Governo Draghi, serve svolta sulla comunicazione. Anzaldi: “Giornalisti tornino a fare domande”

Conte Draghi Anzaldi

L’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi ha mandato in pensione il Governo Conte con il suo “metodo Casalino” delle veline da Palazzo Chigi, delle immagini autoprodotte veicolate ai Tg e delle scenografiche conferenze stampa stile “Grande Fratello” con suspense e domande concordate. Ma ora, con il nuovo esecutivo, occorre una svolta sulla comunicazione istituzionale.

Dall’iperpresenzialismo di Conte siamo infatti passati all’ipersobrietà di Draghi, quando invece sarebbe necessaria un’aurea via di mezzo, specie in questo periodo di grandi incertezze. Un periodo nel quale i cittadini hanno bisogno di risposte serie e concrete da parte di un Presidente del Consiglio del quale si avverta costante la presenza, ma senza ultraprotagonismi da divo Tv, e di una comunicazione governativa convincente, capillare ed esaustiva.

A tal proposito, si esprime anche il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), che svelò per primo i meccanismi di propaganda “stile Minculpop” del duo Conte-Casalino, avallati dalla Rai. In un’intervista a Radio Cusano Campus, l’On. Anzaldi ha dichiarato: “Trovo molto positivo l’inizio del governo, ho visto un Draghi estremamente decisivo senza sensazionalismi. Nessuno avrebbe pensato che in pochissimo tempo sarebbe riuscito a sostituire Arcuri che aveva un contratto in mano”.

E precisa: “Nell’ambito della comunicazione dovrebbe migliorare, con l’aiuto dei giornalisti. La visita presidenziale al Centro Vaccinale di Fiumicino, l’altro giorno, e’ passata quasi sotto silenzio. Recarvisi senza accettare alcuna domanda era impensabile fino a qualche anno fa. Il fatto che i giornalisti non facciano più domande al premier non e’ accettabile“. Poi, riferendosi alla questione del Lazio passato da zona gialla a zona rossa, malgrado gli indicatori fossero meno preoccupanti rispetto a quattordici giorni fa: “Ad esempio si potrebbe chiedere a Mario Draghi se, a suo parere, l’indice rt e’ ancora un parametro valido per determinare le zone rosse“.