Ladri di biciclette, Per qualche dollaro in più, Mediterraneo, Turné. I film Tv di lunedì 14 settembre 2020

Cine34, 10.45

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La locandina di Ladri di biciclette

Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica. Con Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri

Antonio Ricci (Maggiorani), operaio disoccupato, trova lavoro come attacchino municipale, impiego che richiede la bicicletta. L’uomo ne possiede una, che si trova però al monte di pietà. La moglie Maria (Carell) impegna le lenzuola per riscattarla, ma il primo giorno di lavoro la bicicletta viene rubata. Per ritrovarla, Antonio intraprenderà un’autentica odissea, fra stanchezza, disperazione e miseria della Roma del secondo Dopoguerra.

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Lamberto Maggiorani e il piccolo Enzo Staiola in Ladri di biciclette

La poetica del pedinamento

“Tratto dal romanzo omonimo di Luigi Bartolini rielaborato da Cesare Zavattini, è una delle opere migliori del neorealismo «centro attorno al quale orbitano le opere degli altri neorealisti» [Fofi]. Lucida e profonda analisi della dura realtà di quegli anni, è il punto più alto della collaborazione di De Sica e Zavattini, dove «si armonizzano sia la loro poetica del quotidiano e del ‘pedinamento’ (scoprendo sulle orme degli uomini comuni un mondo di miseria e di problemi mai risolti) sia il loro amore per i personaggi, che qui si fa vero senso di pietà» [idem]. De Sica vinse il suo secondo Oscar per il Miglior Film Straniero (dopo Sciuscià) e dimostrò quanto fosse vincente la sua scelta di utilizzare attori non professionisti (la tradizione vuole che alcuni possibili produttori americani avessero proposto Cary Grant per il ruolo principale). Piccolissima comparsata di un irriconoscibile e giovanissimo Sergio Leone nella parte di un seminarista” (Paolo Mereghetti). Qui il trailer.

RaiMovie, 21.10

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La locandina di Per qualche dollaro in più

Per qualche dollaro in più (1965) di Sergio Leone. Con Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volonté, Klaus Kinski

Due cacciatori di taglie rivali, il Monco (Eastwood) e il Colonnello Douglas Mortimer (Van Cleef), sono entrambi sulle tracce del bandito messicano Indio (Volonté), che ha rapinato la banca di El Paso dopo essere evaso dal carcere, aiutato dai suoi compari. La taglia sulla sua testa è di diecimila dollari. Il Monco è interessato al denaro, Mortimer insegue invece l’Indio per uno scopo segreto. Costretti dalla sorte, i due uniranno le forze per scoprire il punto debole del formidabile avversario. Che rintracceranno con la sua banda nel villaggio di Agua Caliente, teatro dello showdown finale nel quale si scoprirà il legame segreto di Mortimer con Indio.

Leone-Morricone accoppiata vincente

Secondo film della “trilogia del dollaro” o “trilogia dell’uomo senza nome” dopo Per un pugno di dollari (qui la nostra recensione), nel quale Sergio Leone consolida il suo inconfondibile stile (ispiratore di molto cinema successivo, in primis quello di Tarantino), accompagnato ancora una volta dalla colonna sonora di Ennio Morricone, il cui celeberrimo motivo fischiettato fu campionato addirittura dalla musica dance dei primi anni Novanta. Per un pugno di dollari bissò il successo del predecessore, e fu il film più visto in Italia nella stagione 1964-1965, detenendo oggi il quinto posto assoluto delle pellicole italiane più viste di sempre. Volonté brilla nella parte dell’Indio e cameo di Kinski nella parte del “gobbo”. Qui una scena.

Cine34, 21.10

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Il cast di Mediterraneo

Mediterraneo (1991) di Gabriele Salvatores. Con Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Claudio Bigagli, Gigio Alberti, Giuseppe Cederna, Antonio Catania

1941, Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di soldati italiani viene inviato su un’idilliaca isola greca per stabilirvi un presidio militare. Ben presto, complici l’isolamento geografico, l’apparente solitudine del luogo e l’impossibilità di comunicare con il comando per via della radio fuori uso, i soldati dimenticano il loro scopo e intraprendono attività del tutto estranee alla guerra, familiarizzando con la popolazione. Che, composta solo di vecchi, donne e bambini sfuggiti alla deportazione inflitta dai tedeschi ai maschi adulti, esce dai propri nascondigli e si rianima con i nuovi arrivati di una ritrovata vitalità. Ma l’idillio può durare quando le notizie sulle sorti del conflitto giungono prepotentemente a guastare la quiete dell’isola?

Fate l’amore non fate la guerra

Oscar per il Miglior Film Straniero che, in inglese stentato, Salvatores accettò durante la cerimonia a Los Angeles invitando a “fare l’amore e non fare la guerra”. Questo motto è la colonna portante del suo film girato sull’isola greca di Castellorizo, che ebbe molto successo anche all’estero e che è dedicato “a tutti coloro che sono in fuga”. Abatantuono, dalle ceneri del “terrunciello” anni Ottanta risorto attore impegnato, guida un affiatato gruppo di interpreti all’epoca agli esordi poi divenuti importanti caratteristi del cinema italiano. Ultimo capitolo della “trilogia generazionale” del regista dopo Marrakesh Express e Turné. Qui il trailer.

Cine34, 23.15

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Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio in Turné

Turné (1990) di Gabriele Salvatores. Con Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Luigi Montini, Barbara Scoppa, Ugo Conti, Eva Vanicek, Piero Vivarelli

Dario (Abatantuono) e Federico, amici di lunga data, sono attori di teatro. Il primo è estroverso ed espansivo, il secondo ombroso e facile alla depressione. Federico è in crisi per la fine del suo amore con Vittoria (Morante) e Dario cerca di risollevarlo, partendo con lui per una tournée teatrale presentando in giro per l’Italia Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov. Dario nasconde tuttavia una sconvolgente verità: è lui l’uomo per cui Vittoria ha lasciato Federico. Un segreto che minaccia di compromettere irrimediabilmente non soltanto la tournée ma anche la loro amicizia. Il caso ci metterà lo zampino.

La filosofia del “salvatorismo”

Secondo road-movie di Salvatores dopo Marrakesh Express e secondo capitolo della “trilogia esistenziale” del regista. “Scritto dal regista con Francesca Marciano e Bentivoglio, il film esprime al meglio la filosofia del «salvatorismo», fatta di amicizia goliardica, rimpianti superficiali e nostalgie appena accennate, ma qui vivificata da una descrizione dell’ambiente teatrale sincera e divertente” (Paolo Mereghetti). Presentato al 43° Festival di Cannes nella sezione Un certain regard. Qui una scena.