Intelligenza artificiale: possiamo essere protagonisti. L’invito di Ferruccio De Bortoli

Ferruccio De Bortoli

di Antonio Facchin

Nell’articolo di apertura de L’Economia, inserto del Corriere della sera di oggi, Ferruccio De Bortoli rivendica per l’Italia un ruolo in prima linea nella “gestione” dell’Intelligenza artificiale sottolineando come il suo sviluppo rappresenti un processo irrefrenabile che – se non si vive da protagonisti – preclude qualunque possibilità di “normarlo” (e sulla necessità di una normativa, che sia addirittura europea, abbiamo già trattato nei giorni scorsi). Mettendo in luce come l’esclusivo, seppur temporaneo, blocco di ChatGPT da parte del garante della privacy in Italia, abbia rischiato di renderci un paese pervaso da una vena antiscientifica agli occhi del mondo.

ChatGPT: il perché del blocco italiano

Nello stesso articolo si richiama un’intervista di Federico Fubini del Corriere al presidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali, il giurista Pasquale Stanzione, in cui si spiega che “il provvedimento contro OpenAI è giustificato dall’inosservanza di una corretta informazione agli utenti sull’uso dei loro profili oltre a una comprensibile tutela dei minorenni”. Informando nello stesso tempo di trattative in corso col gruppo americano autore della famigerata chatbot (termine che nasce per crasi fra chat e robot a suggerirne le peculiari prestazioni) per revocarne il blocco. Si presume che sarà entro la fine del mese.

Un settore già ritenuto strategico

De Bortoli tornando sull’argomento dichiara: “Chi è estraneo al processo innovativo difficilmente potrà influire su limiti e garanzie, né illudersi di poter vivere un futuro alternativo, disegnato sulle proprie paure”. Una posizione corroborata dal fatto che Stati Uniti e Israele ritengano addirittura strategico tutto il settore che gravita attorno all’impiego e sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. E che gli Emirati gli abbiano dedicato persino un ministero.

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