Grazia per Ambrogio Crespi. Anzaldi: “Rai trasmetta infine il docufilm Spes contra Spem”

Ambrogio Crespi Spes contra spem
Ambrogio Crespi con la moglie Helene Pacitto

Il regista Ambrogio Crespi, condannato con sentenza definitiva a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato scarcerato dal Tribunale di Sorveglianza (con parere favorevole del Procuratore generale) in attesa della decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla domanda di grazia presentata da Helene Pacitto (moglie di Crespi), attraverso gli avvocati Andrea NicolosiMarcello Elia e Simona Giannetti, con il sostegno di Nessuno tocchi Caino e altre otto associazioni. Come fa notare Il Fatto Quotidiano: “Se il capo dello Stato firmerà entro il prossimo 9 settembre, Crespi sarà libero e la sua pena estinta. In caso contrario, passerà dalla cornice dorata della laguna veneziana al penitenziario di Opera“.

Un caso giudiziario paradossale

Ma se si leggono le parole del Tribunale di Sorveglianza che hanno accompagnato la sua scarcerazione qualche mese fa, il caso di Ambrogio Crespi diviene ancor più paradossale, tanto da far discutere l’opinione pubblica, dividerla e per molti rappresentare un chiaro esempio di malagiustizia. Il Tribunale dichiara: “Dal 2013 Crespi ha utilizzato la forza della sua arte soprattutto per combattere frontalmente le criminalità organizzate e la loro subcultura, per promuovere la cultura della legalità, della giustizia, della bellezza e della speranza”. E ancora: “I film di Crespi vengono proposti nelle scuole e nelle università, contribuendo a educare le nuove generazioni”. Tornare in carcere, per Crespi, secondo i magistrati, sarebbe ormai insensato, “in quanto si tradurrebbe in una illegittima duplicazione del percorso di riabilitazione”.

Michele Anzaldi: “La Rai faccia conoscere il caso Crespi”

Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva e Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, torna come già in passato sul caso in questione con un post pubblicato su Facebook. Scrive l’On. Anzaldi: “La vicenda di Ambrogio Crespi, che unisce temi importanti quali la giustizia, la condizione delle carceri, il cinema come strumento di lotta alla criminalità, la grazia concessa dal Presidente della Repubblica, oggi viene raccontata su una testata come Il Fatto quotidiano, che in tema di giustizia ha una posizione molto netta. Perché, allora, non se ne parla sul servizio pubblico?”.

E prosegue: “Perché la Rai non fa conoscere ai telespettatori il caso Crespi, in prima linea con i suoi film contro la criminalità organizzata e in difesa dei più deboli, ma nel contempo vittima di una condanna giudiziaria che ha fatto molto discutere? Perché la tv pubblica non si impegna a far riflettere gli italiani su temi così importanti?“.

“Docufilm proiettato alla Camera e trasmesso da Sky, perché non sulla Rai?”

L’On. Anzaldi precisa che: “La Rai non ha mai voluto trasmettere Spes contra Spem (qui il link ufficiale), il film di Crespi sulle carceri che nella passata legislatura, grazie alla disponibilità della presidente Boldrini a seguito della richiesta avanzata dal Pd di Renzi, è stato trasmesso anche alla Camera e poi è stato fatto conoscere agli italiani grazie ad una tv commerciale come Sky. Il servizio pubblico non ha mai risposto agli appelli pubblici a dare spazio ad all’opera, proiettata anche al Festival del Cinema di Venezia con tanto di partecipazione dell’allora ministro della Giustizia Orlando. Ci sarà finalmente un’inversione di rotta?”.

“Giorni decisivi per la vita di Crespi. I telespettatori siano informati”

Il Segretario della Vigilanza Rai quindi conclude: “Questi sono giorni decisivi per la vita di Crespi perché entro il 9 settembre il presidente della Repubblica Mattarella deciderà sulla domanda di grazia, decretando se il regista dovrà tornare in carcere o meno. Sarebbe opportuno che i telespettatori fossero adeguatamente informati per potersi fare un’idea, a maggior ragione visto che la domanda di grazia è stata avanzata da ben nove associazioni che sul tema della criminalità svolgono una funzione esemplare”.

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