di Marco Zonetti 🖋️
Le notizie della richiesta da parte della Procura di Firenze di archiviazione per Matteo Renzi riguardo alla presunta falsa fatturazione relativa a una delle conferenze del leader di Italia Viva, e dell’assoluzione per l’ex Presidente della Regione Basilicata, il renziano Marcello Pittella, sono finite in un trafiletto nelle ultime pagine dei quotidiani. Quando invece all’epoca le accuse, poi smontate una a una ma soltanto dopo anni e anni – erano state lanciate in apertura di tutti i Tg e sui quotidiani a caratteri cubitali, esponendo alla gogna mediatica i due esponenti politici.
Riguardo alla sentenza di assoluzione del fratello Marcello, il Senatore dem Gianni Pittella, ha parlato di: “Tre anni di calvario, mediatico-giudiziario. Sono molto felice per lui, per il nome che portiamo, per la memoria di mio padre, per le sofferenze di mia madre. Sono felice e non so dire altro”. Ma sono le lacrime con cui lo stesso protagonista della vicenda di malagiustizia Marcello Pittella ha accolto la notizia della propria assoluzione per non aver commesso il fatto a dirla lunga sulla gogna subìta in qualità di “mostro sbattuto in prima pagina” nell’inchiesta sulla Sanitopoli lucana che lo vide anche finire a lungo, e ingiustamente, agli arresti domiciliari.
Lo segnala Alessandro Barbano nella rassegna stampa di Radio Radicale, nella quale – con un’accorata requisitoria – egli punta il dito sul connubio tra magistratura e stampa giudiziaria, che prima distrugge la vita, la carriera, la reputazione degli indagati facendoli finire nel tritacarne mediatico, per poi non dare spazio alla notizia dell’assoluzione degli stessi, bensì relegandola nelle ultime pagine in una manciata di righe.
Il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi diffonde sui social le parole del giornalista riguardo all’archiviazione per Renzi e all’assoluzione di Pittella, commentando: “Vergognosa vicenda ignorata dalla Stampa principale. ODG, FNSI non sentono il bisogno di rispondere o organizzare un dibattito sulle parole di Barbano!”. Qualcuno risponderà o, complici le festività natalizie, passerà tutto in cavalleria? Del resto, si tratta solo di esseri umani linciati mediaticamente… cosa vogliamo che sia?