Rai torni leader nell’informazione. No a egemonia dei privati

Rai informazione privati Gruber-Boschi
Lilli Gruber e Maria Elena Boschi, protagoniste di un acceso scontro a Otto e mezzo su La7

L’acceso scontro a Otto e mezzo su La7 fra la conduttrice Lilli Gruber e la Capogruppo di Italia Viva alla Camera dei Deputati Maria Elena Boschi sta tenendo banco sui social network e sulla stampa. Non vogliamo entrare nel merito della diatriba, se non per sottolineare che il servizio fotografico di Chi sull’Onorevole Boschi poteva benissimo non essere tirato in ballo poiché non aveva la minima pertinenza con le questioni dibattute in trasmissione.

Trattamento piuttosto diverso da quello rivolto al premier Conte nella stessa trasmissione quando, in pieno caso Morra, la Gruber non pose alcuna domanda sulla vicenda del momento. Permettendo invece al Primo Ministro un’ingerenza indebita sulla Rai.

Informazione Rai marginale

E a proposito di Rai, quel che ci preme sottolineare, invece, è che da troppi anni a questa parte il Servizio Pubblico ha tristemente abdicato alla sua leadership nell’informazione per lasciarla a La7 di proprietà di Urbano Cairo e in misura minore alla privata Mediaset. Gli spazi di approfondimento del Servizio Pubblico risultano infatti non soltanto esigui ma marginali se non irrilevanti. Ieri sera #Cartabianca su Rai3 è stata battuta negli ascolti non solo da DiMartedì su La7 ma anche da Fuori dal coro su Rete4. Seconda Linea su Rai2 ha chiuso dopo sole due puntate. Titolo V sempre sulla Terza Rete ottiene percentuali da prefisso telefonico.

L’informazione martellante di La7

La mattina e il pomeriggio, mentre la Rai manda in onda per la maggior parte salottini più o meno trash con i soliti ospiti che saltabeccano da uno studio all’altro a seconda del grado di amicizia con il direttore di turno, La7 imbottisce il suo palinsesto di talk show politici. Un martellare continuo che, messo in atto da un network privato, dovrebbe inquietare le coscienze e suscitare interrogativi.

Rai peggio dell’editto bulgaro

Cairo ha tutto il diritto di trasmettere ciò che vuole, e così Mediaset. Ma riteniamo fermamente che la Rai – pagata dal canone – dovrebbe riprendersi il ruolo che ricopriva qualche anno fa, quando davvero certi programmi del Servizio Pubblico informavano e contribuivano alla diffusione di una consapevolezza meno faziosa.

Ai tempi di Silvio Berlusconi egemone, ricordiamolo bene, andava in onda Michele Santoro con ascolti stellari, poi censurato dando inizio all’inesorabile declino della Rai che oggi è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Santoro, qualche giorno fa, ha dichiarato che Il Servizio Pubblico non era mai caduto così in basso neanche ai tempi dell’editto bulgaro. Rendiamoci dunque conto della situazione in cui ci dibattiamo.

Informazione pubblica al servizio del cittadino

Da anni, voci istituzionali come quella del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi insistono sull’importanza di un’informazione Rai corretta, equidistante e soprattutto curata da validi professionisti. Un’informazione pubblica al servizio del cittadino, il quale con il suo canone paga profumatamente direttori di rete, di testate, capistruttura, redattori, giornalisti, cronisti e così via.

Lasciare spazio incontrastato alle realtà private come La7 e Mediaset nell’ambito dell’informazione è stato un errore gravissimo. Un errore che tutti i cittadini hanno pagato a prescindere dal loro credo politico. Riteniamo quanto mai necessario e urgente rimediare a questo errore e che la Rai, al più presto possibile, ritrovi il posto che le spetta nel panorama dell’informazione nazionale e internazionale. Ne guadagneremmo tutti. Anche la concorrenza.

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