ethan Hawke, Josh Charles

Nell’esclusiva accademia Welton che forma la futura classe dirigente, il professor Keating (Williams) tiene appassionate lezioni di poesia e letteratura. Spronando gli allievi a pensare con la propria testa. In suo onore i ragazzi rifonderanno la clandestina “Società dei Poeti Estinti”. Quando Keating pagherà cara la sua linea d’insegnamento non ortodossa, i suoi studenti dimostreranno che i semi che egli ha piantato nelle loro menti non sono andati perduti.

Orazio incontra Whitman e Thoreau, passando per Robert Frost e Branson Alcott. Questi i riferimenti letterari del film, incentrato sulla filosofia del Carpe diem. “Weir ha ereditato la struttura di un film già fatto, vi ha messo di suo la tensione ambigua che cova in ogni comunità di uguali. Film sulle debolezze e le ingenuità degli anni cinquanta, l’opera di Weir diventa anche un canto sulla speranza e il diritto di credere” (Stefano Reggiani). Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il 14 settembre 1989, ottenne un grande successo di pubblico e di critica ed è da allora divenuto un cult movie intergenerazionale con il suo motto tratto da Whitman, O capitano! Mio capitano!. Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale a Tom Schulman e David di Donatello per il Miglior Film Straniero. Qui una scena.

Cine34, 00.50

Eva Green Michael Pitt Louis Garrel Bernardo Bertolucci The dreamers film tv

The Dreamers – I Sognatori (2003) di Bernardo Bertolucci. Con Eva Green, Michael Pitt, Louis Garrel, Anna Chancellor, Robin Renucci

Rimasti soli a Parigi nell’estate del 1968, dopo che i loro genitori sono partiti per le vacanze, Isabelle (Green) e suo fratello Théo (Garrel) invitano nel loro appartamento l’amico Matthew (Pitt), un americano conosciuto per caso alla Cinemathèque, la Cineteca Nazionale. I tre decidono di chiudersi in casa stabilendo ferree regole di comportamento. Poco alla volta arrivano a conoscersi a fondo attraverso una serie di giochi mentali sempre più estremi e di esplorazioni sessuali sempre più torbide. Nel loro idilliaco isolamento a tre, tuttavia, irromperanno con forza le manifestazioni del maggio francese.

Scritto da Gilbert Adair, liberamente tratto dal suo romanzo The Holy Innocents, è il penultimo lungometraggio di Bernardo Bertolucci. “Varcata la soglia dell’alta età, B.B. si volta indietro a rievocare, con nostalgia corretta dalla lucidità critica, la sua giovinezza di cinéphile , i soggiorni parigini degli anni ’60 (i primi, non gli ultimi), i bollori dell’impegno politico, la ricerca di identità” (ilMorandini). Ricca colonna sonora e tripudio di citazioni di altri film, esplicite o suggerite da piccoli dettagli. Ciak d’oro a Fabio Cianchetti per la Fotografia e a Jacopo Quadri per il montaggio. Qui una scena.

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