di Marco Zonetti
Non c’è pace nel Movimento Cinque Stelle per quanto riguarda l’occupazione della Rai, nel tentativo di plasmarla e piazzarvi personaggi e linee a immagine e somiglianza grillina. Se, agli albori del Governo giallo-verde, il responsabile pentastellato adibito alle questioni relative a Viale Mazzini era Gianluigi Paragone, al quale si deve il suggerimento di collocare Fabrizio Salini sulla poltrona di Amministratore Delegato della Tv pubblica, dopo qualche tempo l’ex conduttore de La Gabbia – come sottolinea Dagospia – è stato reputato una “figura troppo estrema” e troppo vicino al “barricadero” Alessandro Di Battista.
Paragone è stato quindi presto sostituito da un altro esperto di televisione, Emilio Carelli, ma il già mezzobusto del Tg5 e Direttore di SkyTg24 ha dato forfait. La scelta di Di Maio è allora ricaduta sul suo braccio destro e mentore Vincenzo Spadafora.
Un’ascesa folgorante quella di Vincenzo Spadafora da Afragola. Prima segretario particolare del mastelliano Andrea Losco (ex sindaco DC di Cardito poi presidente della regione Campania), approda dunque nell’area di Sinistra grazie al ribaltone che porta Losco nella Margherita e poi nel PD. Dopo uno sventurato tentativo di capeggiare una lista civica cui non aderisce anima viva, Spadafora viene notato da Alfonso Pecoraro Scanio, del quale diventa segretario particolare, e quindi da Francesco Rutelli, che lo nomina Capo di Gabinetto al Ministero dei Beni Culturali. Dall’area di Sinistra veleggia leggiadro verso Forza Italia, e tramite Mara Carfagna si lega al partito tanto da ottenere, grazie a Fini e Schifani, la remunerativa poltrona di Garante per l’infanzia.
Alla fine del 2016, dopo l’esperienza quale Presidente dell’Unicef Italia, Spadafora approda quindi – grazie agli auspici di Pecoraro Scanio – alla corte di Luigi Di Maio diventandone presto braccio destro e mentore. E il resto è Storia: candidatura alla Camera dei Deputati con il M5s, elezione in Parlamento, nomina a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, e ora anche responsabile grillino per la Rai. In questa nuova veste durerà o seguirà le sorti di Paragone e Carelli? Vedremo.