Flop Parlami d’amore. IndigneRai contesta versione di Coletta in Vigilanza

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Ieri sera, martedì 16 febbraio 2021, la Commissione di Vigilanza Rai ha audito il Direttore di Rai1 Stefano Coletta, al quale sono stati sottoposti vari quesiti. Fra i quali la richiesta di delucidazioni sul flop di Parlami d’Amore – prima puntata del format A grande richiesta in onda il sabato in prima serata – appaltato esternamente in quanto realizzato in collaborazione con Ballandi e triplicato negli ascolti da Canale5 con C’è posta per te.

La questione dell’appalto esterno abbinata allo scarso risultato Auditel ha scatenato un putiferio in Rai, con varie prese di posizione piuttosto rigorose, come quella del Consigliere di Amministrazione in quota Dipendenti Riccardo Laganà, del sindacato Snater, e del Direttivo AprRai, Associazione Programmisti Registi, che ha chiesto le dimissioni di Coletta e di altri due vertici della rete, Paola Sciommeri e Claudio Fasulo. Come rilanciato anche da Dagospia.

Il Direttore di Rai1, dal canto suo, in sede di Commissione di Vigilanza ha risposto così: “Prima di cominciare questa avventura ho chiesto al direttore produzione tv Roberto Cecatto se potevo fare queste serate e se avevamo la possibilità di fargli usare i nostri cameramen, lui mi ha risposto: ‘te lo puoi dimenticare perché tra Sanremo, Cortina e le squadre di backup noi siamo saturi al 100% e solo in quel momento è venuto fuori l’appalto totale, altrimenti da parte nostra c’è sempre la massima attenzione a dare priorità alle forze interne‘”.

Una versione che, tuttavia, viene contestata in un post Facebook dall’associazione Bene Comune IndigneRai, che raggruppa moltissimi dipendenti dell’azienda. “Ecco una delle prime inesattezze, chiamiamole così” scrive l’associazione, “che il direttore di Rai1 Stefano Coletta, rispondendo alle domande dei commissari della Vigilanza Rai, ha proferito ieri durante la sua audizione. Perché, anche fosse corrispondente alla realtà, ma non lo è, che non esistesse una squadra tecnica che potesse realizzare la serie di spettacoli del sabato A grande richiesta, non era necessario fare un appalto totale e quindi appaltare la parte artistica, redazionale e tecnica, ma solo ed esclusivamente quella tecnica (come d’altronde è già successo in passato dove programmi realizzati internamente per la parte artistica e redazionale, usufruivano di squadre tecniche di Società di appalto – e comunque mai auspicabile – )”.

E l’associazione precisa: “Quindi per quanto riguardava scrittura, scene, costumi, fotografia, produzione esecutiva, regia, squadra redazionale e produttiva si potevano utilizzare le numerose e altamente qualificate professionalità interne!. La verità è che si vuole usare la Pandemia come scusa per coprire quello che già da anni è in atto: ovvero il depotenziamento e la destrutturazione della NOSTRA Azienda!.

“Sulla carenza cronica di personale si sta speculando da anni perché è la giustificazione più facile per ricorrere ad appalti” prosegue il post di Indignerai. “Affermare che quasi la totalità della programmazione di Rai uno viene realizzata internamente, non solo ci fa sorridere, ma ci fa capire che ormai tutti i format e la cooproduzione con società esterne ,fino ad arrivare alle fiction, vengono considerate oramai come un costo interno o internalizzato , un passaggio al bancomat insomma per dare la paghetta a tutta la famiglia allargata.

“Al nostro egregio direttore che afferma non ci siano autori interni all’altezza, vorremmo far presente che se gli autori esterni a cui ha affidato questa e le altre 2 produzioni completamente appaltate, Penso che un sogno così e La musica che gira intorno, producono questi tragici risultati artistici e di ascolto, forse potrebbe trovare all’interno qualcuno che sicuramente potrà fare gli stessi risultati, se non qualcosina di più, Il tutto con un notevolissimo risparmio economico!

Vorremmo segnalare, gentile sig. Coletta, che se i dirigenti e i direttori con cui lei ha lavorato in questi anni, quando lei era un semplice programmista regista, avessero ragionato così, non avrebbe avuto modo alcuno per fare la carriera che ha fatto! E comunque” conclude poi l’associazione, “per quanto riguarda le altre figure artistiche, scenografo, costumista, direttore della fotografie e regia, tra i colleghi interni ci sono professionalità che non solo non hanno nulla da invidiare alle professionalità esterne, ma anzi, molto spesso, sono di gran lunga superiori!”.

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