Thermopolium Regio V ©luigispina
Questa sera Rai2 trasmetterà alle ore 21.00 Pompei – Ultima Scoperta, docu-film relativo all’ultimo importante ritrovamento archeologico nella Regio V di Pompei che ha imperato in questi giorni sulle pagine dei quotidiani: il thermopolium. Paragonato a un moderno street-food, la struttura era di fatto più simile a una taverna. Vi si poteva cioè acquistare cibo cotto per l’asporto, ma anche sostare per rifocillarsi. E lo comprovano proprio i resti di cibo rinvenuti nei piatti (oltre che nelle giare) peraltro pervenuti in buono stato, gettando così una nuova luce su usi, costumi e alimentazione degli antichi romani.
Una “bottega” dell’epoca
Per chi già conosce Pompei, il Thermopolium si trova nella Regio V di fronte alla “locanda dei gladiatori”, quasi all’angolo tra il “vicolo dei balconi” e la “via della casa delle nozze d’argento”.
Già lo scorso anno vi era riemersa la prima parte del bancone di cui colpì la decorazione a tema mitologico: una Nereide a cavallo di un ippocampo. Ma solo nelle ultime settimane è stato portato alla luce l’intero ambiente della taverna, con il suo bancone a L riccamente decorato. E nei vasi ancora i resti dei cibi e delle pietanze cucinate che i pompeiani erano soliti consumare anche in strada: lumache, una sorta di paella, cereali.
E proprio in uno dei riquadri rinvenuti più recentemente – di cui è straordinaria la vivacità dei colori – è riprodotto l’ambiente della “bottega” cosi come doveva probabilmente presentarsi ai clienti: due anatre germane appese a testa in giù pronte per essere cucinate , il bancone del locale, le pietanze.
Thermopolium Regio V ©luigispina
In un altro riquadro un cave canem al guinzaglio, sulla cui cornice qualcuno ha graffito un insulto presumibilmente diretto al gestore. E, per concludere, una vivida immagine di un gallo.
Thermopolium Regio V ©luigispina
I resti di un pasto interrotto
I thermopolia erano locali in cui si servivano bevande e cibi caldi (come suggerisce il nome di origine greca), contenuti in grandi giare incassate in un bancone in muratura. Vi si acquistava un prandium (pasto) che si consumava fuori casa, a base di proteine e cereali. E del vino “corretto” con fave, che servivano a sbiancarlo, oltre che a correggerne il sapore. Vino che era contenuto in un “dolo”, un recipiente con una sorta di tegola sul fondo utile a separarlo dai legumi al momento della mescita.
I thermopolia erano molto diffusi nel mondo romano: nella sola Pompei ne è stata rinvenuta un’ottantina. Tuttavia nessuno prima d’ora in tale stato di conservazione, con decorazioni così raffinate, i colori ancora vividi.
I resti di un pasto interrotto
Ancora in fase di restauro, il thermopolium Regio V non sarà visitabile prima della prossima Pasqua; e sarà raggiungibile dal cantiere della “grande casa delle nozze d’argento”, che sarà presumibilmente restituita per tempo agli occhi dei visitatori dopo un restauro durato qualche decina d’anni. E sarà proprio il Direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Massino Osanna, a mostrarci la straordinaria scoperta archeologica su Rai2, questa sera in prima serata.
Ulteriori informazioni sono disponibili su Pompeii Commitment