Fine dell’idillio Gruber-Conte? 8 e 1/2 non è più salotto delle ‘vedove’ di Giuseppi

Lilli Gruber Giuseppe Conte 8 e 1/2
Lilli Gruber e Giuseppe Conte

di Marco Zonetti 🖋️

Chi si fosse sintonizzato ieri sera, mercoledì 20 aprile 2022, su La7 per seguire Otto e Mezzo avrebbe provato un inquietante senso di spaesamento. L’Unheimlich, ovvero l’elemento perturbante per dirla con Freud, era il singolare trattamento riservato all’ospite di turno, alias il leader non leader del M5s Giuseppe Conte, che appariva camminare sui carboni ardenti al cospetto della conduttrice Lilli Gruber e dei suoi ospiti: Monica Guerzoni del Corriere della Sera, il Direttore di Limes Lucio Caracciolo e il Direttore della Stampa Massimo Giannini.

“Singolare trattamento” perché, per una volta, Conte sembrava messo in difficoltà in quello che fino a qualche tempo fa era considerato dai più il salotto delle “vedove” di Giuseppi e, prima ancora, delle sue “bimbe”. Una sorta di santuario nel quale, dal lunedì al venerdì, padrona di casa e ospiti ricorrenti e fissi, in primis Marco Travaglio e Andrea Scanzi, celebravano il panegirico dell’avvocato del popolo ai tempi in cui era capo del Governo, e successivamente le lacrimose esequie dopo la sua detronizzazione per mano di Mario Draghi. La linea “filocontiana” del Fatto Quotidiano era così pervasiva da far meritare al programma di Lilli Gruber il soprannome “Fatto e mezzo”, copyright Dagospia.

Insomma, al centro della bufera mediatica dopo le rivelazioni de La Repubblica e del Corriere della Sera che hanno gettato un’ombra su una sua presunta gestione leggera dei Servizi Segreti le cui redini egli non volle lasciare per lunghissimo tempo, sulla missione medico-militare russa in Italia voluta da Putin ai tempi del primo lockdown, sui rapporti definiti dai giornali “opachi” sia con il Presidente russo sia con l’amministrazione Trump, Conte era in visibili ambasce nell’un tempo amico salotto di Lilli Gruber, dove appariva particolarmente vulnerabile al fuoco di fila delle domande degli astanti.

Fino all’ultima, quando la conduttrice lo ha interpellato sulle sue preferenze tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. La vaghezza della risposta dell’ex Presidente del Consiglio, che – come un grillino dei primordi – ha evitato in tutti i modi di prendere posizione, ha fatto sbottare la giornalista altoatesina che lo ha accusato di essere “ambiguo” sull’argomento.

Non è senz’altro un momento magico per Conte: cinto d’assedio dalle cause legali dell’avvocato Lorenzo Borrè che ne mettono in discussione la presidenza del Movimento, dai sondaggi in picchiata, dall’incapacità di comprendere dove andare e chi appoggiare (Macron, Le Pen, Fratoianni, Meloni, destra, sinistra, centro, su, giù, qua, là…), e ieri anche gli inciampi in diretta nel salotto di Otto e mezzo, un tempo ritenuto porto sicuro. Sotto il bagliore nucleare delle luci della Gruber mostrava addirittura inequivocabili tracce di canizie sul marroncino topesco della chioma, solitamente d’inquietante uniformità. Un chiaro indizio di tensione.

Ma è finito davvero l’idillio Gruber-Conte? E, come ha ipotizzato più di un osservatore, il proprietario di La7 Urbano Cairo – uno dei principali fautori dell’ipotesi di un “Conte ter” tanto da spingersi a un (fallimentare) endorsement – ha forse deciso, scorgendone il declino di popolarità, di abbandonarlo al suo destino? Potrebbe essere. Ma secondo un’altra scuola di pensiero altrettanto plausibile, tutte le domande che gli sono state poste ieri sera a Otto e mezzo erano state preventivamente concordate con Rocco Casalino, e l’avvocato del popolo, sicuro di trovarsi in campo non ostile, era convinto di poter rispondere a piacimento e di sbrogliarsela senza problemi. Sbagliando tuttavia i calcoli fino a esasperare la stessa Gruber che, anche con tutta la buona volontà, non poteva avallare una risposta vaga sulle presidenziali francesi lo stesso giorno del duello televisivo Macron-Le Pen.

A dar retta a un’altra suggestiva congettura, invece, non solo nella finora amica La7 ma anche nel suo stesso partito Giuseppi avrebbe le ore contate allorché il M5s starebbe per preferirgli un nuovo astro nascente, nientemeno che il Professor Alessandro Orsini le cui discusse esternazioni ricordano nostalgicamente quelle dei grillini della prima ora. Ipotesi surreale? Ahinoi, in Italia abbiamo assistito troppe volte all’avveramento degli scenari più apparentemente fantapolitici per non reprimere più di un brivido al solo pensiero. 

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