Rai1. Il volto più umano dei Soliti Ignoti si chiama Cesvi

I Soliti Ignoti Cesvi Amadeus
Amadeus conduce su Rai1 i Soliti Ignoti – il Ritorno

Dal 30 novembre scorso i Soliti Ignoti – il Ritorno, la trasmissione condotta ogni giorno in access prime time su Rai1 da Amadeus, devolve la vincita accumulata dal concorrente VIP di turno a una organizzazione non governativa (eccezion fatta per la serata dedicata alla Lotteria Italia). Non ne compare logo (per ovvi motivi pubblicitari) e Amadeus ne pronuncia a malapena il nome: è il Cesvi. Plaudiamo all’iniziativa e ne auspichiamo quanto prima la replica. Ma che cos’è e di cosa si occupa il Cesvi?

Cesvi: origini e bilancio certificato

Il Cesvi (che è acronimo di Cooperazione E SVIluppo, i due princìpi cardine dell’organizzazione) è una fondazione di partecipazione e ONG (organizzazione non governativa) fondata a Bergamo nel 1985. Come dichiara nel suo bel sito web (www.cesvi.org) mira, nel rispetto del pensiero dei suoi fondatori, a realizzare sviluppo con la partecipazione dei beneficiari e la mobilitazione delle loro organizzazioni. Fornendo così mezzi utili e necessari a chi vive in paesi in via di sviluppo con l’obiettivo di rendere in breve autonomi i beneficiari, grazie per lo più a donazioni di privati cittadini. Da organizzazione laica qual è; indipendente e da sempre all’avanguardia nella politica degli aiuti umanitari.

Altra sua peculiarità è che dal 1990 sottopone il suo bilancio annuale a certificazione (a firma PWC, PricewaterhouseCoopers). Ricevendo – prima organizzazione no-profit in Italia – un prestigioso riconoscimento da parte della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPI) nel 2000, nel 2011 e 2017 per trasparenza e correttezza di rendicontazione (il bilancio del 2019 è online).

Gloria Zavatta, Presidente Cesvi dal 2018

Interventi contro fame, guerre, emergenze umanitarie

Cesvi è stata la prima ONG occidentale a operare nel 1997 in Corea del Nord, paese allora stremato dalla carestia. Dal 1994 è intervenuta in scenari di guerra ricostruendo a partire da quanto di essenziale e produttivo. Ma costruendo anche delle strutture di tutela dell’infanzia, atte a favorire la convivenza tra bambini e ragazzi di etnie e religioni diverse, che ha chiamato Centri Babylon in Macedonia. O Case del Sorriso in Zimbabwe, Sudafrica, Haiti, Brasile, Perù e India, strutture stabili che offrono servizi e accoglienza a orfani, a minori di strada o in stato di abbandono e a bambini vittime di sfruttamento e violenza anche familiare. Lì trovano cibo, cure mediche, educazione, formazione professionale, supporto psicologico; e tutta l’assistenza necessaria perché possano avere un futuro migliore.

Cristina Parodi in missione Cesvi ad Haiti nel 2024 (ph: Roger Lo Guarro)

Dal 2004 Cesvi è stato in prima linea in tutte le grandi emergenze umanitarie: lo tsunami nel Sud-est asiatico (2004), i terremoti in Perù (2007) e Pakistan (2008), il terremoto ad Haiti (2010), le inondazioni in Pakistan (2010-2011), il terremoto in Emilia Romagna (2012), il tifone nelle Filippine (2013), il terremoto in Nepal (2015) e nel Centro Italia (2016) e il passaggio dell’uragano Matthew ad Haiti (2016).

E continua a operare in quelle emergenze che restano ancora tali come la guerra in Libia che, dal 2011, è causa della grave crisi nel bacino del Mediterraneo. E, per effetto domino, del conflitto in Siria, cui ha fatto seguito il più grande esodo dalla Seconda Guerra Mondiale.

Cesvi è tuttora impegnato anche nell’emergenza umanitaria che, a causa dei cambiamenti climatici, ha aggravato carestia e siccità in Corno d’Africa con gravi conseguenze per Etiopia e Somalia. Paese questo che impegna da tempo il Cesvi anche sul fronte di una guerra civile senza fine.

Le grandi campagne internazionali

Ma Cesvi è nota anche per le campagne “Fermiamo L’AIDS sul nascere” (2001) grazie alla quale è nato il primo bambino sano da madre sieropositiva applicando – in un’area rurale dello Zimbabwe – un protocollo terapeutico a base di nevirapina, uno dei primi antiretrovirali. O per “Stop Child Labour” (2007), una campagna lanciata in lingua inglese perché condotta in partnership con Alliance2015, la rete di ONG europee impegnate nella lotta alla povertà.

Stesso discorso per “Food Right Now” (2013), in relazione alla quale Cesvi ha curato, per un lungo periodo, l’edizione italiana dell’Indice Globale della Fame (GHI), rapporto di rilevanza mondiale. Ma ha soprattutto promosso un approccio integrato mirante a sradicare le cause della fame e della povertà, nella piena consapevolezza della complessità di problema e radici, che in genere affondano nel mancato sviluppo economico, dei sistemi sanitari e nel sotto-sviluppo sociale. Facendo inevitabilmente i conti anche con la mancanza di strade e infrastrutture, con gli effetti del cambiamento climatico, coi fenomeni meteorologici estremi e le calamità naturali. Senza escludere conflitti e discriminazioni di genere.

Incentrando le sue attività sul campo sulla promozione di una nutrizione corretta (soprattutto tra i bambini), sul diritto e accesso alle risorse (con priorità per l’acqua), sullo sviluppo agricolo e l’aumento della produttività grazie alla diversificazione delle colture e il ricorso a nuove tecnologie. E al pieno coinvolgimento della donna quale punto di riferimento familiare e, nello stesso tempo, comprovato motore di cambiamento nei luoghi in cui le si è consentito l’accesso alle risorse in misura pari a quello maschile. Il tutto curato in parallelo a campagne di sensibilizzazione nel Nord del mondo.

Il Cesvi per l’Italia

La crisi del Mediterraneo e i terremoti in Emilia (2012) e nel centro Italia (2016) hanno tenuto impegnato il Cesvi anche in Italia. Dopo aver garantito aiuto e sostegno alle popolazioni colpite dai sisma, il Cesvi attualmente cura la tutela legale volontaria e l’accompagnamento nel passaggio alla maggiore età dei migranti minori non accompagnati cui garantisce percorsi di supporto all’autonomia socio-economica e abitativa.

Ma Cesvi è anche sinonimo di tutela dell’ambiente, rispetto della biodiversità, di sostenibilità ambientale, tutti princìpi che animano ogni suo intervento in tutto il mondo. E di assistenza alle donne in gravidanza con difficoltà di accesso a cure sanitarie, in particolare in Somalia e in Myanmar, paesi con un’alta incidenza di morte infantile o per parto. Offrendo l’accesso a visite regolari per tutto l’arco della gravidanza, al parto assistito, e a un vero e proprio monitoraggio post partum volto anche a intervenire tempestivamente nei casi di malnutrizione acuta. O in quelli in cui diarrea, polmonite, morbillo, malaria, diabete possono diventare addirittura mortali.

Alessio Boni in missione Cesvi in Myanmar nel 2013

Testimonial eccellenti

Tra le tante abilità del Cesvi c’è anche quella di aver saputo trasformare i propri amici e sostenitori in veri e propri testimonial a titolo gratuito. Fra questi lo sono da sempre (fra tutti) Lella Costa la “voce” del Cesvi, Cristina Parodi, Alessio Boni, il trio Medusa e Claudio Bisio.

Claudio Bisio posa con Giangi Milesi, per tredici anni Presidente e “anima” del Cesvi

Antonio Facchin

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