La7 “edulcora” Travaglio & co. Ridimensionati gli attacchi a Draghi e a Renzi. Quanto durerà?

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Peter Gomez, Andrea Scanzi, Marco Travaglio

Si è già parlato molte volte del “prezzemolismo” delle firme del Fatto Quotidiano, in primis il Direttore Marco Travaglio, ma anche Andrea Scanzi, Peter Gomez e Antonio Padellaro, nei programmi di La7 (nonché della Rai, ma questa è un’altra storia). Restando nell’àmbito del canale di proprietà di Urbano Cairo, sappiamo che Travaglio era l’ospite più assiduo a Otto e mezzo, e che fra i primi quattro opinionisti più invitati nel salotto della Gruber si trovava in compagnia di Scanzi (terzo) e di Padellaro (quarto). E Il Fatto Quotidiano, ça va sans dire, la testata più presente. Qui tutti i dati al riguardo.

Ma chi in questo periodo seguisse In Onda, condotto da Concita De Gregorio e da David Parenzo, che sostituiscono la Gruber nella fascia oraria delle otto e mezzo di sera, si sarà accorto che Il Fatto è assai meno presente di prima, e le ospitate delle sue firme di punta visibilmente ridimensionate. Come mai? Già avevamo sottolineato come – lo aveva anticipato Dagospiagirasse voce che Mario Draghi fosse assai indispettito degli attacchi continui di Travaglio dalla Gruber, “orfana” di Giuseppe Conte come il Direttore del FQ. E Francesco Boezi, sul Giornale, parla di sussurri secondo i quali “molti inserzionisti de La7 avrebbero chiesto ad Urbano Cairo di limitare la presenza di Marco Travaglio e dei suoi in televisione o comunque di ammorbidire la linea”.

Boezi evidenzia anche come Il Fatto stesso appaia più “edulcorato” nelle sue reprimende al Governo, concentrando le frecciate sugli esponenti del Governo Draghi ma non su quest’ultimo. E come, sul quotidiano, sia comparsa la protesta di un lettore che chiedeva perché mai Parenzo e de Gregorio non invitano i giornalisti del FQ. “Non faccio processi alle intenzioni” ha replicato Travaglio in persona, “ma azzardo un’ipotesi: se De Gregorio e Parenzo si sono impegnati allo spasimo per perdere ascolti, ci sono perfettamente riusciti”. In effetti, le performance Auditel di In Onda non sono esattamente lusinghiere, battuto più o meno costantemente dai diretti concorrenti Tg2 Post e Stasera Italia News in access prime time, e fanalino di coda in prima serata quando la puntata si allunga.

In ogni caso, aggiungiamo noi, se dalla prima serata di La7 sono scomparsi gli attacchi a Draghi, riducendo le ospitate di Travaglio & co. sono parallelamente svaniti anche i processi in contumacia a Matteo Renzi, reo di aver “innescato la crisi di Governo in piena pandemia” portando alla caduta di Conte e quindi all’arrivo di SuperMario a Palazzo Chigi. Processi al leader di Italia Viva che hanno fatto il bello e il cattivo tempo per tutta la scorsa stagione di Otto e mezzo (ancor più agguerriti rispetto alle edizioni precedenti).

Fermo restando che almeno le ospitate di Travaglio, se la situazione non è mutata, sono regolate da un contratto con La7, ora tocca attendere la ripresa di Otto e mezzo a settembre, per vedere se la “quarantena” al Fatto Quotidiano sia stata una temporanea misura estiva adottata soltanto dal programma In Onda o se nei confronti del FQ sia davvero cambiata aria in casa Cairo, considerando anche i rapporti privilegiati – sviscerati qui – che legano quest’ultimo, anche quale proprietario del Corriere della Sera (gravato dalla gatta da pelare del fondo americano Blackstone), con Giuseppe Conte, il M5s e, in ultima analisi, con Il Fatto. Il tutto nel quadro delle imminenti amministrative, che vedono il neo leader grillino – sospinto a spron battuto da La7 nella scorsa stagione con tanto di endorsement (fallito) di Cairo per un eventuale Conte ter – al suo “battesimo del fuoco” elettorale.

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