La sera in cui Gruber, Cairo, La7 e Caschetto sdoganarono Casaleggio in Tv

Casaleggio Gruber La7 Otto e mezzo
Lilli Gruber e Davide Casaleggio a Otto e mezzo

La serata di giovedì 6 aprile 2017 può essere considerata uno spartiacque storico per il futuro (e l’odierno presente) del Paese, nonché il momento in cui si posero ufficialmente le basi per la conquista di Palazzo Chigi da parte del M5s. Quella sera a Otto e mezzo, programma condotto da Lilli Gruber su La7, debuttava per la prima volta in Tv Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto fondatore del Movimento Cinque Stelle, deceduto nel 2016.

Il ruolo della Visverbi Visfacti

“Baby Casaleggio” era ospite in studio con Lilli Gruber e il giornalista Gianluigi Nuzzi, mentre il sociologo Domenico De Masi era in collegamento. La scelta del parterre fu piuttosto peculiare, visto che sia Nuzzi sia De Masi due giorni più tardi sarebbero stati ospiti al primo Convegno di Ivrea organizzato dalla Casaleggio & Associati assieme all’agenzia Visverbi Visfacti (della quale è titolare Valentina Fontana, moglie di Nuzzi). All’epoca il Deputato del Pd Sergio Boccadutri presentò un esposto all’AgCom ravvisando un possibile conflitto di interessi nel momento in cui Davide Casaleggio veniva intervistato da giornalisti che facevano parte della stessa agenzia di cui egli era committente.

Ospitata senza contraddittorio

L’ospitata – preparata in quattro ore di colloquio con Rocco Casalino – fu di fatto priva di contraddittorio e di verve. Davide Casaleggio non bucava lo schermo, non era simpatico né empatico, aveva un tono di voce monocorde, gli occhi spenti, il sorriso sghembo, un’inquietante aura sulfurea che non giovava certo alla sua comunicazione. Più che un’intervista, una seduta spiritica; più che un dibattito, un dialogo fra un sordo e un cieco su un film muto. Baby Casaleggio non rispose a una sola delle (poche e poco incisive) domande, e i suoi interlocutori non lo incalzarono mai, limitandosi semplicemente ad annuire a tutto ciò che veniva proferito dall’erede del fondatore del M5s.

Del resto, essendo fra i relatori del convegno di cui sopra, avrebbero forse potuto sottoporlo a un fuoco di fila di domande scomode? No di certo. Nel caso poi di De Masi, che stava scrivendo il programma di governo del M5s, l’ipotesi era da scartare in partenza.

Legami e commistioni tentacolari

Pure, quella puntata di Otto e mezzo, giudicandola con il senno di poi, favorì in Tv lo “sdoganamento” del M5s quale possibile forza di Governo. Il tutto celebrato da Lilli Gruber (ah, che differenza con l’agguerrita intervista a Maria Elena Boschi di qualche settimana fa, o a quelle che la giornalista altoatesina fa a Giorgia Meloni!); dall’agente della Gruber, ovvero Beppe Caschetto e dalla sua ITC 2000; dalla suddetta agenzia Visverbi Visfacti; da La7 e dal suo proprietario Urbano Cairo. Legami e commistioni che ancora oggi, come abbiamo sviscerato in precedenza, permangono solidi, tentacolari e determinanti per la politica del Paese.