Il Rapporto Reuters boccia la Rai grillina. Anzaldi: “Sconfessati 5 anni di lotte del M5s”

Infografica tratta dal Digital News Report 2021 di Reuters

Il Digital News Report 2021 dell’Istituto Reuters condotto in 46 paesi incorona l’Ansa come marchio d’informazione italiano più affidabile, collocandolo in cima alla classifica e decretandogli la fiducia dell’82% degli italiani (in crescita rispetto al 2020). Per quanto riguarda l’informazione online trionfa invece TGCom24 che fa capo a Mediaset, e SkyTg24 è secondo sia per affidabilità di marchio sia per quanto riguarda la popolarità in rete.

E la Rai pagata dal canone degli italiani? Per trovare il Servizio Pubblico nella classifica dei marchi d’informazione più affidabili secondo gli italiani dobbiamo scendere al settimo posto in entrambe le classifiche. Non esattamente una posizione lusinghiera per la Rai in quota pentastellata, e la subalternità a Mediaset e a Sky (e addirittura a Fanpage) per quanto riguarda la fruizione in rete è quanto più emblematica visto che l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini voluto dal M5s si era insediato sbandierando a ogni piè sospinto di essere portatore del cambiamento.

Lo stesso slogan, del resto, appannaggio dei grillini al Governo, che hanno finito per allearsi per ben tre volte in tre anni con la politica tradizionale da loro sempre aborrita, finendo addirittura per difendere la lottizzazione in Rai, come denunciato dal Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi.

Ricordiamo a tal proposito l’intervista dell’Onorevole di Italia Viva a Pinuccio di Striscia la Notizia nel segmento denominato Rai Scoglio 24 riguardo al caso di Claudia Mazzola, artefice in Rai di quattro scatti di carriera in tre anni appoggiata dal M5s, e ora divenuta Direttrice dell’Ufficio Studi. Il Deputato svelava (qui il video) che: “Un autorevole esponente del M5s in Commissione di Vigilanza mi si è avvicinato dicendomi, ‘Tu ti lamenti della Mazzola, ma la lottizzazione in Rai si è sempre fatta’”.

Come ricorda Francesco Specchia su Libero, poi, lo stesso Onorevole Anzaldi commentava l’inversione a U del M5s in materia di lottizzazione in Rai anche nei telegiornali, sottolineando come fossero stati “sconfessati cinque anni di battaglie portate avanti dall’ex Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico“. Otto ne sono invece trascorsi dal famoso sit-in dello stesso Fico con Beppe Grillo davanti alla sede di Viale Mazzini nel 2013 sotto l’egida dell’altisonante slogan “Occupy Rai”, al cui proposito sempre l’On. Anzaldi chiosava così qualche mese fa: “La Rai dei Cinque stelle (hanno scelto loro amministratore delegato e direttori) è arrivata al punto di censurare Michele Santoro. Togliere la parola al presidente della commissione Antimafia. Moltiplicare privilegi e vicedirettori. Umiliare la corretta informazione e il giornalismo nelle reti. Garantire mano libera a pochissimi agenti in tutto il palinsesto. Stipulare contratti milionari con i conduttori. Moltiplicare gli appalti esterni anche per format semplici e non proprio originali come Detto fatto. Che altro deve succedere” si domandava il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, “prima che questi vertici vengano mandati via? Grillo e Fico come fanno a stare ancora in silenzio e coprire questa vergogna?“.

Molti mesi più tardi, abbiamo ancora alla Rai i vertici sfiduciati dall’Esecutivo precedente e addirittura in aria di proroga fino a settembre. C’è da stupirsi dunque che il Servizio Pubblico sia fanalino di coda nelle classifiche di affidabilità?

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