Il tramonto di TeleFattoQuotidiano? Fallita la sponda televisiva al Conte Ter

Travaglio La7

In queste settimane abbiamo assistito – con dati scientifici alla mano sostenuti dalle puntuali analisi degli economisti Riccardo Puglisi e Tommaso Anastasia – alla sovraesposizione mediatica delle firme del Fatto Quotidiano, con in testa il Direttore Marco Travaglio e i giornalisti Andrea Scanzi, Antonio Padellaro, Peter Gomez (Direttore della versione online).

Non vi è stata trasmissione televisiva di approfondimento politico in Rai, Mediaset e (soprattutto) La7, ma anche insospettabili programmini pomeridiani tipo Oggi è un altro giorno su Rai1, che non ospitasse i nomi di cui sopra, tutti palesemente schierati pro Conte Ter e anti Renzi.

Quanto a La7, come sottolinea Dagospia, il suo patron Urbano Cairo ha messo a disposizione il canale (nonché il Corriere della Sera) al Governo Conte e all’alleanza Pd-M5s, complice il Fatto Quotidiano quale guerriero a difendere a spada tratta il Premier, prima in carica poi dimissionario, dagli “strali e dalle frecciate dell’oltraggioso” Renzi, per parafrasare l’Amleto di Shakespeare.

E, come l’Amleto di Shakespeare, Cairo per settimane ha aspettato l’alba del Conte Ter senza rendersi conto che era già il tramonto, così com’è probabile si stia delineando anche quello di TeleFattoQuotidiano. Se dovesse arrivare davvero Mario Draghi al Governo, senz’altro assisteremo all’italianissima generale inversione a U a favore dell’Ex Presidente della Banca Centrale Europea, e per i paladini e le “bimbe” del duo Conte-Casalino arriveranno tempi durissimi.

Senz’altro si è consumato il fallimento di linee editoriali di programmi televisivi come Otto e mezzo, il quale per giorni e giorni ha martellato pedissequamente sugli stessi argomenti, sugli stessi processi in contumacia a Renzi, sugli stessi panegirici del Governo Conte quale panacea di tutti i mali e come migliore dei mondi possibili. Abbiamo sottolineato a ogni piè sospinto le commistioni politico-televisivo-giornalistiche, spesso come voce solitaria inascoltata assieme a quella del Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi, che da anni s’impegna alacremente per denunciare le derive e le partigianerie dell’informazione, specie quella pubblica. Le facce da funerale sfoggiate ieri da Lilli Gruber e dai suoi soliti ospiti a Otto e mezzo ci hanno un poco ripagati dell’impegno profuso nelle nostre segnalazioni.

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