Intelligenza artificiale: anche l’Italia chiede una normativa. Meglio se europea

Intelligenza Artificiale Allarme Normative Italiane ed Eueopee

di Antonio Facchin

La fondazione Astrid, nata come associazione nel 2001, riunisce oltre 400 accademici, ricercatori ed esperti nell’analisi, progettazione e implementazione di politiche pubbliche, riforme istituzionali e amministrative, regolazione dell’economia in linea con le normative europee. Il 14 aprile 2023, Astrid ha organizzato all’Università Lumsa di Roma la conferenza dal titolo Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione?, alla quale è intervenuto il presidente AgCom Giacomo Lasorella.

Giacomo Lasorella, presidente dell'AgCom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Giacomo Lasorella, presidente dell’AgCom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
(Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 2021)

L’evento, che ha visto la presentazione dei tre volumi omonimi pubblicati lo scorso anno da Il Mulino, ha aperto un dibattito sull’urgenza di una normativa europea nell’impiego dell’intelligenza artificiale in funzione di una miglior crescita economica e sociale del nostro paese. Anche in considerazione dei problemi teorici e pratici dovuti alla vasta diffusione dei sistemi d’Intelligenza Artificiale.

Come riporta Fabiana Cofini per RaiNews , Lasorella ha chiaramente espresso “la necessità di adeguare il diritto alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale che sono sempre più pervasive” specificando come “da una lato le IA sono una tecnologia imprescindibile ma dall’altro un loro uso non regolamentato apre a rischi seri e concreti”.

Il ruolo dell’Europa

Le tante applicazioni di Intelligenza Artificiale come ChatGPT devono essere normate a livello europeo, in collaborazione con i regolatori nazionali” ha dichiarato il presidente dell’AgCom, sottolineando che “piattaforme social, media e IA sono sempre più interconnessi ed è importante che i nuovi regolamenti possano nascere da una cooperazione delle autorità con i vari attori economici” in funzione di una co-regolazione sulla base del Digital Services Act, il più aggiornato regolamento europeo sui servizi digitali in vigore dal luglio 2022.

Miglior obiettivo – ha dichiarato Lasorella – sarebbe addirittura quello di chiamare “le varie piattaforme a condividere le informazioni sui loro meccanismi interni e mettere in piedi strumenti in modo tale da evitare rischi sistemici, ad esempio la diffusione di fake news in modo massivo che ha effetti negativi sul dibattito civico e rischiano di minare anche quel nucleo minimo di verità che costituisce la base democratica di discussione e confronto”.

Gli ha fatto eco Marco Midiri, esperto di diritto pubblico e docente alla LUMSA, che ha illustrato come “oggi l’attenzione di molti è stata catturata da un chatbot, dalla volontà di normare un’AI che produce testi. Ma è evidente – ha aggiunto – che non potremo fare una norma sull’uso di questi algoritmi preoccupandoci solo dei testi, poi saranno le immagini, i video”. Sul tema, abbiamo condiviso l’allarme dagli USA di Roger NcNamee, diffuso in un articolo diTime.

Per chi volesse approfondire l’argomento: Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione? è un triplo “quaderno” di Astrid per Il Mulino (2022), a cura di Alessandro Pajno (Presidente emerito del Consiglio di Stato), Filippo Donati e Antonio Perrucci.

Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione?, triplo “quaderno” di Astrid per Il Mulino (2022), a cura di Alessandro Pajno (Presidente emerito del Consiglio di Stato), Filippo Donati e Antonio Perrucci.
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